La tonsillite è una delle più comuni cause di mal di gola nei bambini. È dovuta, nella maggior parte dei casi, a infezioni virali e più raramente a infezioni batteriche. La tonsillite è una delle più comuni cause di mal di gola nel bambino, questa infiammazione della gola può coinvolgere esclusivamente le tonsille, in tal caso parleremo di tonsillite acuta, o interessare anche la mucosa della gola circostante e in questa occasione parleremo invece di faringotonsillite.
Tra le caratteristiche della tonsillite nei bambini troviamo appunto la comparsa di dolore nella zona della gola, talvolta esteso anche alle orecchie. Ma vediamo di seguito come riconoscere e trattare questa malattia e approfondiamo anche perché è così comune in età pediatrica.
Le tonsille svolgono un ruolo molto importante nella protezione delle vie aeree durante la prima infanzia. Sono infatti il primo “posto di blocco” per i germi che dalla bocca provano ad arrivare più in profondità. La tonsillite acuta è semplicemente l’infiammazione di questa prima barriera.
Dopo l’età pediatrica, le tonsille vanno incontro a una progressiva riduzione del loro volume (atrofia), visibile anche a occhio nudo, e tendono a diventare sempre più piccole.
Quali sintomi ci permettono di riconoscere la tonsillite nei bambini, sia essa di origine batterica o virale?
Il sintomo più comune, come detto, è il mal di gola. Spesso le tonsille del bambino appaiono ingrossate e arrossate, talvolta con lesioni biancastre di pus (le cosiddette “placche”). A volte si possono notare piccole macchie rosse sulla volta del palato e può comparire anche febbre assieme al rigonfiamento dei linfonodi laterali del collo.
Solo tre tonsilliti pediatriche su 10 hanno un’origine batterica (la più diffusa è dovuta allo streptococco β emolitico di gruppo A, lo stesso che causa anche la scarlattina). Le infezioni di tipo virale sono dovute ai comuni virus del raffreddore della famiglia dei Rhinovirus o degli Adenovirus o ai virus influenzali.
Distinguere tra tonsilliti da infezione batterica e da infezione virale è fondamentale, poiché l’origine determinerà il trattamento. Solo nel caso di un’infezione batterica si dovrà effettuare una terapia antibiotica, mentre le tonsilliti virali tendono a guarire da sole nel giro di quattro-cinque giorni e basta un semplice trattamento per alleviare il dolore alla gola.
La presenza di placche in gola non è di per sé indicativa di un’infezione batterica da trattare con antibiotico. Lo stesso segno, infatti, si osserva anche in seguito a numerose infezioni virali (la più comune è quella associata al virus EBV, Epstein Barr Virus, responsabile della mononucleosi). In tal caso, un trattamento antibiotico, oltre a non essere curativo, può determinare la comparsa di uno sfogo sulla pelle.
Una prima indicazione importante sulla causa della tonsillite riguarda l’età del bambino: le faringiti batteriche sono più frequenti nella fascia d’età tra i 3 e i 14 anni, mentre prima e dopo questo intervallo prevalgono i virus. Inoltre, sintomi come tosse, raffreddore e congiuntivite sono tipici delle tonsilliti virali.
Risulta invece difficile distinguere la causa di una tonsillite con febbre alta, in quanto sia lo streptococco sia alcuni virus (ad esempio l’adenovirus) possono far salire la temperatura corporea oltre i 38° C.
Capire quali sono le cause di una tonsillite non è semplicissimo, e spesso una visita dal pediatra può aiutare i genitori in tal senso, soprattutto se la febbre è molto alta e ci sono sintomi associati.
In caso di infezione virale, la sintomatologia si risolverà spontaneamente nell’arco di 72 ore. Se i sintomi invece persistono oltre questo intervallo, verosimilmente l’infezione è di natura batterica, diagnosi che verrà confermata dal pediatra, che prescriverà anche il trattamento adeguato da iniziare.
L’associazione con alcuni dei sintomi elencati è sufficiente per distinguere una tonsillite virale da una forma batterica. Il pediatra può avvalersi del calcolo del punteggio di McIsaac per distinguerle:
Temperatura ≥38°C | 1 punto | temperatura < 38° | 0 punti |
Assenza di tosse | 1 punto | presenza di tosse | 0 punti |
Linfonodi del collo gonfi e dolenti | 1 punto | assenza di linfonodi | 0 punti |
Tonsille gonfie con placche | 1 punto | assenza di placche | 0 punti |
Età compresa fra 3 e 14 anni | 1 punto | età < 3 anni | 0 punti |
Più sarà alto il punteggio ottenuto, maggiore la probabilità di trovarci di fronte a una tonsillite batterica, da curare quindi con antibiotico (un punteggio superiore a 4 indica solitamente un’infezione di questo tipo). Nei casi dubbi, tuttavia, può essere necessario prescrivere un tampone faringeo per stabilire con certezza la natura dell’infiammazione.
