Fabio è nato da appena 14 giorni, e come tutti i neonati necessita di essere cambiato con una frequenza molto elevata, ovvero fino a 8-10 volte al giorno. Passate le prime due settimane di rodaggio, la mamma e il papà cercano di affinare la loro personale “tecnica” per cambiare il pannolino in modo che questa diventi il più possibile rapida e agevole, soprattutto perché durante il cambio Fabio piange e si agita molto.
Quello appena descritto è il punto di vista dei genitori, ma dal punto di vista di Fabio, invece, cosa accade mentre gli cambiano il pannolino?
Per il neonato o per il lattante, il cambio del pannolino è un momento molto delicato di contatto fisico e interazione. Bisogna considerare, infatti, che nei primi mesi di vita la scoperta dell’ambiente esterno e di sé passa attraverso la relazione con le figure di accudimento, e l’esperienza del cambio del pannolino, ripetuta con grande frequenza, avrà dunque un impatto non trascurabile su questo aspetto.
Vediamo allora come trasformare l’azione apparentemente meccanica di cambiare il pannolino in un momento importante per costruire una relazione basata sulla fiducia, sulla cooperazione e sul rispetto.
«Mio figlio urla e si dispera ogni volta che provo a cambiarlo, come posso fare? Ho provato a distrarlo con mille oggetti, ma niente da fare… Inizio a perdere la pazienza».
«Le ho provate tutte, ma il cambio del pannolino sta diventando ingestibile: non riesco più a tenere ferma mia figlia, tanto che a volte ho paura che cada dal fasciatoio».
Sono solo alcune delle difficoltà che si incontrano nel cambio del pannolino di bambini di ogni età.
Per alcuni neonati, il momento del cambio del pannolino può essere in effetti fonte di stress e pianto: si passa dal calore delle braccia o del seno materno all’essere spogliati ed esposti in posizione supina; il cambio di temperatura, sommato alla necessità degli adulti di limitare i movimenti del bambino durante le operazioni di pulizia e vestizione, possono essere disturbanti.
Anche i genitori possono provare tensione in questi momenti: occorre «sbrigarsi prima che pianga» o «cambiarlo prima che faccia i bisogni mentre è senza pannolino». A ciò si aggiunge, con il passare dei mesi, la difficoltà crescente di tenere fermo il bambino per evitare, come detto, che cada dal fasciatoio. La fretta e la tensione degli adulti vengono percepiti dal piccolo, e vanno a sommarsi al suo disagio.
Per ovviare a queste difficoltà, molti genitori, passati i primi giorni, riescono a organizzarsi seguendo delle vere e proprie routine del cambio del pannolino: creano una postazione organizzata con tutto il necessario, dalle salviettine ai vestitini di ricambio, senza dimenticare qualche oggetto per distogliere l’attenzione del bambino.
Se è vero che le distrazioni nel momento del cambio possono aiutare a ridurre lo stress, è però preferibile favorire il coinvolgimento attivo del bambino. Fin dai primi giorni di vita il consiglio è quello di parlargli, guardarlo negli occhi e descrivere le azioni che si stanno per compiere nella fase del cambio, chiedergli insomma di “collaborare”. Può essere utile anche utilizzare i suoi gesti spontanei per compiere delle azioni, ad esempio un piedino alzato può diventare il momento giusto per infilare un calzino, facendo notare poi al bambino l’utilità del suo movimento. Adattarsi ai gesti del bambino significa assecondare il suo bisogno di muoversi ed evitare che si senta bloccato.
Vediamo di seguito alcune valide soluzioni per cambiare il pannolino avendo rispetto del bambino.
Cambio del pannolino e poppata sono spesso collegati, poiché i movimenti intestinali dei neonati avvengono di frequente durante o dopo il pasto. Per non svegliare il piccolo che si addormenta al seno, un possibile consiglio è quello di cambiare il pannolino nel passaggio tra un seno e l’altro, o comunque attaccare nuovamente al seno il bambino subito dopo il cambio, così che possa riaddormentarsi.
Non è invece idoneo lasciare il pannolino sporco per troppo tempo, perché ciò può causare irritazioni fastidiose come la “dermatite da pannolino”, la cui frequenza non dipende dalle caratteristiche dell’indumento, ma dalle tempistiche del cambio.
Con bambini più grandi, la partecipazione e il dialogo saranno maggiori. Per favorire l’autonomia del bambino e il rispetto della sua libertà di movimento, è consigliabile cambiarlo in piedi a terra o in spazi comodi e sicuri, procedendo con calma e dolcezza.
