C’è chi legge nell’intimità del proprio letto, chi si riunisce in cucina mentre prepara la cena e chi si ritaglia un momento speciale nel weekend: leggere insieme ad alta voce continua ad appassionare adulti e bambini anche quando i più piccoli hanno ormai imparato a leggere da soli.
È successo anche alla scuola primaria Natale Palli di Parma, che quest’anno ha sperimentato un progetto di lettura condivisa in famiglia promosso dai genitori in collaborazione con la biblioteca comunale.
All’inizio dell’anno scolastico i bambini, con i loro familiari e le maestre, sono stati ospitati, suddivisi per età, in biblioteca, dove è stata presentata una ricca bibliografia. I bambini, così come gli adulti, sono rimasti rapiti in un silenzio inconsueto ad ascoltare storie e racconti di personaggi affascinanti, presentati dalla bibliotecaria. Poi ogni coppia bambino-adulto (mamme, papà ma anche nonni e fratelli maggiori) ha scelto il libro più gradito, in base alle proprie preferenze.
Alcuni mesi dopo, il primo incontro a scuola: gli adulti hanno avuto un momento di scambio sull’esperienza, mentre i bambini, guidati dalle maestre, hanno preparato un consiglio di lettura per i compagni sulla base del libro letto. Il grande albero di legno esposto sul ballatoio della scuola si è arricchito di tanti cartoncini colorati che si aprono come finestre su infiniti mondi e avventure.
In primavera, è avvenuto il secondo momento di condivisione con una “caccia al libro”. Ogni bambino ha preparato insieme al suo compagno di letture adulto un piccolo indovinello per i compagni sul titolo del secondo libro letto, poi, una serie di indizi realizzati dalle maestre ha condotto i bambini al tesoro: tanti nuovi libri che hanno arricchito la biblioteca della scuola, una risorsa indispensabile per un quartiere in cui non c’è una biblioteca civica.
Un tempo prezioso, quello in cui si legge insieme, come ha sottolineato una mamma, e anche un tempo da trascorrere insieme molto gradito ai bambini.
Per qualcuno questa esperienza ha rappresentato il recupero dell’intimità di uno spazio a due che, a volte, quando ci sono altri piccoli in casa, si rischia di smarrire; in altre famiglie l’esperimento si è allargato e ha coinvolto anche i fratelli, creando un piacevole momento di aggregazione familiare. Il rito della lettura ha scandito le giornate di molte persone: aprire un libro, infatti, significa mettere da parte la quotidianità e rilassarsi, sperimentando un ascolto più autentico di sé stessi e dell’altro.
Qualcuno all’inizio ha fatto fatica ma, una volta rotto il ghiaccio, non si è più fermato. E alcuni genitori, dopo aver spento la luce, non hanno resistito a fare ciò che avevano appena vietato ai propri figli: leggere ancora per sapere come andava a finire. Vivendo l’esperienza della lettura ad alta voce, i bambini diffidenti verso i libri si sono appassionati a tal punto che in alcuni casi hanno anche riletto il libro da soli, mentre altri hanno scoperto che in compagnia di un libro e della mamma si può anche ridere a crepapelle. Se qualcuno si è cimentato nella lettura ad alta voce ai familiari, altri bambini hanno avuto modo di affrontare temi “scottanti” («ma Babbo Natale esiste o non esiste?»), magari introducendo dei cambiamenti nelle proprie abitudini, come provare a sopravvivere per alcuni giorni senza schermi.
È significativo che, tra tutti i temi proposti, quello delle nuove tecnologie sia stato uno dei più avvincenti. Dieci giorni senza schermi? Che sfida!, di Sophie Rigal-Goulard, e Favole in wi-fi. Esopo, oggi, di Christian Stocchi – entrambi pubblicati da Einaudi Ragazzi – sono stati tra i titoli più richiesti dai bambini più grandi; bambini che, se adeguatamente sollecitati, riescono a esprimere il desiderio di acquisire strumenti di lettura critica per vivere con maggior serenità la realtà complessa che li circonda.
A volte hanno letto solo i grandi, altre volte sia i bambini sia gli adulti, secondo una regola scelta dai piccoli; ad esempio cinque pagine o un capitolo a testa. È anche successo che qualcuno abbia sbagliato libro e non l’abbia finito… può capitare! Come ricorda Daniel Pennac in Come un romanzo, tra i diritti del lettore c’è anche quello di non leggere. Non esistono obblighi e si può dire «non mi piace», «non fa per me in questo momento»; in ogni caso, la porta della biblioteca è sempre aperta.
Sono ancora troppi i bambini che non frequentano le biblioteche cittadine, anche laddove sono numerose, ma è attraverso esperienze come quella che abbiamo raccontato che gli adulti possono far scoprire ai più piccoli un luogo affascinante in cui vagare senza fretta alla ricerca di tesori nascosti, così come la possibilità di abitare la scuola al di là dei momenti ordinari previsti durante l’anno scolastico. Si tratta di occasioni per creare e coltivare relazioni all’interno e tra le famiglie, lavorando tutti insieme, genitori, bambini, insegnanti, a un obiettivo comune che valorizza le risorse disponibili.