Per molti bambini, soprattutto per quelli che vivono in città, avere un cane è un enorme desiderio: ogni volta che ne incrociano uno per strada, lo guardano come se fosse la creatura più bella e desiderabile del mondo.
Il cane, d’altra parte, può essere una compagnia straordinaria: con lui si può parlare, giocare, passeggiare… Ha il “superpotere” di distrarre, di creare un motivo per fare cose diverse. In particolare nei periodi di scarsa socializzazione, come quello che abbiamo appena vissuto, il cane è capace di allontanare un bambino dalla televisione e dai videogiochi, è capace di stimolare l’ideazione di attività differenti, e il fatto che abbia bisogno di uscire spinge sicuramente al movimento all’aria aperta.
Un cane, infatti, deve essere portato fuori almeno tre volte giorno, e una di queste uscite (meglio due) deve includere una camminata, il gioco, una corsa, possibilmente in un parco o comunque in un’area verde. Tale esigenza dell’animale è estremamente positiva anche per chi lo accompagna, e in particolar modo per il bambino: farsi rincorrere dal cane o giocare con lui con una pallina sono senz’altro attività coinvolgenti, divertenti e salutari.
Ma il cane non è un peluche, ha bisogno di cure costanti e di tante attenzioni. È un essere vivente e come tale ha le sue necessità e i suoi tempi, che devono collimare con le esigenze e i ritmi della famiglia. Prima di assecondare la richiesta di prendere un cane, allora, è consigliabile cercare di capire se la famiglia sarà in grado di integrare un nuovo componente. Il primo passo è un’attenta valutazione da parte dei genitori. Poi, se dopo le dovute considerazioni sui costi, sulla logistica e sull’organizzazione l’idea sarà ancora una “buona idea”, varrà la pena di affrontare un percorso di preparazione anche con i bambini. Saranno sufficienti alcuni giorni.
La proposta è molto semplice: giochiamo a far finta di vivere con un animale e prendiamoci cura di lui; mettiamoci alla prova per capire se saremo in grado di accudirlo anche quando gli impegni e la vita cambieranno di ritmo.
Prima di tutto, spieghiamo al bambino la nostra intenzione e pianifichiamo insieme: «È da molto tempo che desideri un cane. Abbiamo pensato che potremmo prenderlo, ma prima ti proponiamo un gioco: facciamo finta di avere un cane. Il gioco serve per capire se saremo capaci di prenderci cura di lui. Il cane che useremo non sarà vivo sul serio, quindi prepareremo un sacchettino che conterrà dei bigliettini e ne estrarremo uno ogni 20 minuti. Ogni bigliettino corrisponderà a una richiesta da parte del nostro cagnolino. Inoltre, almeno tre volte al giorno dovremo portarlo a fare una passeggiata per consentirgli di muoversi e di fare la pipì e la cacca, che poi sarà necessario raccogliere».
La fase di preparazione del gioco sarà molto importante perché ci si dovrà documentare insieme sulle necessità di un cagnolino. Di cosa ha bisogno?
Nei bigliettini vanno inserite tutte le possibili richieste di un cane: “accarezzami”, “gioca con me”, “questo lo posso mordere?”, “adesso abbaio perché è passato qualcuno!”, “mi scappa la pipì e la faccio qui” (in questo caso sarà quindi necessario versare un po’ di acqua per terra e pulire), “mi viene da piangere”… e tante altre necessità e azioni che inventerete col vostro bambino.
Fare finta di avere un cane è importante anche per potersi documentare sulle necessità dell’animale e per imparare a conoscere le sue caratteristiche, sia esso un meticcio o un cane di razza. Con l’aiuto di Internet è possibile rispondere a tutti i dubbi e a tutte le domande che vengono in mente, da quelle più semplici a quelle più particolari: cosa mangia il cane e quanto mangia, quale cuccia scegliere, come insegnargli a vivere in casa, dove farà la pipì e la cacca, come trovare un veterinario di fiducia, quali vaccini sono necessari…
Se dopo aver fatto finta di avere un cane la famiglia è ancora convinta di prenderlo, i vantaggi della convivenza saranno moltissimi.
