Omicron e aumento dei contagi tra i bambini: abbiamo fatto il punto in una diretta Instagram insieme a Roberta Villa, Chiara Borgia e Sergio Conti Nibali, e sintetizzato in questo articolo le risposte alle domande più frequenti dei genitori. Per rivedere la diretta puoi collegarti a questo link.
I dati più recenti a nostra disposizione sono quelli aggiornati al 6 gennaio da parte dell’ISS e ci confermano che anche nell’età pediatrica la variante Omicron ha prodotto un aumento notevole dell’infezione, come del resto già previsto in base all’andamento delle curve epidemiche nei Paesi dove la variante si era diffusa in precedenza. Non è ancora possibile avere dati che dimostrano un aumento anche dei ricoveri in età pediatrica, come avvenuto negli Stati Uniti. Tuttavia è facilmente immaginabile che con un aumento così considerevole dei casi avremo una probabilità maggiore di trovare nei bambini forme cliniche più serie, le quali, almeno nelle prime ondate, hanno riguardato i piccoli con meno di 1 anno di età e quelli con almeno una comorbidità.
Dati parziali riferiti a 15 ospedali italiani riferiscono che il 10 gennaio erano ricoverati 212 bambini; di questi, 20 in terapia intensiva. È interessante notare che il 76% di quelli ricoverati nell’area medica con età superiore ai 5 anni non erano vaccinati e che il 69% di quelli ricoverati in Terapia intensiva nella fascia di età 0-4 anni avevano entrambi i genitori non vaccinati.
L’infezione è certamente più temibile nei bambini che presentano condizioni a rischio (immunodeficienze, malattie oncologiche, patologie croniche cardiache, renali, respiratorie; bambini con obesità importante, con diabete non adeguatamente controllato, sindrome di Down e patologie del neurosviluppo). Una rara complicanza dell’infezione che può seguire a forme lievi anche in bambini precedentemente sani è la MIS-C (Multi-Organ Inflammatory Syndrome in Children); si tratta di un quadro infiammatorio che può riguardare più organi e che in molti casi comporta un interessamento cardiaco (può causare una miocardite e una pericardite); nella quasi totalità dei casi si risolve senza esiti a distanza ma richiede un ricovero prolungato. Inoltre, si discute ancora di quanto spesso si verifichi anche nei più piccoli la sindrome detta di “Long Covid”, con cui si trascinano oltre le 12 settimane disturbi come stanchezza, mal di testa, difficoltà di concentrazione.
Pfizer ha dichiarato che entro aprile dovrebbe terminare la sperimentazione del suo vaccino con due somministrazioni di soli 3 microgrammi di materiale, un decimo di quello previsto per adolescenti e adulti. Questo dosaggio minimo si è dimostrato efficace da 6 mesi a 2 anni, mentre non sembra aver evocato una risposta anticorpale soddisfacente da 2 a 5 anni, per cui si è deciso di aggiungere una terza dose, per verificare se in questo modo si possa ottenere una buona protezione, come si è ormai visto essere necessario anche per gli adulti e gli adolescenti.
Con l’elevata circolazione del virus che stiamo osservando in questo periodo è meglio approfittare dell’opportunità del vaccino per proteggere i bambini senza aspettare oltre. Il dosaggio pediatrico è efficace, sicuro e riferito allo sviluppo del sistema immunitario più che al peso, per cui è adatto in relazione all’età effettiva. Lo stesso vale per chi ha compiuto 12 anni da poco, a cui va somministrato quello per adulti.
I bambini solitamente sanno già cosa vuol dire fare un vaccino, poiché hanno fatto quelli previsti dal calendario vaccinale. La vaccinazione per il COVID può in ogni caso essere un’occasione educativa per trasmettere ai bambini, che sono perfettamente in grado di comprendere cosa sta accadendo, almeno tre messaggi importanti:
Cercando di aver cura in primo luogo del proprio stato emotivo, che inevitabilmente si riflette anche sui piccoli. Per il resto è essenziale immaginare in anticipo un’organizzazione generale delle giornate, conservare le routine principali (orari di sonno e pasti) e prevedere, per quanto possibile, alcuni spazi in cui i grandi e i piccoli si dedicano alle proprie attività, alternando il tempo trascorso insieme. È bene tenere presente che per i bambini uno dei bisogni essenziali maggiormente negati in quarantena (soprattutto se non si hanno a disposizione balconi, verande, spazi aperti) è il movimento: giocare a palla in corridoio o saltare su un materasso, consentire e inventare dei giochi “particolari” che prevedono movimento e sforzo fisico (anche modificando alcune “regole” di casa, solo in via eccezionale) sono tutte attività che potrebbero aiutare i bambini e i genitori a vivere con maggiore serenità le giornate, e anche a regolare l’utilizzo dei dispositivi digitali, che in queste situazioni può diventare eccessivo e pericoloso.
L’ISS raccomanda l’offerta della vaccinazione alle donne che allattano senza alcuna necessità di interrompere l’allattamento. Gli studi fin qui condotti hanno dimostrato che la vaccinazione non espone il lattante a rischi e, anzi, gli offre una protezione, facendogli assumere tramite il latte anticorpi contro SARS-CoV-2.
Questa condizione è stata descritta per la prima volta negli adulti, ma diversi studi hanno riportato un fenomeno simile nei bambini; i sintomi rilevati sono mal di testa, stanchezza e palpitazioni, anche senza aver contratto una forma grave di malattia. La prevalenza varia molto a seconda degli studi finora pubblicati, e dati recenti sembrano suggerire che la vaccinazione possa ridurre il rischio che si sviluppi.
Laureata in medicina e chirurgia, da trent’anni è giornalista scientifica sui temi della salute. È autrice di libri e collabora con varie testate come Le Scienze e Wired, dopo aver contribuito per oltre vent’anni alle pagine di Salute del Corriere della Sera. Dal 2022 è direttrice di Uppa magazine.
pedagogista, svolge attività privata di consulenza pedagogica nel sostegno alla genitorialità e al percorso di crescita di bambini e adolescenti. Coordina progetti di educazione e accompagnamento alla morte e all’esperienza della perdita, si occupa di famiglie adottive e lavora come formatrice per gli operatori di nidi e scuole dell’infanzia nella provincia di Messina. È stata vicedirettrice di Uppa magazine dal 2018 e dal 2022 ne è diventata direttrice.
pediatra, è responsabile del gruppo nutrizione dell’Associazione Culturale Pediatri e fondatore dei “No Grazie”. È tutor e valutatore per l’iniziativa “Insieme per l’allattamento” dell’UNICEF. È stato direttore di Uppa magazine tra il 2016 e il 2021, è autore di oltre duecento pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali e internazionali e membro del comitato editoriale di «Quaderni ACP».