Casotti, capanne, tende, rifugi improvvisati… la casa è per tutti, sin da piccoli, sinonimo di protezione, il luogo sicuro per eccellenza, in cui nulla di pericoloso può accadere. Gli eventi storici recenti, poi, hanno rafforzato in noi questa convinzione – dovuta anche alla grande familiarità ognuno verso la propria abitazione –, che comporta l’abbassamento di quei meccanismi di difesa che attuiamo invece quando ci troviamo in un ambiente esterno. Tuttavia le indagini statistiche pongono proprio l’abitazione come uno dei maggiori luoghi a rischio di incidenti, e i bambini fanno parte di una delle categorie più esposte a questi pericoli. Ogni anno nel nostro Paese si registrano infatti oltre 600 mila accessi al pronto soccorso pediatrico conseguenti a infortuni domestici. L’incidenza è più elevata nei maschi, per via della loro maggiore predisposizione a esporsi ad attività ludiche rischiose, e l’età del bambino incide molto sulla tipologia del rischio.
Per incidente domestico si intende un infortunio, conseguente a un atto involontario, che comporta la compromissione dello stato di salute di una persona e che si verifica all’interno di un’abitazione o dei suoi spazi esterni (balcone, giardino, garage, cantina, scala eccetera).
In base all’età del bambino esistono rischi di infortunio differenti. I più comuni sono i traumi osteo-articolari, diversi per frequenza e caratteristiche in base all’età. A partire dai 4 mesi, quando il piccolo acquisisce un discreto controllo motorio e la capacità di rotolare, il pericolo principale è la caduta da un ripiano alto (fasciatoio, letto…) con conseguente possibilità di traumatismi cranici o fratture principalmente degli arti superiori e della clavicola (ma non sono escluse anche possibili fratture di altri distretti corporei); in caso di traumatismo cranico è bene osservare l’eventuale presenza di un pianto inconsolabile e continuo nel tempo, episodi ripetuti di vomito, sonnolenza eccessiva, convulsioni. Nell’80% dei casi un trauma cranico non comporta alcuna conseguenza, tuttavia qualora fosse presente un atteggiamento del bambino differente dal solito è sempre necessario rivolgersi al pediatra di famiglia per valutare se ricorrere al pronto soccorso più vicino per eventuali approfondimenti diagnostici.
In caso di fratture clavicolari invece il bambino può lamentarsi durante i movimenti di sollevamento del braccio (come avviene ad esempio per il cambio della maglietta) e presentare una tumefazione nel tratto compreso tra collo e spalla, ovvero lungo il decorso clavicolare. Il sospetto di altre lesioni ossee nasce invece quando il piccolo tende a non utilizzare improvvisamente un intero arto o un distretto corporeo specifico pur continuando però a svolgere le sue normali attività di gioco. I bambini molto piccoli infatti difficilmente riescono a localizzare un dolore, e tendono spontaneamente, per difesa, ad annullare completamente l’utilizzo dell’intero arto interessato da un trauma.
Dopo l’anno di età, ovvero quando il bambino impara a camminare e poi ad arrampicarsi, i traumi conseguenti a incidenti domestici possono avvenire anche in maniera più violenta, con cadute dalle scale o da ripiani alti, scivolamenti in doccia o semplicemente su oggetti (una palla che rotola), e possono interessare più spesso anche gli arti inferiori.
Un altro episodio relativamente frequente nella fascia di età sotto i 5 anni è la dislocazione del gomito, comunemente definita “pronazione dolorosa”, un trauma dovuto allo slittamento del radio sotto il legamento che generalmente lo tiene ancorato alla sua sede e che può verificarsi in seguito a un movimento di strattonamento dell’avambraccio, ad esempio nel tentativo di tirare il bambino a sé per evitargli una caduta, o tirandolo per le braccia durante il gioco dell’altalena. Nel caso di pronazione dolorosa il piccolo lamenta dolore immediato ed esclude automaticamente il braccio interessato dall’utilizzo (l’arto si presenta appoggiato al fianco e ruotato verso l’interno). In questo caso è necessario informare il proprio pediatra dell’accaduto o recarsi al pronto soccorso più vicino per eseguire, in tempi rapidi, la manovra di riposizionamento del radio, che se effettuata correttamente elimina subito il dolore e consente al bambino di ritornare ai suoi giochi senza alcuna limitazione. Anche qualora dovesse ripetersi, questo tipo di episodio non comporta quasi mai conseguenze né limitazioni funzionali all’utilizzo del braccio interessato.
