In rete circolano informazioni frammentarie e a volte inesatte sull’emergenza sanitaria attualmente in corso. Per fare chiarezza abbiamo raccolto le domande più frequenti che riguardano la salute dei bambini durante l’epidemia di COVID-19.
I Coronavirus (CoV) fanno parte di una famiglia di virus che possono causare varie malattie sia nell’uomo che negli animali. Nell’uomo possono causare un semplice raffreddore, sintomi simil influenzali o causare malattie più gravi come la sindrome respiratoria mediorientale (MERS-CoV) e la sindrome respiratoria acuta grave (SARS-CoV). [1]
All’inizio del 2020 in Cina è stato identificato per la prima volta un nuovo Coronavirus, SARS-CoV-2 (Sindrome Respiratoria Acuta Grave – Coronavirus 2). Il virus SARS-CoV-2 è responsabile della COVID-19, la malattia causata da questo nuovo Coronavirus (dove “CO” sta per “corona”, “VI” per virus e “D” per disease, cioè “malattia” in inglese). È quindi il virus SARS-CoV-2 che causa la COVID-19.
Sì. Proprio come gli adulti, i bambini possono contrarre il Coronavirus se vengono a contatto con un soggetto infetto, e dunque ammalarsi di COVID-19.
No. Il virus si trasmette in ambienti chiusi, attraverso contatti stretti tra persona e persona, con le goccioline emesse con la tosse o gli starnuti. Si può trasmettere anche attraverso le mani contaminate (non ancora lavate) che toccano bocca, naso o occhi.
La trasmissione per via aerea (cioè a distanza superiore a un metro) non è considerata la via principale di trasmissione e non è ancora adeguatamente documentata.
I dati finora disponibili indicano che in genere i sintomi di COVID-19 nei bambini sono modesti. I più frequenti sono febbre, tosse o malessere generalizzato, più raramente si possono avere raffreddore, vomito o diarrea.
No. Non c’è alcuna evidenza scientifica che consigli l’uso di questi prodotti. Le uniche misure di prevenzione sono quelle che riguardano l’igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie.
Le raccomandazioni del Ministero della Salute sulle misure di prevenzione sono reperibili qui.
No. Non c’è alcun motivo per rimandare le sedute vaccinali previste. I servizi di vaccinazione adottano misure di sicurezza e di prevenzione idonee alla situazione attuale.
Sì. Se le condizioni cliniche della mamma lo consentono, l’allattamento deve essere avviato e/o mantenuto direttamente al seno o con latte materno spremuto. La mamma dovrà quindi attenersi scrupolosamente alle misure di contenimento prescritte per i soggetti positivi al virus. È possibile approfondire l’argomento sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità. [2]
No. Tacere di fronte a una situazione così palesemente anomala potrebbe suscitare grande angoscia nei bambini. È importante parlare con loro di ciò che sta succedendo, fornendo informazioni serie e comprensibili per ciascuna età.
Ne abbiamo parlato approfonditamente in questo articolo.
No. Le strutture sono attrezzate con percorsi protetti, in caso di necessità urgenti e indifferibili, è possibile recarsi negli ospedali. Attenendosi scrupolosamente alle indicazioni del personale sanitario non si corrono rischi aggiuntivi di contagio.
Se hai bisogno di ulteriori informazioni rivolgiti al tuo medico oppure consulta il sito del Ministero della Salute (a proposito argomenti connessi, in questo articolo parliamo di COVID-19, gravidanza e post-parto). Fai attenzione alle notizie false o non accurate in circolazione, e non condividere contenuti che non provengano da fonti attendibili.
Ricorda che attenersi alle misure di contenimento contribuirà ad accorciare la durata dell’emergenza e a ridurne i danni per tutta la popolazione.
C’è bisogno del contributo di tutti, insieme possiamo farcela!
pediatra, è responsabile del gruppo nutrizione dell’Associazione Culturale Pediatri e fondatore dei “No Grazie”. È tutor e valutatore per l’iniziativa “Insieme per l’allattamento” dell’UNICEF. È stato direttore di Uppa magazine tra il 2016 e il 2021, è autore di oltre duecento pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali e internazionali e membro del comitato editoriale di «Quaderni ACP».