Le basi per una buona salute dentaria si pongono ancor prima che spuntino i denti. L’igiene della bocca va infatti curata già dalle prime poppate, passando una garza di cotone (avvolta attorno all’indice) sulle gengive del lattante. Questa prassi ha due scopi importanti: detergere il cavo orale dai residui di latte e abituare nostro figlio all’idea che qualcuno si prenda cura della sua bocca. In questo modo, il passaggio all’uso dello spazzolino e del dentifricio nel momento in cui spunteranno i primi dentini non sarà un trauma né per il piccolo né per noi.
Spazzolino e dentifricio sono solo una parte (per quanto fondamentale) della routine ottimale della salute dei denti, che si basa su tre pilastri: attenzione all’igiene orale, flora batterica sotto controllo e una dieta adeguata.
Per quanto riguarda il primo punto, ovviamente nessun genitore aumenterebbe in modo cosciente il rischio di carie del proprio figlio. Eppure, molti non sanno che alcune abitudini frequenti, come assaggiare il cibo destinato ai bambini per controllarne la temperatura o soffiarci sopra se è troppo caldo, aumentano notevolmente questo rischio, soprattutto se chi le svolge ha una carie o comunque un’igiene orale non ottimale, perché in questo modo trasferirà al piccolo (seppure inconsapevolmente), proprio tramite il cibo, la sua flora batterica “aggressiva”.
Anche l’importanza della dieta è nota, ma non lo sono altrettanto alcune accortezze a essa collegate. Se ad esempio al piccolo non vengono lavati i denti dopo le poppate, soprattutto se il periodo di allattamento si prolunga molto, il rischio di carie aumenta; la stessa precauzione vale per i bambini che vengono nutriti con la formula artificiale. Altri alimenti “rischiosi” che devono essere seguiti dallo spazzolamento sono: sciroppi, camomille granulari (zuccherate) e succhi di frutta industriali.
Fino ai 3-4 anni spazzolino e dentifricio possono bastare, ma gli strumenti per l’igiene orale non finiscono qui. Da quando i molari da latte si toccano, è il caso di iniziare a utilizzare ogni sera il filo interdentale. La tipologia più comoda è la forcella tendifilo (o flossette), un filo interdentale con il manico.
Utilizzare il filo interdentale sin da piccoli porta due vantaggi: riduce da subito il rischio di carie interdentali e crea una giusta abitudine che darà l’opportunità di avere una bocca più sana da grandi.
Molti genitori si chiedono quale sia il posto migliore o più comodo per dedicarsi all’igiene orale del bambino. All’inizio è facile, possiamo tenere il piccolo in braccio mentre usiamo la garza sulle gengive o gli laviamo i primi dentini. Man mano che i bimbi crescono, però, questa posizione diventa sempre più scomoda e sarà dunque utile spostarci in bagno, dove terremo il bambino in piedi o seduto sulle nostre gambe, col suo collo poggiato sul braccio e la sua testa leggermente inclinata indietro: in questo modo sfrutteremo meglio la luce e avremo una visuale migliore su entrambe le arcate dentarie.
Le ultime linee guida del Ministero della salute in tema di prevenzione della carie consigliano l’uso di un dentifricio con 1.000 ppm (parti per milione) di fluoro già a partire dai 6 mesi, o comunque da quando spuntano i primi dentini da latte. Dai 6 ai 12 anni si passa a 1.400 ppm, e dai 12 anni in su a 1.450 ppm. Salvo casi particolari, le stesse linee guida non consigliano l’utilizzo delle gocce di fluoro.
Per quanto riguarda la quantità da utilizzare, fino ai 6 anni basta “sporcare” le setole dello spazzolino. Raggiunti i 6 anni, si utilizza una quantità pari a mezzo pisello verde e dai 12 anni un pisello intero. Per massimizzare l’effetto benefico del fluoro contenuto nel dentifricio, è consigliabile non risciacquare o ridurre al minimo il risciacquo dopo lo spazzolamento.
Se non avete ancora iniziato a lavare i denti a vostro figlio, niente paura: siete sempre in tempo. Certo, più i bambini sono grandi e più è difficile cambiare le loro abitudini, ma in ogni caso dopo un primo periodo di difficoltà anche questa pratica diventerà un’abitudine. Lo scoglio più grande è legato al fatto che i bambini non percepiscono l’importanza della pulizia dei denti, e dunque per loro spazzolare pochi secondi o diversi minuti è la stessa cosa (laddove noi sappiamo benissimo che non è così). Come fargli capire la differenza? I bambini hanno bisogno di vedere, toccare, emozionarsi, solo così possono capire e imparare.
Come insegnare dunque ai bambini l’importanza della pulizia dei denti? Il trucco dunque è fargli “vedere” i batteri, proprio nella loro bocca e dopo il lavaggio dei denti. Solo così potranno capire dove sono riusciti a pulire bene e dove devono migliorare, e ancora di più potranno accorgersi di quanto sia impegnativo spazzolarli via. Ma vi starete chiedendo: «I batteri sono microscopici, come facciamo a mostrarglieli?». Facile, con le pastiglie rivelatrici di placca. Si tratta di compresse colorate da far sciogliere in bocca dopo aver lavato i denti: il colorante (innocuo) evidenzia le parti in cui, nonostante lo spazzolamento, è rimasta la placca batterica. Una volta individuate queste zone, il bambino potrà spazzolare di nuovo e meglio, per raggiungere la corretta pulizia dei denti e “cacciare via i batteri cattivi”.
Un consiglio: mettetevi in gioco e fatelo assieme ai vostri figli. Giocate con loro a chi ha meno “denti colorati”, scoprirete quanto voi stessi siete bravi a lavarvi i denti e, soprattutto, trasformerete qualcosa che viene solitamente vista come una grande noia in un momento di aggregazione familiare, una divertentissima “caccia” alla placca batterica.