Oltre ai traumi contusivi o alle fratture, che rappresentano gli incidenti più frequenti, esiste anche il rischio di traumi lacerativi (come le ferite da taglio), seguiti da ustioni, incidenti di soffocamento o ingestione di sostanze nocive o corpi estranei.
Il mondo in cui ci muoviamo è disegnato a misura di adulto: i luoghi pubblici, i locali, i mezzi di trasporto, i mobili e gran parte degli oggetti di cui sono piene le nostre abitazioni sono pensati e realizzati senza tenere in considerazione la possibilità che un bambino ne faccia un uso differente da quello per cui sono stati immaginati. Persino alcuni giocattoli, se non adeguatamente conformi alle norme di sicurezza vigenti nel nostro Paese, o se scelti per un’età differente di utilizzo, possono rappresentare un potenziale rischio per il piccolo. Proprio in merito alla prevenzione degli incidenti domestici dei bambini, il Ministero della Salute, [1] e poi singolarmente anche alcune regioni, hanno stilato differenti decaloghi di misure preventive da attuare per limitare al massimo i rischi di infortuni in ambiente domiciliare.
È difficile immedesimarsi nello splendido mondo immaginifico del bambino, così come è difficile riuscire a prevedere tutti i potenziali rischi presenti in una casa: basta un attimo di distrazione e la tenda del salotto diventa la liana di una giungla, il divano un vascello di pirati con tanto di trampolino, la libreria una vetta da scalare… e quello stesso bambino, che fino al giorno prima riusciva a malapena a stare in posizione seduta, ora si lancia sorridente e inconsapevole in queste nuove “avventure”. Ma i bimbi (per fortuna!) sono fatti così: curiosi, impavidi, incoscienti, entusiasti e imprevedibili.
La prevenzione degli incidenti domestici non si attua chiudendo i bambini in una bolla di plexiglas o sperando di tenerli ancorati a una sedia, ma piuttosto seguendo alcune accortezze utili a limitare i rischi di infortuni accidentali. L’azione preventiva più importante è offrire ai nostri bambini la stessa attenzione che gli si porge quando ci si trova in ambienti esterni, ovvero non perderli mai d’occhio, soprattutto se sono molto piccoli, sempre assecondando il loro importante desiderio di scoperta e curiosità.
Ecco di seguito alcune azioni utili alla prevenzione degli incidenti domestici dei bambini:
Parlare concretamente dei numeri può aiutarci a capire meglio quanto il rischio di incidenti domestici sia effettivamente elevato. Nel nostro paese un ricovero su cinque in età pediatrica è dovuto a un incidente, e il 60% di incidenti dei bambini di età compresa tra 0 e 4 anni avviene in ambiente domestico, con conseguenze talvolta molto gravi.
Un maggior numero di incidenti si registra, inoltre, in famiglie con basso reddito, basso grado di istruzione o che vivono in case particolarmente affollate. La cucina rappresenta, per donne e bambini, il luogo della casa con più alto tasso di incidenti (il 40% del totale).
Le cause più frequenti di incidenti nelle abitazioni sono:
Altre cause sono di origine elettrica o relative ad avvelenamenti e annegamenti.
Nel nostro Paese, ogni anno, si registrano circa 8 mila incidenti domestici con esito fatale. Nonostante negli ultimi anni siano stati fatti notevoli progressi in termini di prevenzione, ancora oggi gli incidenti domestici rappresentano la prima causa di morte nei bambini o possono comportare disabilità gravi e permanenti.
La fascia d’età 0-1 anno è quella che presenta il più alto rischio di gravità maggiore: questi bambini, infatti, sono più esposti al soffocamento dovuto a ingestione impropria di oggetti estranei. Andando avanti con l’età aumentano invece i rischi legati alle cadute con possibilità di traumatismi talvolta severi. Il grande numero di incidenti domestici che colpiscono ogni giorno i nostri bambini (talvolta con esito fatale) dovrebbe far riflettere sulla necessità di porre maggiore attenzione alla reale sicurezza delle nostre abitazioni, nonché sulle nostre abitudini sbagliate, perché se è vero che non si può chiedere a un bimbo di essere prudente, si deve chiedere al genitore, o all’adulto che accudisce il piccolo, di non sottovalutare ogni possibile insidia presente all’interno abitazioni.
Specialista in Ortopedia e Traumatologia con indirizzo prevalentemente pediatrico, dal 2009 pratica attività di volontariato in Tanzania in un centro per bambini motolesi. Ha frequentato corsi professionalizzanti sulla metodica di Ponseti nel trattamento del piede torto congenito e sulla tecnica ecografica di Graf nella displasia congenita delle anche. Dal 2017 è co-responsabile dell’ambulatorio di Ortopedia Pediatrica del Policlinico di Messina.