In allattamento si deve seguire un’alimentazione precisa? Serve una dieta durante l’allattamento? Sono domande che le mamme si pongono soprattutto quando al primo disagio del neonato si sentono subito chiedere: «Che cosa hai mangiato?», seguita da una rassegna dettagliata di tutti i cibi di cui si sono alimentate nelle ultime 24 ore. Si entra così in un circolo vizioso dal quale risulta poi difficile uscire.
Quando si parla di alimentazione in allattamento, infatti, non è raro sentirne di cotte e di crude: ognuno ha le proprie credenze, spesso basate su fattori sociali e culturali relativi al luogo in cui si vive, e purtroppo è ancora molto frequente che i pediatri, durante la prima visita, consegnino ai genitori un foglio con elencati gli alimenti consentiti e quelli da evitare durante l’allattamento. In realtà questo approccio che prevede una dieta rigida e precisa durante l’allattamento al seno rispecchia vecchie credenze popolari che nulla hanno di scientifico.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità e le più autorevoli società scientifiche raccomandano (come ormai sappiamo molto bene) di dare supporto alle mamme che desiderano allattare i bambini anche oltre i 2 anni; inoltre, può capitare che una donna abbia una gravidanza di seguito all’altra e si ritrovi così ad allattare per periodi molto lunghi o mentre è in corso una nuova gravidanza. Come bisogna comportarsi in questi casi? Esistono davvero dei cibi da evitare in allattamento? Di seguito chiariamo tutti i dubbi delle mamme su alimentazione e dieta in allattamento, ma sin da ora vi ricordiamo che l’allattamento è uno stato fisiologico e non certo una malattia.
Così come succede nella gravidanza, c’è chi sostiene che anche durante l’allattamento al seno l’alimentazione debba rispettare il seguente principio: è necessario mangiare di più per soddisfare i fabbisogni energetici del neonato. Ma davvero in allattamento si deve mangiare di più? Non è così: la produzione di latte, infatti, sia in termini di quantità sia dal punto di vista della qualità, è pressoché indipendente dall’alimentazione materna.
La natura protegge il nuovo nato anche a discapito della madre, al punto che pure nei casi di denutrizione (riguardanti donne che vivono in condizioni di svantaggio socio-economico) si produce un latte adeguato ai fabbisogni nutrizionali del piccolo in crescita. Solo in caso di grave malnutrizione materna la produzione e la composizione del latte potrebbero subire delle modifiche sostanziali.
Serve seguire una dieta in allattamento? Secondo le ultime tabelle LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti), una donna che allatta ha bisogno di circa 700 Kcal in più al giorno. Una parte di queste calorie, però, viene ricavata dai depositi di grasso accumulati durante la gravidanza. E qui sfatiamo un altro falso mito: non è vero che allattare fa ingrassare, al contrario, uno dei vantaggi dell’allattamento è che la madre, dopo il parto, va incontro a una riduzione del peso corporeo, con un più facile e rapido ritorno al peso del periodo precedente la gravidanza.
Le restanti energie supplementari (circa 500 Kcal) non necessitano di una dieta specifica per l’allattamento, ma potranno essere colmate con uno spuntino aggiuntivo, ad esempio mangiando una piccola porzione di frutta secca. Sarà quindi sufficiente per la donna assecondare il proprio senso di fame stando attenta a non abusare di alimenti ipercalorici.
Ma si deve bere di più quando si allatta? Per quanto riguarda i liquidi, vale lo stesso principio, cioè quello di assecondare i propri bisogni: attraverso questo meccanismo il nostro corpo ci comunicherà o meno la necessità di un maggiore apporto idrico.
Esistono alimenti che non si possono mangiare mentre si allatta? Aglio, cipolla, cavolfiori e broccoli, spezie e alimenti piccanti sono davvero da evitare, come si sente dire? In realtà, non esistono cibi sconsigliati in allattamento. È vero però che le scelte alimentari materne condizionano il sapore del latte, ma si tratta di un meccanismo intelligente creato dalla natura per far sì che il neonato – che ha già iniziato ad “avvertire” i sapori in gravidanza, tramite l’ingestione del liquido amniotico – continui ad assaporare i gusti della cucina di famiglia attraverso il latte materno.
Questo meccanismo lo predispone all’accettazione dei cibi solidi quando sarà il momento dello svezzamento. È stato dimostrato, ad esempio, che se la mamma mangia aglio durante la gravidanza e successivamente nell’allattamento, questo alimento sarà poi accettato con più facilità dal bambino. Il gusto va educato fin da piccoli!
Sul “cosa” mangiare durante l’allattamento i falsi miti sono tantissimi. Per quanto riguarda i legumi, ad esempio, basta dire che le famose “coliche” dei neonati non sono causate dall’ingestione di aria.
Quindi nell’alimentazione in allattamento è possibile tutti i cibi, prestando attenzione, però, ai liquidi contenenti caffeina, da consumare con moderazione come in gravidanza, e nel consumo di alcolici. Infatti, l’alcol durante l’allattamento passa totalmente dal sangue della madre al latte. Bere un po’ di vino durante i pasti è possibile, ma con moderazione, e sarebbe meglio aspettare circa due ore prima di riattaccare il bambino al seno.
Così come non esistono cibi da evitare, quindi, non esistono cibi raccomandati in allattamento: non è vero che «il latte fa latte» o che «il brodo di gallina fa aumentare la produzione di latte» e così via. Il consiglio è quello di seguire un’alimentazione varia ed equilibrata, ricca di acqua, verdure, frutta e cereali: la stessa raccomandazione che vale per ognuno di noi, che si allatti o meno.
Una mamma che mangia i cibi “allergizzanti” in allattamento – per intenderci latte, uova, pesce, frutta secca… – non può che far del bene al proprio bambino. Se da una parte infatti le allergie non si possono prevenire, dall’altra le società scientifiche di allergologia pediatrica raccomandano alle madri che hanno storie familiari di allergie di continuare ad assumere l’alimento incriminato, perché così facendo si aiuta il bambino a sviluppare una tolleranza verso quel cibo e si riduce la gravità dell’eventuale manifestazione allergica.
pediatra, consulente professionale in allattamento IBCLC e insegnante di massaggio infantile AIMI, esegue consulenze specialistiche sull’allattamento per futuri genitori e neogenitori, aiutandoli a risolvere eventuali difficoltà prima e dopo la nascita, e in qualunque fase dell’allattamento.