La disidratazione nei bambini è la conseguenza di un’eccessiva perdita o scarsa assunzione di liquidi. I più esposti a questa problematica sono i bambini più piccoli, non solo per la loro intensa attività metabolica, che richiede più liquidi rispetto agli adulti, ma anche per le maggiori perdite che in proporzione agli adulti si verificano attraverso la pelle con la traspirazione. È molto importante quindi che i bambini bevano acqua anche tra un pasto e l’altro, in modo che rimangano correttamente idratati.
Per i neonati, invece, è sufficiente il latte materno, composto per l’88% di acqua.
Di seguito approfondiremo quali sono le cause più comuni della disidratazione nei bambini, quali sono i sintomi di questa condizione e in che modo è possibile prevenirla e curarla.
I sintomi della disidratazione nei bambini sono diversi e cambiano in base al livello di gravità del disturbo. Il parametro che si utilizza per valutare lo stato di disidratazione del bambino è la percentuale di perdita di peso corporeo rispetto al peso iniziale. Distinguiamo perciò:
Per riconoscere la disidratazione nei bambini, possiamo fare attenzione ai seguenti sintomi:
La seguente tabella può aiutarci a comprendere meglio il grado di disidratazione del piccolo in base alla gravità dei sintomi mostrati.
Disidratazione Lieve 3-5% | Disidratazione Moderata 6-10% | Disidratazione Grave >10% | |
Aspetto generale | Normale | Svogliato, irritabile e sonnolento | Molto sonnolento (quasi letargico) |
Frequenza cardiaca | Normale | Aumentata | Aumentata |
Pressione del sangue | Normale | Normale | Tende ad aumentare |
Respirazione | Normale | Aumento della frequenza respiratoria (tachipnea) | Grave aumento della frequenza respiratoria (tachipnea) o respiro profondo e irregolare |
Occhi | Normali | Scavati, poche lacrime | Molto scavati, con pianto senza lacrime |
Fontanelle | Normali | Infossate | Infossate |
Urine | Normali, ma che tendono a diminuire | Ridotte | Mancanza di urina (anuria) |
Lingua | Umida | Appiccicosa | Secca o asciutta |
I neonati e i bambini piccoli, come già accennato, sono particolarmente soggetti alla disidratazione, e ciò dipende da diversi fattori, ovvero:
Nella maggior parte dei casi (75-90%), la carenza di liquidi è dovuta a una gastroenterite di origine infettiva.
Più in generale, le cause di disidratazione nei bambini possono dipendere sia dall’aumento delle perdite di liquidi sia da una mancata/insufficiente idratazione. Nel primo caso, ciò è dovuto a:
Tra i principali motivi di un’idratazione insufficiente troviamo invece il rifiuto da parte del piccolo di mangiare e bere (spesso dovuto al dolore causato da afte, gengiviti o mal di gola) o alcune malattie o condizioni specifiche che comportano una maggiore perdita di liquidi (chetoacidosi diabetica, diabete insipido, ustioni o sudorazione eccessiva per alterazioni elettrolitiche).
Se non trattata adeguatamente, la disidratazione può essere molto pericolosa. È infatti una delle cause di mortalità infantile in tutto il mondo.
I rimedi per la disidratazione del bambino variano in base alla gravità della condizione. Per i sintomi lievi è sufficiente ricorrere alle Soluzioni Reidratanti Orali (SRO), che contengono zuccheri e sali minerali nelle giuste proporzioni, sotto forma di bustine o compresse da sciogliere in acqua. Queste soluzioni permetteranno di reidratare il piccolo e di ripristinare nel suo organismo i liquidi e i sali persi.
Da evitare invece la somministrazione di bevande troppo zuccherine, ovvero acqua e zucchero, succhi di frutta o bibite gassate, che potrebbero provocare diarrea e vomito e dunque aggravare la situazione.
La soluzione orale deve essere somministrata lentamente: 5-10 ml (uno-due cucchiaini da caffè) ogni cinque minuti, aumentando la quantità gradualmente per scongiurare nuovi episodi di vomito.
In caso, invece, di moderata disidratazione, la dose da somministrare, sempre in accordo con il pediatra, è più alta: circa 50-100 ml entro due-quattro ore.
Quando, invece, è il caso di andare in ospedale per la disidratazione? Se il bambino è piccolo e i sintomi sono evidenti (sonnolenza, pelle e mucose secche, occhi infossati) è meglio portarlo subito dal pediatra o al pronto soccorso più vicino, in particolare se:
Nei casi gravi di disidratazione, sarà necessario un trattamento più intensivo, con somministrazione di liquidi per via endovenosa o di soluzioni elettrolitiche tramite sondino nasale.
Una volta superato l’episodio di disidratazione, si può tornare alla solita alimentazione, evitando per i primi giorni cibi ricchi di zuccheri semplici o di grassi.
È opportuno avere sempre in casa una soluzione reidratante da somministrare per bocca nei casi di febbre alta, sudorazione, diarrea, vomito, difficoltà ad assumere liquidi.
Se il piccolo è malato o molto attivo fisicamente, è importante accertarsi sempre che beva abbastanza. L’acqua però deve essere a temperatura ambiente, non fredda, e va bevuta a piccoli sorsi. È credenza comune che l’acqua fredda “raffreddi il corpo”, ma non è così: la temperatura corporea va abbassata gradualmente (quando le nostre nonne ci dicevano di non bere da sudati, ma di aspettare un po’, intendevano proprio questo e avevano ragione!).
Se ha mal di gola, invece, occorre cercare di lenire il suo fastidio per evitare che rifiuti cibo e bevande per il dolore.
Prestare attenzione all’alimentazione, che deve contenere cibi ricchi di acqua (ad esempio la frutta), è di fondamentale importanza per prevenire la disidratazione nei bambini, soprattutto in estate.
E bene inoltre ricordare che, sebbene la disidratazione sia una delle cause più frequenti di ricovero ospedaliero per i bambini, attuando una giusta prevenzione e seguendo i consigli del pediatra, è possibile in molti casi evitare che il problema si complichi e di dover andare poi in pronto soccorso.
Science writer, scrive di medicina, nutrizione e benessere per varie testate on line e collabora con vari editori scientifici curando l’editing di volumi e pubblicazioni.