Buongiorno,
vi scrivo per chiedervi di aiutarmi ad approfondire un tema rispetto al quale non riesco a trovare molte informazioni: la circoncisione maschile. Nel Paese di origine di mio marito, e in molte altre zone dell’Africa e del mondo, si ritiene che la circoncisione di tutti i bambini, meglio se piccoli, sia molto importante sia per ragioni di igiene personale sia per prevenire problemi di salute. Qui in Italia, invece, la maggioranza dei bambini non viene circoncisa e molti sostengono che la circoncisione risponda solo a motivi rituali o religiosi. Voi cosa ne pensate?
Grazie,
Una mamma
La ringrazio per aver aver fatto questa domanda: l’argomento è molto complesso perché si presta a valutazioni religiose, culturali, legali e morali, oltre che scientifiche.
La circoncisione consiste nella rimozione chirurgica del prepuzio, che è quel lembo di cute scorrevole che ricopre il glande. Si fa poco in Europa, mentre è prevista dalla legge ebraica ed è una pratica consolidata nell’Islam. È diffusa in Africa, negli Usa e nel Sud-est asiatico.
In Italia è legalmente ammessa (a differenza di quella femminile, che è considerata una grave mutilazione), ma il Sistema Sanitario Nazionale la riconosce solo se eseguita per ragioni mediche (ad esempio per fimosi) e non se fatta per motivazioni culturali o religiose; da qui nasce il problema delle circoncisioni “fatte in casa” o in ambienti non sterili, con gravi rischi chirurgici e infettivi, fino ad arrivare al caso del neonato ghanese, figlio di rifugiati, deceduto a Torino nel 2016.
Alcune regioni, come la Toscana, il Lazio, il Piemonte e il Friuli-Venezia Giulia hanno previsto la possibilità di eseguire l’intervento tramite il Servizio Sanitario Nazionale con un ticket talvolta ragionevole: restano però inaccettabili differenze all’interno del territorio nazionale.
Venendo alle motivazioni scientifiche, nel 2012 la prestigiosa American Academy of Pediatrics ha preso una posizione netta: secondo gli americani tutti i neonati dovrebbero essere circoncisi. La pratica ridurrebbe il rischio di infezioni delle vie urinarie del 90%, nonché quello di contrarre il virus dell’HIV del 60%, con un notevole risparmio sulla spesa sanitaria.
Va però considerato che la ricerca si è svolta soprattutto nei paesi africani, dove l’incidenza dell’Aids è molto elevata. Inoltre, un recente studio danese dimostra che il rischio di sviluppare autismo tra i circoncisi è una volta e mezza più alto, probabilmente a causa dell’esperienza dolorosa vissuta dal neonato.
La mia opinione è che i dati scientifici che abbiamo a disposizione sull’argomento non siano ancora sufficienti per prendere una posizione definita: nel mondo occidentale le condizioni igieniche sono generalmente soddisfacenti e non sembra esserci un reale vantaggio nel praticare la circoncisione a tutti i neonati.
Resta comunque la necessità di proteggere la salute dei bambini superando le differenze presenti tra le regioni, evitando così il ricorso a pratiche pericolose.
pediatra, esercita la professione di pediatra di famiglia a Padova. È presidente dell’Associazione Culturale Pediatri di Venezia e collabora come volontario con la onlus “Rafiki - Pediatri per l’Africa”.