Alcuni studi hanno dimostrato che quando un bambino riceve un cane tende a sentirsi meno solo: impara come “condividere” il tempo dei genitori e lo spazio, impara a rispettare un altro essere vivente, a essere gentile e ad amare. Il cane, inoltre, insegna molto ai bambini sulla responsabilità e su quanto sia difficile, ma necessario, prendersi cura di qualcun altro.
Inoltre, possedere un cane riduce la tensione e migliora l’umore generale. Poiché i cani sono sempre felici di vedere la loro famiglia, è piuttosto difficile per i bambini non sorridere e sentirsi di cattivo umore quando varcano la soglia di casa: il cane, accortosi del loro arrivo, sarà corso verso la porta per “fare le feste” e chiedere subito la sua dose di coccole e carezze.
I bambini avranno anche un esempio di amore incondizionato: l’amore del cane per la famiglia che l’ha accolto, infatti, è senza riserve. E anche la fiducia che, col tempo, si instaurerà. Amore incondizionato e fiducia sono due elementi che sosterranno e aiuteranno la crescita dei bambini, che potranno costruire relazioni più consapevoli sia con i coetanei sia con gli adulti con sui entreranno in contatto.
I bambini che vivono con i cani tendono poi ad ammalarsi di meno. Il principale studio sulla relazione tra animali domestici e sistema immunitario dei bambini è stato svolto dai ricercatori dell’ospedale universitario di Kuopio, in Finlandia, e condotto dalla studiosa Heidi Kaario per la sua tesi di dottorato. L’esperimento ha coinvolto 400 bambini divisi in due gruppi: metà di loro conviveva con un animale domestico, l’altra metà no. Dopo un anno, sono emersi risultati inequivocabili: i bambini con animali domestici presentavano il 30% di disturbi respiratori in meno, con una minore incidenza di episodi di tosse, rinite, respiro sibilante.
Le necessarie passeggiate fuori casa con il cane promuovono non solo il movimento, ma anche le abilità sociali. Quando si esce con il cane, infatti, accade molto spesso che si incrocino altre persone o altre famiglie impegnate nella stessa attività, con cui dunque diventa semplice entrare in relazione.
È un’esperienza che può aiutare i bambini più introversi a essere più socievoli: il cane in questo caso è il pretesto della relazione, che rappresenta un’opportunità per sviluppare abilità sociali che “funzioneranno” anche in altri contesti, in mezzo ad altri bambini.
Ci sono poi altri due “superpoteri” del cane. Il primo è che spinge i bambini a parlare: essi infatti gli impartiscono comandi e “chiacchierano” con lui durante i giochi. I bambini più piccoli, con qualche difficoltà di linguaggio, potrebbero trovare in questa relazione la motivazione per ripetere parole o frasi, acquisendo quindi maggiore scioltezza.
Il secondo superpotere è che avere un cane aiuta lo sviluppo di un pensiero veloce, che porta a prendere decisioni rapide. Capita spesso che i bambini non siano capaci di decidere qualcosa su due piedi, e che cerchino sempre una conferma da parte dell’adulto di riferimento. Il cane, invece, li spinge a decidere “qui e ora”: supponiamo che, per strada, si metta a correre dietro a una farfalla, e arrivi in una zona “vietata”, o entri nel giardino di un’altra abitazione. Il bambino dovrà decidere rapidamente come risolvere il problema, o rischiano di capitarne altri!
Ovviamente, tutte le competenze che il bambino acquisirà occupandosi del suo amico a quattro zampe potranno essere trasferite negli altri ambiti della sua vita. Quindi, alla luce del fatto che il cane è una creatura dotata di molteplici “superpoteri”, alla domanda: «Possiamo prendere un cane?» la mia risposta è un convinto sì!
Il mio cagnolino si chiama Moka e appena entriamo in casa ci accoglie con un’ondata di “emozioni canine”.
pedagogista, svolge attività privata di consulenza pedagogica nel sostegno alla genitorialità e al percorso di crescita nell’educazione allo studio di bambini e adolescenti. Coordina progetti di educazione ambientale ed extrascolastica e lavora come formatrice per genitori nella provincia di Padova. Dal 2018 scrive per Uppa.