La posizione in piedi è più naturale di quella supina per i bambini più grandi e facilita l’azione di togliere il pannolino, dato che il piccolo si trova già in posizione verticale.
Il momento del cambio può fornire anche un’occasione di relazione importante con il papà. Alcuni mi hanno raccontato di aver partecipato a delle vere e proprie “sfide di cambio del pannolino” in tempi record, organizzate da fiere o negozi per l’infanzia, per sfatare il mito del papà che allaccia il pannolino al contrario e mostrare la propria dimestichezza nella gestione del bambino. Ben vengano naturalmente il gioco e l’approccio allegro anche durante il cambio del pannolino, ma il ruolo del papà nella cura del proprio figlio rappresenta una sfida ben più edificante e valorizzante di una corsa contro il tempo.
Dare il giusto peso a questo momento, osservando e commentando i movimenti dei bambini fin da neonati e favorendo la fiducia e la cooperazione, è possibile e auspicabile anche in contesti esterni alla famiglia. Un esempio virtuoso viene dall’istituto e dai nidi dell’infanzia Pikler in Ungheria, in cui l’attenzione a costruire un rapporto significativo e rispettoso con ogni singolo bambino include, tra i momenti cruciali, proprio quello delle cure fisiche: il cambio del pannolino non si fa “al” bambino, ma “con” il bambino.
Qui ogni bambino riceve un’attenzione esclusiva e dedicata durante le cure fisiche, e lo stesso fasciatoio è progettato in modo tale da consentire al piccolo di salire autonomamente, rimanere in piedi e partecipare attivamente e serenamente alle pratiche di cura, nella massima sicurezza e senza alcuna fretta. Il momento del cambio pannolino passa dunque dall’essere un “obbligo” a uno spazio accogliente di condivisione intima e scambio relazionale importante.
Abbiamo visto come sia possibile effettuare il cambio del pannolino senza stress, adottando delle modalità rispettose dei tempi, del corpo e dell’autonomia del bambino. Ma come adattare tutto ciò ai momenti in cui bisogna cambiare il pannolino fuori casa?
Ovviamente sarà necessario portare sempre con sé tutto l’occorrente, e quindi: qualche pannolino di scorta, salviette umidificate nel caso in cui non fosse disponibile un bagno, eventuali creme protettive e, nei primi mesi, anche un paio di vestitini di ricambio.
Se il clima è caldo e ci si trova all’aria aperta, sarà sufficiente un telo da picnic o un semplice asciugamano posto a terra su un prato.
Un clima rigido, un ambiente chiuso (magari angusto) o una circostanza sociale particolare (una stanza in cui sono presenti molte persone) potrebbero invece non consentire il cambio del pannolino in terra. In questi casi, se il bambino è abbastanza grande, può essere cambiato in piedi su un fasciatoio o su altre superfici disponibili (basterà prestare maggiore attenzione alla sicurezza).
Se nemmeno queste soluzioni fossero possibili, è importante comunque rispettare le emozioni del bambino, accogliendo l’eventuale frustrazione e spiegando le motivazioni alla base di eventuali restrizioni al movimento.
Soprattutto nei momenti in cui non si è in casa è importante non forzare e non avere fretta: osservare i segnali del bambino, parlargli in modo sereno e legittimare anche eventuali emozioni negative consentirà di affrontare con collaborazione anche il cambio del pannolino in condizioni poco agevoli senza stress.
«Ci è capitato, a volte, di dover cambiare Fabio proprio quando eravamo di fretta. Ma erano momenti in cui lui piangeva e si agitava. Cos’è meglio fare in questi casi?». Il consiglio è quello di concedersi sempre e comunque del tempo per calmare il bambino per il cambio, in modo che tutto possa procedere senza fretta e stress. In questo modo non si allungherà affatto la durata del cambio del pannolino: il tempo impiegato per calmare il bambino va a sostituirsi a quello che spenderemmo nei ripetuti, frettolosi e talvolta maldestri tentativi di contenere i suoi movimenti agitati per cercare di completare le operazioni.
Gli accorgimenti da mettere in pratica per cercare di calmare il piccolo saranno gli stessi già sottolineati: il contatto fisico, il movimento, l’uso di toni o suoni gentili.Accogliere la sua frustrazione e fornire rassicurazione, calma e conforto offre al bambino non solo la possibilità di superare il suo momento di disagio, ma anche una solida base per acquisire, col tempo, la consapevolezza di sé e delle proprie emozioni, oltre a un sano modello di regolazione emotiva. L’obiettivo immediato (il cambio del pannolino del bambino) si integra così nell’insieme più ampio dei momenti di cura, di ascolto e di scambio, fondamentali nella relazione tra genitori e bambino.