L’ordine ai bambini piace, come agli adulti. I piccoli, come i grandi, non amano stare in mezzo al disordine, perché l’ordine dell’ambiente esterno è funzionale allo sviluppo dell’ordine interiore, facilitando la concentrazione e di conseguenza l’apprendimento. In un ambiente ordinato (a casa come a scuola) si lavora meglio.
E allora perché le camerette sono spesso in disordine? Perché i genitori rincorrono quotidianamente i bambini affinché sistemino i loro giochi e i loro spazi? Ciò che è importante è favorire il riordino degli ambienti da subito, dall’inizio della vita, e rendere il riordino parte dell’attività.
Ci sono delle strategie che possono aiutare i bambini nello sviluppo di questa competenza: prima di tutto la predisposizione dell’ambiente.
Maria Montessori (leggi il nostro approfondimento sulla sua filosofia educativa) descriveva l’adulto come il custode dell’ambiente, colui che si occupa di offrire al bambino un ambiente attraente, adatto al suo grado di sviluppo, rispecchiante i suoi interessi, e dove il bambino possa trovare risposte alle sue richieste di crescita. Ogni cosa presente nell’ambiente deve avere un perché, uno scopo preciso. Ciò che non serve non deve esserci.
Ecco che l’adulto, sia esso genitore o maestro, deve curare l’ambiente di vita del bambino considerando che il materiale con cui il bambino lavora è il cibo della sua mente. I criteri di allestimento della cameretta dovrebbero essere: scelgo, propongo, o adatto ciò che già c’è, perché sia utile, bello e interessante.
Spesso le camerette dei bambini sono troppo dense di materiale (abbiamo parlato dell’applicazione del metodo Montessori a casa in un articolo specifico), e questa condizione di saturazione non facilita il riordino, anzi. È importante perciò liberare lo spazio da tutto ciò che non serve, non è adeguato all’età e agli interessi dei bambini o, in questo preciso momento, non è attraente.
La prima azione da fare è scegliere:
I bambini piccoli hanno bisogno di vederci riordinare continuamente. Quando giochiamo insieme a un bimbo di poco più di anno, mostriamogli un materiale scelto dall’ambiente, lasciamo che lo manipoli fino a quando il suo interesse non sia esaurito e poi mostriamo dove il materiale deve essere riposto (riponendolo noi stessi) prima di passare a un’altra attività.
In questo modo il bambino si abitua al riordino, riconoscendolo come fase conclusiva dell’attività stessa.
A un certo punto dello sviluppo, solitamente intorno ai 24 mesi, il bambino può iniziare ad aiutarci in questa fase di riordino del materiale. Dopo aver lavorato insieme possiamo chiedere la collaborazione del bambino nel riordino degli oggetti impiegati, occupandocene insieme.
Questo supporto al riordino è fondamentale perché il bambino non viva con frustrazione questa fase importantissima, ma come un passaggio necessario per procedere alla scelta di una nuova attività. Se lasciamo che l’ambiente si saturi di oggetti in disordine, richiedere la partecipazione al riordino diventa estremamente difficile. Se, invece, per ogni materiale preso ci si occupa anche del suo riordino, diventa un compito accessibile.
Se i passaggi precedenti sono stati condotti con calma, pazienza e amore, trasmettendo al bambino il valore del riordino, ovvero come arricchimento delle esperienze condotte, come cura del materiale impiegato e dell’ambiente di vita, è facile che il bambino sia abituato al riordino, che non lo faccia per dovere e con fatica ma che sia per lui un’azione abituale e scontata e che la camera in disordine sia un’eccezione e non la regola (a tal proposito, leggi anche il nostro articolo sui letti Montessori, in cui parliamo di come favorire l’abitudine del bambino a rifare il letto) .
La camera del bambino in disordine deve farmi porre delle domande: l’ambiente che gli sto offrendo è adatto al suo grado di sviluppo? Ai suoi interessi? Come posso rendere l’ambiente più facilmente accessibile e quindi riordinabile? Ho trasmesso al mio bambino la ragione per cui è importante riordinare, qual è il valore del riordino? Da queste domande può partire la mia azione educativa.
Alcune foto sono tratte dal blog www.howwemontessori.com
formatrice, pedagogista e autrice, progetta e coordina servizi per la prima infanzia e svolge corsi di formazione per insegnanti e genitori sulla pedagogia montessoriana. Autrice del libro Qui abita un bambino edito da Uppa Edizioni, cura la rubrica "Tra il dire e il fare" su Uppa.