Detergenti, saponi, shampoo, creme: ma quanto ci costa il bagnetto del bebè? La lista dei prodotti per l’igiene del neonato è davvero lunga (della cura e dell’igiene del neonato parliamo anche in questo articolo). Spesso ci si orienta sulle marche più note (e più costose), mossi dal desiderio di garantire tutto il meglio ai nostri piccini. D’altronde, si dice che la pelle dei bambini è “delicata”, quindi per il nostro piccino solo i prodotti “giusti”, i prodotti migliori. Ma quali sono le soluzioni ideali per garantire l’igiene e la cura del corpo del bebè? Vediamo insieme le varie “voci” e cerchiamo di distinguere quello che è davvero utile per il bambino da quello che, oltre a essere superfluo, potrebbe rivelarsi anche dannoso.
File di barattoli e flaconi colorati richiamano l’attenzione dei genitori dagli scaffali del reparto bimbi del supermercato, dei negozi specializzati e delle farmacie. Ma cosa serve “veramente” per il bagnetto del bebè? La risposta forse vi sorprenderà: acqua tiepida. Se si vuole con un cucchiaino di amido di riso o di amido di mais. E basta? E basta, perché il neonato non è sporco. Il bagnetto serve per rilassarsi, rinfrescarsi nei mesi caldi, creare una piacevole routine, non per “sgrassare” la pelle con saponi e detergenti.
Quando il bambino inizierà a sporcarsi perché gattonerà in giardino e mangerà pastasciutta, un normale detergente delicato, utilizzato anche per il resto della famiglia, andrà benissimo. E lo shampoo? Per i capelli del neonato non serve certo un prodotto ad hoc e per i bambini con chiome particolarmente fluenti si potrà usare una piccola quantità di shampoo delicato (sempre quello della famiglia) diluita in acqua, o una saponetta alla calendula, insaponando le dita per frizionare la testolina del bambino.
Un’ultima considerazione riguarda la “location” del bagnetto, ovvero la vaschetta. In commercio si trovano molteplici modelli: ergonomici, sagomati, da fissare alla vasca da bagno, incorporati alla cassettiera fasciatoio e così via. Il tutto per un costo che varia da 20 a 90 euro circa (escludendo dal discorso la vaschetta idromassaggio per neonati da più di mille euro!) per un oggetto che verrà utilizzato per un tempo brevissimo. Una valida alternativa è quella di fare il bagnetto nel lavandino o in un normalissimo catino per il bucato. Non solo il risultato è lo stesso, ma in genere le vaschette per i panni sono dotate di manici che le rendono più pratiche e maneggevoli rispetto alle vaschette per bebè. E quando non verrà più usato per il bagnetto, il nostro catino potrà tornare utile per il bucato o per raccogliere i giochi del bambino.
Ormai si trova in tutte le liste nascita. Il kit per il bagnetto del bebè composto da accappatoio (un quadrato di tessuto con cappuccio triangolare) e mini-phon (un normalissimo phon, solo di dimensioni più piccole rispetto a quello che già abbiamo a casa). Ora, se desiderate comprare il fantomatico accappatoio per neonato (magari perché vi piacciono la fantasia o il colore), nessun problema, ma va da sé che un bell’asciugamano morbido svolgerà la medesima funzione alla perfezione.
Stesso discorso per il phon, che tra l’altro con i bimbi piccoli non si usa perché i capelli si asciugano massaggiandoli delicatamente con l’asciugamano. Una volta cresciuto, il bambino potrà tranquillamente usare l’asciugacapelli di famiglia. Un’ultima riflessione riguarda il borotalco. Cospargere la pelle del bebè dopo il bagnetto con la famosa polvere profumata era un’abitudine molto comune, ma oggi si sconsiglia l’uso di questo prodotto che non presenta un’utilità specifica, rischia di interferire con la normale traspirazione della pelle (occludendone i pori) e può essere molto pericoloso se inalato.
Ora sfatiamo un altro mito: quello che a ogni cambio pannolino occorra lavare il bimbo con il sapone o utilizzare salviettine umidificate. In realtà, un uso molto frequente di detergenti o salviette (potenzialmente allergizzanti, inquinanti e costose, da usare quindi solo in caso di reale necessità) rischia di privare la cute delle sostanze grasse che la proteggono.
Un lavaggio accurato con acqua tiepida, in genere, è sufficiente per garantire l’igiene del bebè (anche quando il neonato presenti la cosiddetta “crosta lattea“). Quando necessario si potrà ricorrere a un detergente privo di tensioattivi schiumogeni e profumi (che possono irritare la pelle) o usare una pezza in stoffa morbida imbevuta di qualche goccia di olio di oliva o di mandorla.
La pubblicità ci invita a spalmare sulla pelle del bambino creme idratanti, emollienti, protettive, ma questo è uno dei (tanti) casi in cui conviene farsi guidare dal motto “fare meglio con meno”. La pelle del bambino (parliamo di bambini sani che non hanno malattie cutanee per cui possono rendersi necessarie terapie mirate) non ha bisogno di creme e cure particolari perché si difende, si idrata e si protegge alla perfezione da sé, grazie al suo strato idrolipidico (una miscela di grasso e acqua distribuita sull’epidermide). Anzi. Laddove i prodotti usati contengono derivati del petrolio e/o ingredienti aggressivi c’è il rischio di ostacolare la normale traspirazione, seccare e/o irritare la cute. Oltre al fatto che la paraffina liquida (o mineral oil), di cui abbondano molti prodotti per il corpo, è un derivato della raffinazione del petrolio, inquinante e non biodegradabile. Se si desidera usare un olio per massaggiare il bimbo si potrà usare del normale olio di mandorle (lo stesso eventualmente utilizzato per i massaggi al pancione in gravidanza) o dell’olio extravergine di oliva.
La pelle è un organo che assorbe le sostanze con cui entra in contatto. Ecco perché quando acquistiamo un detergente più che dalla marca, dalla confezione o dal prezzo, dovremmo farci guidare dalla composizione del prodotto stesso. In questo ci viene incontro l’INCI, ovvero l’elenco degli ingredienti riportati in ordine decrescente di quantità impiegata.
giornalista e scrittrice specializzata nel settore materno-infantile, è autrice di numerosi saggi per futuri e neogenitori (tra cui Bebè a costo zero, Benvenuto fratellino, I giochi più stimolanti e creativi, Allattare e lavorare si può) che sono diventati un punto di riferimento per tante famiglie in Italia e all'estero, e di fiabe per bambini.