In qualsiasi momento, dai campi alla tavola, il cibo è a contatto con dei materiali che ne permettono il trasporto, la cottura, il consumo o la perfetta conservazione. Confezioni, pentole, piatti, posate e ciotole varie fanno parte dei cosiddetti M.O.C.A (Materiali e Oggetti a Contatto con gli Alimenti). I MOCA rispettano le regole di sicurezza al fine di garantire salubrità al consumatore, ma dobbiamo fare la nostra parte acquisendo delle giuste regole di comportamento.
Con l’arrivo dell’estate è tempo di gite fuori porta, picnic, giornate al mare con pranzo al sacco e tante altre iniziative per passare una giornata con amici e familiari. Armati di borsa frigo e contenitori vari, vi siete mai chiesti se i materiali a contatto con la vostra merenda siano o no adatti?
Senza farci caso, usufruiamo quotidianamente dei MOCA, i materiali e gli oggetti a contatto con gli alimenti. Sono quegli oggetti contraddistinti da uno specifico simbolo o dalla dicitura «per contatto con i prodotti alimentari».
Sulle etichette delle confezioni troviamo anche le istruzioni da osservare per garantire un impiego sicuro. Ad esempio, l’etichettatura di contenitori e utensili in alluminio includono istruzioni come: «non idoneo al contatto con alimenti fortemente acidi o fortemente salati» oppure «destinato al contatto con alimenti a temperature refrigerate».
Per garantire la sicurezza dei MOCA e per favorire la libera circolazione delle merci, nell’Unione europea (UE) esistono una serie di requisiti legali e forme di controllo che riguardano tutti i tipi di materiali d’imballaggio:
I MOCA devono essere conformi alle buone pratiche di fabbricazione e non devono, in condizioni d’uso normale, trasferire componenti ai prodotti alimentari, non devono costituire un pericolo per la salute umana, né modificare la composizione o le caratteristiche organolettiche dei prodotti alimentari.
Ma spesso siamo proprio noi a sbagliare, non badando alle raccomandazioni sul loro corretto uso e pertanto non è raro utilizzare bottiglie di plastica per l’acqua lasciate al sole per ore, comprare pellicole e alluminio low-cost che rilasciano ftalati, pentole che disperdono metalli, ceramica decorata a mano con vernici tossiche.
Il materiale delle confezioni destinato a venire a contatto con gli alimenti può trasferire componenti ai prodotti alimentari e in alcuni casi determinare una contaminazione dell’alimento con cui viene a contatto. La migrazione può rappresentare un pericolo per la salute umana perché le sostanze che si trasferiscono dal materiale all’alimento possono essere tossiche. L’entità della migrazione di tali sostanze dipende da una serie di fattori:
Pensiamo ad esempio ai materiali plastici usati nell’imballaggio e nel packaging o per produrre stoviglie monouso, o ai contenitori per la conservazione domestica degli alimenti. Ebbene, per la plastica esistono sostanze che possono migrare dalle materie plastiche agli alimenti come:
Se invece pensiamo a carta e cartone destinati al trasporto di alimenti nel campo della ristorazione veloce (cartoni da asporto per pizza, vaschette per patatine fritte), tali imballaggi vengono a contatto con alimenti umidi e grassi, favorendo il rilascio degli inquinanti e delle sostanze presenti nella cellulosa. Altre contaminazioni possono essere quelle relative all’alluminio (da vaschette e fogli d’alluminio), piombo (dal vetro), piombo e cadmio (dalla ceramica), cromo e nichel (dall’acciaio inossidabile).
L’elenco non è esaustivo ma è un inizio per le buone norme di comportamento da assumere ed evitare qualche piccola noia futura:
Per approfondimenti, la guida Materiali a Contatto con gli Alimenti della Commisione Europea, il Parere n. 19 pubblicato il 3 maggio 2017 dal Ministero della Salute e il Regolamento (CE) n.1935/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo.
biologa nutrizionista, ha svolto svariate attività lavorative nell’ambito della nutrizione. Attualmente lavora in provincia di Bolzano come libero professionista.