I nonni sono una grande risorsa, hanno fatto la loro parte come genitori e adesso hanno del tempo a disposizione per seguire i nipoti; il loro contributo è prezioso specialmente quando mamma e papà lavorano entrambi. Certo, la vita familiare non è uguale per tutti e ci sono nonni e nonni: alcuni ancora occupati, altri con molto tempo libero; alcuni giovani, altri più anziani; alcuni in buona salute, altri con qualche acciacco oppure malati. C’è chi abita vicino e chi lontano. Non tutti, poi, sono inclini ad assumersi obblighi e responsabilità.
Un fatto è certo, ci sono delle differenze tra i nonni di settant’anni fa e quelli di oggi. I nonni di allora sembravano veramente anziani, addirittura più di quanto in realtà non fossero: non facevano sport, non si tingevano i capelli, avevano dentiere scadenti, vestivano di scuro, si portavano dietro i loro acciacchi pensando di non poter porvi rimedio; inoltre ritenevano di dover condurre una vita consona alla loro età, che giudicavano avanzata già a cinquant’anni. Era una rara fortuna per i nipoti riuscire a conoscerli tutti e quattro: generalmente uno o due erano già scomparsi prima della loro nascita. I nonni di oggi sono meno austeri dei loro nonni e anche dei loro genitori, hanno un aspetto giovanile, curano corpo e abbigliamento e, se non sono malati, continuano ad avere una vita dinamica: guidano l’automobile, prendono treni e aerei, usano il telefonino e, soprattutto, non pensano di essere vecchi, semmai si considerano degli adulti maturi. In più, i nonni e le nonne di questa generazione nel corso della loro giovinezza hanno vissuto, direttamente o indirettamente, tutte quelle trasformazioni culturali, sociali, psicologiche, politiche e musicali che hanno caratterizzato il periodo a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta.
Sono stati loro (o, se non proprio loro in prima persona, i loro coetanei o fratelli) a infrangere vecchi tabù, a realizzare un cambiamento radicale nei rapporti uomo-donna, ad affermare con successo una serie di libertà civili e individuali, a intaccare, all’interno della famiglia, il tradizionale autoritarismo paterno.
Ora, questi nonni non autoritari, spesso animati da idee libertarie, possono trovarsi in una speciale sintonia con i nipoti: una sintonia che deriva sia dal non dover esercitare quel ruolo parentale che condiziona il rapporto con i figli, sia dal fatto che spesso hanno avuto, negli anni giovanili, idee socialmente avanzate e maggiore fiducia nel cambiamento rispetto ai loro figli, i genitori di adesso. Possono quindi sentirsi galvanizzati dal contatto con i nipoti, di cui sono portati ad apprezzare la spontaneità e l’idealismo.
Superato lo choc iniziale di ritrovarsi nonni senza sentirsene l’età, sono perciò numerosi quelli disposti a prendersi cura del nipotino o della nipotina, ad averli interamente per sé in alcuni momenti, anche a portarseli in viaggio, a dare insomma una mano più o meno sostanziale ai genitori. C’è molta curiosità per la novità che la vita sta loro offrendo e per i cambiamenti che il nuovo ruolo comporta. Resi più tolleranti e pazienti dall’età, sentono anche di poter rappresentare un elemento di equilibrio nella vita di figli, generi, nuore e nipoti.
Dal canto loro, i nipotini – aperti al mondo, spontanei e fiduciosi – sono pronti ad affezionarsi a chi li tratti con dolcezza e voglia trascorrere del tempo con loro. I bambini hanno un sesto senso per capire chi è veramente ben disposto nei loro confronti, chi “li pensa”, e chi, invece, non ha tempo o ha altre cose per la testa; eppure, anche nei riguardi di questi ultimi provano curiosità: si tengono a una certa distanza però li osservano, li studiano, cercano di prevederne le reazioni e, quando pensano di averli capiti, compiono dei tentativi per farsi notare, per attirare in qualche modo la loro attenzione.
Se è risaputo che la mamma è una figura centrale nella vita di un figlio, il “primo oggetto di attaccamento” del neonato, anche gli altri familiari, nonni in testa, diventano ben presto dei punti di riferimento. Il piccolo è disposto a stare con loro senza la mamma perché sa che può fidarsi. E se i nonni non corrono e si muovono più lentamente dei genitori, lui li accetta così come sono, spesso traendo vantaggio dai loro ritmi più lenti.
I nonni non sono soltanto un polo affettivo ma anche uno stimolo. Frequentandoli, i nipotini notano tante differenze che li incuriosiscono e che ampliano i loro orizzonti. Sentono racconti diversi, scoprono altre abitudini, tempi e stili di vita, pongono domande sulla vita di un tempo e ascoltano con attenzione le risposte. Lo sviluppo dell’intelligenza, del linguaggio e della socialità avviene anche attraverso l’azione dei nonni.
Se i nonni si sostituiscono ai genitori nel corso della giornata, è importante che si accordino con loro per quanto riguarda una serie di procedure e incombenze: dagli orari dei pasti a quelli del sonno, dall’alimentazione ai giochi all’aperto. A meno che i genitori per qualche motivo abdichino al loro compito o non siano in grado di svolgerlo, il ruolo primario nei confronti dei figli è il loro. Quello di nonno e di nonna è un ruolo di supporto, ed è quindi importante non creare troppe discrepanze. I piccolissimi, per esempio, hanno bisogno di trovare nell’arco della giornata orari e ritmi simili, nonché punti di riferimento e routine che diano sicurezza. Perciò, se i nonni vogliono essere una risorsa e non un problema, dovranno cercare di adeguarsi il più possibile allo stile dei genitori. Il che non significa evitare di esprimere opinioni personali o pareri diversi; il segreto sta nei modi e nei tempi con cui si interviene. Non certo davanti ai nipoti, né un giorno sì e uno no, oppure sotto forma di critica. Cautela e diplomazia sono in genere le virtù della terza età.