Sono disponibili anche test rapidi (con risultati in meno di 15 minuti) per stabilire se la faringotonsillite è causata dallo streptococco, la più comune causa di tonsillite batterica. Nonostante un test rapido negativo, in presenza di un forte sospetto, il pediatra può prescrivere un tampone faringeo con esame colturale, cioè un test eseguito in laboratorio più sensibile rispetto al tampone rapido.
È importante sottolineare che ripetere il tampone, ad esempio alla fine della cura, non è utile, in quanto il 15-30% dei bambini in età scolare diventano portatori cronici di streptococco (il batterio convive nella mucosa orofaringea, senza però dare problemi). In casi selezionati, o se vi sono particolari dubbi diagnostici, il pediatra può prescrivere anche esami del sangue.
Il trattamento della tonsillite nei bambini, come abbiamo già accennato, dipende dalla natura virale o batterica dell’infezione.
Nel caso di un’infezione virale, ridurre la febbre e il dolore con paracetamolo di solito è sufficiente. Se dopo tre giorni il bambino non migliora, occorre una valutazione pediatrica.
Anche un antinfiammatorio come l’ibuprofene può talvolta essere prescritto dal pediatra.
Nel caso in cui la tonsillite sia invece causata da un’infezione batterica è necessario l’inizio di una terapia antibiotica che ha due finalità:
È importante seguire la terapia per tutto il tempo indicato dal medico, anche se i sintomi sono scomparsi, in quanto un’interruzione prematura della cura antibiotica non previene il rischio di complicanze. Inoltre, la terapia antibiotica riduce il rischio di contagio in famiglia e a scuola.
Qualunque sia l’origine della tonsillite, alcuni rimedi, insieme al paracetamolo e ai FANS, possono aiutare ad alleviare il fastidio alla gola. È importante, ad esempio, mantenere il bambino in un adeguato stato di idratazione, offrendogli spesso bevande (sia calde sia fredde) e acqua. Se il dolore nella deglutizione è forte, si possono proporre cibi semiliquidi o morbidi per evitare un digiuno prolungato.
Sono invece sconsigliati gli spray per la gola, perché spesso contengono farmaci anestetici che possono causare reazioni allergiche, e le caramelle per il mal di gola, che per i più piccoli costituiscono un rischio di soffocamento.
Non esistono misure di prevenzione in grado di prevenire completamente la tonsillite nei bambini. Tuttavia le comuni norme igieniche sociali, ovvero lavarsi frequentemente le mani, evitare contatti stretti con persone affette da mal di gola, raffreddore, febbre o altri sintomi di malattia infettiva, aiutano in questo senso.
Evitare che il bambino sia esposto al fumo di sigaretta, cambiare spesso l’aria nelle stanze per evitare che sia troppo umida o secca, sono altri buoni consigli per limitare il rischio di infezioni alle alte vie aeree.
È bene invece sfatare un falso mito: il freddo non fa ammalare! Numerosi studi confermano che maggiore è il tempo passato all’aperto dai bambini, anche d’inverno (ovviamente con l’abbigliamento adatto), minore è il rischio di ammalarsi. Gli ambienti chiusi e con scarso ricambio d’aria sono invece quelli a maggior rischio di contaminazione.
Per quanto riguarda i farmaci o le sostanze per stimolare le difese immunitarie per via orale (immunostimolanti), non vi sono al momento prove scientifiche che ne sostengano l’efficacia, e non sono quindi indicati nella prevenzione delle infezioni. Se l’infezione alle tonsille è ricorrente (numerosi episodi durante l’anno) o se tra un’infezione e l’altra le tonsille rimangano di grandi dimensioni, è indicata una visita otorinolaringoiatrica pediatrica per verificare la possibile rimozione chirurgica delle tonsille (tonsillectomia).
Pediatra, nel 2024 ha conseguito un Dottorato di Ricerca in Immunologia, Medicina Molecolare e Biotecnologie Applicate presso l’Università di Roma Tor Vergata. Attualmente lavora come Clinical Research Fellow presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, dove svolge attività clinica presso il Dipartimento di Oncoematologia, Terapia Cellulare, Terapie Geniche e Trapianto Emopoietico e attività di ricerca presso i laboratori dell’Unità di Terapia Cellulare e Genica delle Malattie Ematologiche.