Il gioco euristico è un’attività di grande rilevanza educativa, utile a sostenere uno sviluppo motorio, sensoriale e cognitivo armonico nei più piccoli. L’espressione gioco euristico, che deriva dal termine greco heurìsko (“scoprire”, “raggiungere la comprensione di”), spiega bene il significato di questo tipo di gioco che permette ai bambini, nella più totale autonomia, di comprendere le funzioni e le proprietà degli oggetti.
In questo articolo approfondiremo la natura del gioco euristico, i suoi benefici e l’età migliore per iniziare a proporlo.
Il gioco euristico, da tempo ampiamente diffuso nelle strutture educative per la prima infanzia, ha acquisito negli ultimi anni, anche grazie alla sua frequente associazione con il metodo Montessori, una maggiore fama anche all’interno delle famiglie. Per tale motivo i genitori si chiedono spesso cosa sia il gioco euristico e soprattutto quali benefici apporti alla crescita e all’educazione dei bambini.
La definizione di gioco euristico offerta dalla sua teorica, la psicopedagogista Elinor Goldschmied, è quella di un’attività di esplorazione e ricerca che permette ai bambini, in totale autonomia, attraverso prove ed errori, di sperimentare e mettere in relazione un insieme di oggetti, indagando in questo modo le proprietà e le possibili combinazioni.
Grazie al gioco euristico è possibile offrire una risposta ai bisogni di esplorazione, movimento e concentrazione di cui i bambini piccoli sono portatori.
Come detto, il gioco euristico è stato formalizzato da Elinor Goldschmied, teorica anche del noto Cestino dei tesori, e, secondo la stessa autrice, rappresenta la naturale evoluzione di quest’ultimo. Il Cestino dei tesori è rivolto principalmente a bambini dai 6 ai 12 mesi, la cui attività esplorativa si incentra ancora perlopiù sulla comprensione del “Cos’è questa cosa?”.
Il gioco euristico, rispetto al Cestino dei tesori, si rivolge a bambini più grandi e richiede un’analisi di maggiore complessità, poiché induce a domandarsi “Cosa posso fare con questa cosa?”. Inoltre, mentre il Cestino dei tesori è costituito da una collezione di oggetti unici, il gioco euristico prevede l’utilizzo di sacchetti, ciascuno contenente varianti dello stesso oggetto (diverse tipologie di catenelle, di bigodini, di tappi e via dicendo). Tutto ciò consente al bambino o alla bambina non solo di scoprire l’eccezionale varietà di forme e qualità che uno stesso tipo di oggetto può possedere, ma anche di indagare in maniera del tutto autonoma i molteplici modi in cui oggetti differenti possono entrare in relazione tra loro.
Vediamo ora attraverso alcuni esempi come strutturare sessioni di gioco euristico. Per prima cosa sarà necessario creare uno spazio sicuro e idoneo all’attività, privo di distrazioni come tv o altri giocattoli: un aspetto fondamentale per salvaguardare la concentrazione e l’attività di esplorazione.
Dopo aver delimitato lo spazio dell’attività possiamo allestire la zona scelta per il gioco predisponendo i sacchetti contenenti gli oggetti selezionati per la sessione in maniera attraente per il bambino o la bambina. A questo punto possiamo lasciare il bambino libero di iniziare la propria attività di sperimentazione autonoma, limitandoci il più possibile a osservare e a non interferire nella sua attività con consigli o suggerimenti.
Quando il bambino avrà esaurito il proprio interesse (in genere dopo 30-60 minuti) sarà possibile passare alla fase del riordino, coinvolgendolo nella procedura. Chiedere al bambino o alla bambina di riporre correttamente ciascun oggetto nell’apposito sacchetto di stoffa, senza fare pressioni o mettere fretta, diventerà così parte integrante del gioco.
Una versione particolarmente interessante del gioco è costituita dalle “Isole dei tesori”. Questa proposta è adatta ai bambini dai 18 mesi (è importante che la deambulazione sia una competenza acquisita) e richiede la preparazione di un setting con tre “isole”, ciascuna formata da una selezione di oggetti distribuiti sul pavimento attorno a un barattolo di latta (lo “scrigno”).
A prescindere dal setting prescelto, il primo passo per la preparazione dell’attività consiste nella scelta degli oggetti da proporre. Secondo Elinor Goldschmied i materiali perfetti per il gioco euristico sono gli oggetti di uso comune, gli artefatti culturali e gli oggetti naturali. L’ideale sarebbe predisporre un insieme di elementi che possono prestarsi a usi, interazioni e combinazioni diverse.
Interessanti esempi di materiali naturali da proporre sono:
Per gli oggetti di uso comune e artefatti culturali si potrebbe pensare invece a:
Ciascuna categoria di oggetti andrà raccolta in un apposito sacchetto. Un esemplare della tipologia di oggetti potrebbe essere cucito al suo esterno, in maniera da rendere rapidamente leggibile il contenuto e da semplificare le procedure di riordino di bambini e adulti.
Proporre con costanza a un bambino sessioni di gioco euristico apporta notevoli benefici al suo sviluppo e lo aiuta ad accrescere le proprie competenze. Attraverso il gioco esplorativo spontaneo i bambini non solo compiono una ricca gamma di esperienze sensoriali, ma hanno l’opportunità di determinare le proprie azioni, di interrogarsi in merito a esse (“Cosa succede se colpisco questo oggetto con quest’altro?”) e di sviluppare il pensiero critico e divergente.
Nel gioco euristico non esiste un modo giusto o sbagliato di agire: i bambini possono sperimentare i materiali secondo infinite combinazioni e le uniche azioni “impossibili” sono quelle che la natura stessa degli oggetti impedisce; per esempio inserire una sfera in un bigodino troppo stretto.
Nel corso di una sessione di gioco i bambini compiono azioni come riempire e svuotare, sollevare oggetti, spostarli, inserirli, impilarli, mettere elementi in serie, categorizzare, assumere decisioni, risolvere problemi. Il gioco euristico consente perciò non solo di raggiungere obiettivi sul piano dello sviluppo del movimento e della coordinazione, ma anche su quello cognitivo, sensoriale e della concentrazione.
Il gioco euristico rappresenta una vera e propria fase naturale dello sviluppo dei bambini, che se lasciati liberi sperimentano le proprietà degli oggetti di uso comune e le loro possibili combinazioni. Riconoscere l’importanza del gioco esplorativo spontaneo per lo sviluppo dei bambini e offrire loro abbondanti opportunità li aiuterà a incrementare la loro comprensione del mondo.
Dopo la laurea in Scienze dell’educazione si specializza nel Metodo Montessori per la prima infanzia presso l’Opera Nazionale Montessori e successivamente con il Centro Nascita Montessori. Nel 2016 fonda “Aiutami a fare da me”, sito che ha lo scopo di divulgare il pensiero di Maria Montessori, e nel 2019 si trasferisce in Germania continuando il suo lavoro di educatrice presso un asilo nido di ispirazione Reggio Children. Collabora con numerose riviste specializzate e sostiene i genitori con percorsi individuali di parent coaching.