Il concepimento è quel fenomeno che si verifica in seguito all’unione tra la cellula sessuale maschile (spermatozoo) e la cellula sessuale femminile (ovulo), e che porta alla formazione dell’embrione. Su questo processo sono circolati nel corso del tempo diversi miti e credenze popolari che ancora oggi possono far nascere dubbi o domande fra gli aspiranti genitori.
Anzitutto il concepimento può avvenire in modo naturale, attraverso un rapporto sessuale, oppure può essere “favorito” ricorrendo a tecniche di fecondazione assistita. In questo articolo ci concentreremo nel dettaglio su come avviene fisiologicamente.
Durante ogni rapporto sessuale un numero elevatissimo di spermatozoi (circa 200-500 milioni) entra nella vagina e inizia a spostarsi per raggiungere il canale cervicale dell’utero. Una volta arrivati a questo livello, gli spermatozoi trovano un ostacolo, rappresentato dal muco cervicale, che ha una consistenza diversa a seconda del periodo del ciclo: se la donna non si trova nella fase ovulatoria, il muco è molto denso e impedisce il loro passaggio; se invece il rapporto si verifica subito dopo l’ovulazione, il muco cervicale è molto più liquido e filante e può essere facilmente attraversato dagli spermatozoi, che riescono così a entrare all’interno della cavità uterina e a raggiungere le tube, dove solitamente si trova l’ovulo pronto per essere fecondato.
Data di inizio dell'ultimo ciclo mestruale
Durata media del tuo ciclo
Il concepimento avviene quando gli spermatozoi incontrano la cellula uovo femminile e la fecondano, ma non è facile capire esattamente quando avviene dopo il rapporto, se subito dopo o dopo quanti giorni. Quel che è certo è che gli spermatozoi riescono a sopravvivere all’interno dell’apparato genitale femminile per due o tre giorni circa, e che per questo motivo il concepimento può verificarsi anche a distanza di 48 o 72 ore dal rapporto sessuale.
L’incontro tra l’ovulo e lo spermatozoo avviene generalmente nelle tube di Falloppio, i canali che consentono il passaggio dell’ovulo dall’ovaio all’utero. Affinché il concepimento possa verificarsi è necessario che la cellula uovo matura si trovi all’interno della cavità uterina.
A partire dal secondo giorno dall’inizio delle mestruazioni inizia la fase follicolare del ciclo mestruale: in questo periodo i follicoli che portano a maturazione la cellula uovo all’interno dell’ovaio si attivano per far maturare l’ovulo e provvedere alla sintesi degli ormoni (estrogeni e progesterone) necessari per ricostituire l’endometrio (il tessuto che riveste la parete interna dell’utero, dove si annida l’embrione).
Quando la cellula uovo è matura viene espulsa dall’ovaio e si verifica l’ovulazione, che di solito avviene intorno al 14° giorno del ciclo. Da questo momento in poi inizia il “periodo fertile” della donna, che dura circa due giorni (durata in vita della cellula uovo), durante i quali possono avvenire la fecondazione e dunque il concepimento.
Le data del concepimento non coincide con quella in cui ha inizio la gravidanza. Per convenzione, infatti, la prima settimana di gravidanza coincide con i sette giorni successivi all’arrivo del ciclo che ha preceduto la fecondazione della cellula uovo.
Le prime due settimane di gravidanza sono quindi un po’ anomale e di solito la donna non avverte alcun sintomo fino a quando non si verifica il concepimento. A distanza di una settimana da questo evento, l’embrione formato cresce, moltiplica le proprie cellule e raggiunge l’utero, dove si annida.
Questo processo, che prende proprio il nome di “annidamento”, si completa intorno al 13° giorno dal concepimento, che corrisponde più o meno alla 28^ giornata del ciclo mestruale.
«Mi hanno detto che posso calcolare la data del parto a partire dal concepimento, è vero?», chiede Valeria, che ha cercato per diversi mesi di rimanere incinta e ha da poco scoperto di esserlo.
Partiamo col dire che non è possibile calcolare con assoluta certezza la data del concepimento, poiché, come detto, la fecondazione dell’ovulo può verificarsi anche dopo diversi giorni e non avvenire immediatamente dopo il rapporto sessuale.
Il calcolo della data del concepimento è inoltre influenzato dalla regolarità del ciclo mestruale: se una donna ha un ciclo non regolare (che dura cioè più o meno dei canonici 28 giorni) l’irregolarità si può ritrovare anche nella sua ovulazione, che può avvenire prima o dopo il 14° giorno di ciclo, facendo risultare ancora meno attendibile questo calcolo.
Dunque, per rispondere a Sara, poiché è troppo difficile stabilire con esattezza quando avviene il concepimento, a livello internazionale è stato deciso che per per quanto riguarda il calcolo della data presunta del parto è necessario basarsi su un parametro più preciso, rappresentato dal primo giorno dell’ultima mestruazione.
La data del parto viene calcolata contando 280 giorni (ossia 40 settimane) a partire dal primo giorno dell’ultima mestruazione. Il margine di errore di questo calcolo è più o meno di 15 giorni: ciò significa che il parto potrà avvenire qualche giorno prima o qualche giorno dopo la data presunta.
Informazioni più attendibili possono essere acquisite dopo l’ecografia del primo trimestre: in questi casi le misurazioni delle dimensioni della camera gestazionale e dell’embrione ci permettono di fare una stima più affidabile della data del concepimento e di quando nascerà il bambino. Spesso, poi, durante l’ecografia, la gravidanza viene ridatata rispetto al primo giorno delle ultime mestruazioni, proprio perché il concepimento può risultare successivo o antecedente alla data inizialmente presunta.
