C’era una volta il corredino. Confezionato a mano, giorno dopo giorno, dalla futura mamma, che lavorando a maglia ghettine, calze e cappellini, si preparava all’appuntamento con il suo bambino. Lentamente crescevano copertine di lana e ricami sui lenzuolini, e lentamente cresceva il bimbo nel grembo della mamma. E mentre il corredino prendeva forma, prendeva forma anche la consapevolezza che c’era un bimbo che sarebbe presto arrivato a trasformare una giovane donna in madre e il suo compagno in padre.
Oggi c’è la lista nascita. E la sua prima caratteristica, quella che balza immediatamente all’occhio è di essere una lista molto molto lunga, destinata a trasformarci in “consumatori forti”. Se prendiamo in considerazione i numerosi articoli dedicati all’argomento su riviste e siti specializzati, la media delle voci in elenco varia da 35 a 60 pezzi, tra accessori e gadget. Se però consultiamo i siti di alcune aziende del settore, il numero cresce fino ad arrivare, per una famosa marca, a 95 prodotti suddivisi per genere (allattamento, pappa, igiene, ecc.). Di fronte a queste lunghe liste di prodotti indispensabili, in tante giovani coppie si insinua il dubbio di non poterselo proprio permettere un figlio. Può esserci la crisi economica, possiamo essere in difficoltà, ma di sicuro non risparmieremo sul nostro bambino. Per un figlio tutto quello che occorre e anche di più.
Ed eccoci al punto. È possibile che per accogliere un bambino sia necessaria quella mole di accessori? Insomma, stiamo parlando di un neonato minuscolo che viene al mondo con poche fondamentali esigenze: essere tenuto in braccio, cullato, allattato, amato. E la mamma e il papà sono la risposta. Poi, certo, ci sarà bisogno di tenerlo pulito (acqua tiepida, un goccio di sapone), di tenerlo al caldo e di cambiarlo. È evidente però che quando il “punto di partenza” è il bambino e un’osservazione attenta dei suoi bisogni, a così tanti articoli indispensabili/necessari non ci arriviamo proprio. Il che non vuol dire che non compreremo nulla o che dobbiamo tornare a lavorare a maglia (fortunata chi padroneggia ancora quest’arte!), ma vuol dire che non vogliamo diventare facili “prede” della pubblicità che, forte della nostra inesperienza (quando si aspetta il primo figlio è difficile capire cosa può effettivamente servire e cosa no) e del nostro legittimo desiderio di garantire tutto il meglio alla creatura che nascerà, ci spinge nella direzione dello shopping sfrenato.
Quando non si ha esperienza di bambini è difficile sapere quali tra i tanti accessori proposti dal mercato sono effettivamente validi e quali superflui (di indispensabile ce n’è uno solo: il seggiolino auto). Il sentire comune poi, ci spinge nella direzione dell’acquisto, il passaparola tra mamme sovente conferma la necessità dei tanti prodotti elencati nelle liste nascita, salvo accorgersi, dopo la nascita, di aver affrontato molte spese inutili.
Ma allora come regolarsi? Un suggerimento che in genere dà buoni risultati è quello di non farsi prendere dall’urgenza. Per comprare, c’è tempo. Spesso si pensa che prima della nascita debba essere tutto pronto, e con tutto si intendono prodotti e gadget. In realtà, i “fondamentali” per accogliere un neonato già ci sono e sono la mamma e il papà. Va da sé che acquisteremo o ci faremo prestare da amiche che hanno figli più grandi, vestitini e tutine, che penseremo ai pannolini (magari lavabili?), che compreremo qualche piccolo accessorio per il piacere di farlo, perché ci ha colpito, e pazienza se non servirà; ma fatto questo, non ci sono acquisti “obbligatori”, non rimandabili. Si può attendere che il bimbo nasca per scoprire di cosa ha effettivamente bisogno, in base al suo temperamento, alle sue “richieste”, alle esigenze della nostra famiglia (ricordiamo che ogni famiglia è storia a sé, unica e speciale, quello che per una coppia è fondamentale, per un’altra può risultare assolutamente inutile) e al tipo di mamma che nascerà in sala parto. Sì, perché c’è anche questo da scoprire: che mamma diventeremo? Quante certezze coltivate prima della nascita sono destinate a svanire, trasformarsi, adattarsi a una realtà che non è mai del tutto uguale a quella immaginata?
Nelle liste nascita troviamo biberon, ciucci, sterilizzatori e scaldabiberon, ma, se la mamma allatta, non avrà certo bisogno di questi accessori. E ancora, ci sono famiglie che hanno investito cifre importanti in carrozzine e passeggini per poi scoprire che amavano molto portare il bimbo nella fascia o nel marsupio (e che il bambino stesso preferiva di gran lunga questa modalità all’ultimo modello superaccessoriato di carrozzina/passeggino), per cui magari un passeggino poteva tornare utile in certe occasioni sì, ma a quel punto sarebbe andato bene un semplice (ed economico) modello “base”. E che dire dei tanti bambini che snobbano ostinatamente la graziosa culla con biancheria coordinata, preferendo qualunque altra soluzione contempli la vicinanza (molto stretta) con la mamma?
Insomma, conviene farli nascere questi piccini. Fare conoscenza. E iniziare a capirsi. E se nel frattempo ci si accorge che manca qualcosa? C’è sempre il papà (o la nonna o la zia) che può fare un salto al negozio, in farmacia, al supermercato, in base a quello che serve.
Questo vale per i primissimi mesi, ma anche per il periodo successivo quando i bambini iniziano a muoversi e pian piano a esplorare la realtà che li circonda. Prendiamo il box ad esempio: oltre a limitare la libertà del bambino interferendo con il corretto sviluppo psicomotorio questa sorta di “scatola”, in molti casi, si è trasformata in un cesto porta-giocattoli perché il bambino non ci è mai rimasto per più di due minuti senza protestare o, se più grandicello, senza… tentare la fuga! E quanti giocattoli giacciono inutilizzati in ceste e cassapanche, mentre i bambini si divertono con mestoli di legno, chiavi, telecomandi?
L’invito della nostra società quando c’è un bambino in arrivo è quello di comprare. Di comprare molto. E di conseguenza di riempire la casa di accessori, prodotti, oggetti. In realtà, quando c’è un bambino in arrivo dovremmo fare spazio: nella nostra casa, preparandoci a trasformarla in una casa a misura di bambino; nelle nostre vite, preparandoci allo sconvolgimento (bellissimo, ma pur sempre uno sconvolgimento) che diventare genitori comporta; e nei nostri cuori, destinati ad aprirsi a un amore nuovo, così totalizzante e unico, che non si può spiegare a parole. Perché alla fine è proprio lì, nei nostri cuori, il segreto per accogliere e crescere un bambino felice.
giornalista e scrittrice specializzata nel settore materno-infantile, è autrice di numerosi saggi per futuri e neogenitori (tra cui Bebè a costo zero, Benvenuto fratellino, I giochi più stimolanti e creativi, Allattare e lavorare si può) che sono diventati un punto di riferimento per tante famiglie in Italia e all'estero, e di fiabe per bambini.