«Da un paio di giorni mio figlio ha la tosse secca e quando respira fa come un fischio. Cosa può essere?». Il broncospasmo nei bambini è un problema abbastanza comune dovuto alla contrazione incontrollata dei muscoli che avvolgono la parete dei bronchi e delle strutture che collegano le vie respiratorie superiori (naso, gola e trachea) ai polmoni. Generalmente è causato da un’infezione delle vie respiratorie e si manifesta con tosse secca e un sibilo nella respirazione.
Ma vediamo di seguito più nel dettaglio quali sono i sintomi del broncospasmo, come fare per riconoscerlo e come trattarlo.
Riconoscere il broncospasmo nei bambini non è difficile: il piccolo tossisce di continuo, respira in maniera affannosa e alla fine di ogni respiro si sente un suono simile a un sibilo.
Molti casi di broncospasmo sono causati, come detto, da infezioni delle vie respiratorie, per cui il bambino, qualche giorno prima della comparsa dei sintomi, spesso presenta anche un po’ di febbre o sintomi respiratori banali (naso che cola o qualche starnuto).
I sintomi del broncospasmo nel bambino possono rimanere lievi oppure peggiorare nel corso del tempo e talvolta causare una difficoltà respiratoria importante.
In presenza di broncospasmo, i bronchi diventano più stretti e il passaggio di aria al loro interno è dunque più difficoltoso: il bambino respira con fatica, può avvertire dolore al petto e la quantità di ossigeno presente nel sangue diminuisce.
Il broncospasmo è pericoloso? In quali casi occorre preoccuparsi? Quando la tosse non accenna a calmarsi, il respiro diventa sempre più difficoltoso e il bambino diventa pallido o compare un alone violaceo attorno alla bocca (cianosi) è necessario contattare subito il pediatra o recarsi al pronto soccorso. La visita medica è necessaria anche nei casi in cui il bambino non mangia, sembra sonnolento, respira in modo veloce o sono presenti rientramenti della pelle in corrispondenza delle costole o alla base del collo.
Le cause del broncospasmo nel bambino sono diverse e cambiano in base all’età. Nei bambini sotto i 5 anni, la causa principale è rappresentata dalle infezioni delle vie respiratorie, soprattutto quelle da virus, che causano l’infiammazione dei bronchi.
Nei bambini più grandi invece il broncospasmo può essere dovuto alla presenza di asma, oppure viene innescato da eventuali allergie. Le sostanze inquinanti presenti nell’aria, il fumo passivo, il freddo o stimoli apparentemente “innocui” come una risata possono favorire la comparsa del broncospasmo nei bambini che soffrono di asma, poiché i bronchi di questi ultimi sono particolarmente sensibili.
La diagnosi di broncospasmo nei bambini viene effettuata dal pediatra, il quale procederà, durante la visita, all’auscultazione del torace.
Alcuni bambini, definiti “fischiatori felici” (in inglese happy wheezer), vanno spesso incontro a episodi di broncospasmo poiché le loro vie aeree sono molto piccole, quindi basta uno stimolo banale per farle restringere, anche in assenza di altre cause.
La terapia è diversa a seconda dell’età del bambino e della causa scatenante. Il farmaco più indicato per la cura del broncospasmo nei bambini è il salbutamolo, un broncodilatatore che serve appunto ad allargare i bronchi e a far passare più agilmente l’aria. Il salbutamolo può essere somministrato per aerosol o attraverso uno spray, utilizzando un apparecchio chiamato distanziatore, che permette al farmaco di arrivare più facilmente ai bronchi.
Anche il cortisone può essere utilizzato nella cura del broncospasmo, e può essere somministrato via aerosol, spray con distanziatore oppure per bocca.
La terapia del broncospasmo non va mai iniziata in maniera “fai da te”, ma sempre previa prescrizione del pediatra, che sceglierà il tipo di farmaco da utilizzare e il suo dosaggio in base all’età del bambino e alla causa che ha generato il disturbo.
Esistono altri rimedi per il broncospasmo nel bambino? Un rimedio molto utile per prevenire la comparsa di ulteriori episodi di broncospasmo consiste nell’evitare l’esposizione del bambino a fattori che possono irritare le vie respiratorie, come il fumo passivo o gli allergeni (pollini, polvere di casa) nel caso dei bambini allergici.
calabrese, dopo la laurea in Medicina e chirurgia, conseguita presso l’Università di Messina, inizia il proprio percorso di formazione specialistica in Pediatria presso lo stesso Ateneo. Durante gli anni della scuola di specializzazione approfondisce le proprie conoscenze nel settore delle malattie endocrine dell’età infantile frequentando il Centro di Endocrinologia pediatrica del Policlinico Universitario di Messina. È autrice di diverse pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali e internazionali. Dal 2019 scrive per Uppa.