Una volta avvenuto il concepimento, quali sono i primissimi sintomi?
Partiamo con ordine. L’organismo femminile produrrà un ormone chiamato gonadotropina corionica o beta-HCG, che stimolerà a sua volta la secrezione di un altro ormone, il progesterone, che ha il compito di preparare l’utero ad accogliere l’embrione e favorirne l’impianto (che avviene, come detto, dopo circa una settimana dalla fecondazione dell’ovulo).
Tutti questi cambiamenti ormonali sono alla base dei sintomi tipici delle prime fasi della gravidanza (nausea, vomito, tensione al seno, crampi addominali simili ai dolori mestruali, mal di testa, alterata percezione degli odori), che possono manifestarsi a distanza di tempo variabile dal momento in cui si è verificato il concepimento.
Non esistono quindi sintomi immediati di avvenuto concepimento, né tantomeno possiamo dire che quando avviene il concepimento si senta qualcosa.
Anche le caratteristiche del muco cervicale cambiano in caso di avvenuto concepimento: sotto l’effetto degli ormoni il muco torna a essere denso e forma un “tappo” all’ingresso del collo dell’utero, che ha la funzione di evitare che agenti esterni, come ad esempio i batteri, penetrino nella cavità uterina e creino problemi alla donna e al nascituro.
Il segnale più importante della presenza di una gravidanza rimane comunque l’assenza di mestruazioni (amenorrea). La presenza di perdite di sangue non esclude tuttavia che la donna possa essere incinta. È infatti possibile che, in coincidenza con l’impianto dell’embrione, si verifichino perdite di sangue, le cui caratteristiche (quantità, intensità del colore, durata) possono essere diverse da caso a caso.
Quando si parla di concepimento dei gemelli bisogna considerare che non tutte le gravidanze gemellari sono uguali e che fra di esse cambia anche il modo in cui avviene il concepimento.
I gemelli monozigoti o monovulari derivano dalla fecondazione di una singola cellula uovo da parte di uno spermatozoo. Durante le prime fasi dello sviluppo lo zigote (così si chiama la cellula uovo fecondata) si divide in due masse cellulari distinte che si annideranno all’interno dell’utero.
In base al periodo in cui avviene la divisione si possono formare gemelli monoamniotici e monocoriali, che condividono lo stesso sacco amniotico e la stessa placenta, biamniotici e bicoriali (due sacchi amniotici e due placente) o biamniotici e monocoriali (due sacchi amniotici diversi, ma una sola placenta).
I gemelli monozigoti sono uguali sia dal punto di vista dell’aspetto che dal punto di vista genetico, proprio perché hanno origine dalla stessa cellula uovo.
I gemelli dizigoti invece, che sono più comuni (circa i 2/3 di tutti i parti gemellari), derivano da due zigoti diversi. In questo caso si verifica quindi la fecondazione di due diverse cellule-uovo da parte di due diversi spermatozoi. Proprio per questo motivo i gemelli dizigoti possono essere molto diversi fra loro ed essere anche di sesso differente.
Il primo e più importante provvedimento per favorire il concepimento è la presenza di uno stato di completo benessere psicofisico della donna, che si ottiene osservando uno stile di vita sano, seguendo una corretta alimentazione, eliminando fonti di stress e correggendo tutti quei vizi (ad esempio il fumo di sigaretta) che interferiscono con la fertilità.
Altro elemento fondamentale è una perfetta conoscenza del proprio organismo e dei suoi ritmi. Un attento monitoraggio dell’ovulazione consente infatti di individuare i giorni fertili della donna, durante i quali aumenta la probabilità di concepire un bambino. Per fare questo ci si può basare sia sul calcolo aritmetico (l’ovulazione si verifica a metà del ciclo mestruale, a distanza di circa 14 giorni dall’inizio del ciclo), sia ricorrendo ai test per l’ovulazione presenti in commercio, composti da stick che reagiscono con l’urina e segnalano se la donna si trova o meno nella fase ovulatoria. Quest’ultimo metodo è particolarmente utile nelle donne che hanno un ciclo non del tutto regolare.
Esistono anche dei metodi un po’ “datati”, definiti “metodi di controllo della fertilità”, la cui efficacia non è del tutto assicurata. Vengono utilizzati sia allo scopo di favorire il concepimento sia per la contraccezione e si basano sulla valutazione di alcuni cambiamenti che si verificano nel corpo della donna in prossimità dell’ovulazione:
Ultimo punto, ma non per questo meno importante, riguarda l’esecuzione di controlli medici allo scopo di accertare l’assenza di problematiche di salute, ad esempio infezioni genitali, che possono interferire con il concepimento o con la normale prosecuzione di una gravidanza. Tutte queste raccomandazioni sono state affrontate nell’ambito del progetto “Pensiamoci prima” del Ministero della Salute. [1]
calabrese, dopo la laurea in Medicina e chirurgia, conseguita presso l’Università di Messina, inizia il proprio percorso di formazione specialistica in Pediatria presso lo stesso Ateneo. Durante gli anni della scuola di specializzazione approfondisce le proprie conoscenze nel settore delle malattie endocrine dell’età infantile frequentando il Centro di Endocrinologia pediatrica del Policlinico Universitario di Messina. È autrice di diverse pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali e internazionali. Dal 2019 scrive per Uppa.