All’interno delle sue “case dei bambini” Maria Montessori aveva concepito alcuni materiali specifici – come ad esempio i telai delle allacciature per imparare a gestire le diverse tipologie di chiusura dei vestiti, o le tavolette del liscio e del ruvido, utili per imparare a distinguere le due consistenze – che ancora oggi si possono trovare nelle scuole a indirizzo montessoriano. Si tratta di strumenti che presentano alcune caratteristiche ben precise, ovvero l’utilizzo di materiale di qualità, l’ordine estetico e l’ordine cromatico.
I “pannelli Montessori” non rientrano, in realtà, nella lista di materiali creati da Maria Montessori. Sono strumenti che dovrebbero invogliare il bambino a esercitarsi in una serie di attività – come ad esempio chiudere i bottoni, le cerniere, due lembi di velcro… – e stimolare la sua affinità manuale attraverso una serie di azioni – afferrare, sfregare, infilare, accendere e spegnere un interruttore, abbassare una maniglia, infilare una chiave…
Molto spesso i pannelli montessoriani vengono creati da maestre, genitori, artigiani o altri rispettando, in maniera più o meno fedele, le caratteristiche sopra elencate. Altre volte invece non solo non vengono rispettati questi criteri, ma al contrario si propone una sovrastimolazione sensoriale (come nei giochi sensoriali che si trovano in commercio), un’ampia varietà cromatica e un caos estetico. Come orientarsi allora?
Se un genitore volesse acquistare o costruire dei pannelli sensoriali Montessori? La scelta deve ricadere esclusivamente su oggetti creati in base alle indicazioni pedagogiche montessoriane, che favoriscano cioè la concentrazione e l’approfondimento di una competenza per volta.
I pannelli delle multi-attività che vengono pubblicizzati e venduti spesso al pubblico come giochi “intelligenti” o stimolanto per la crescita del bambino,andrebbero ad esempio esclusi, poiché con il loro caos cromatico e di forme distraggono il bambino e non gli permettono di concentrarsi sull’affinamento della motricità della mano (i colori, le forme e il materiale dovrebbero essere il più possibile neutri).
Ecco dunque che un pannello Montessori a forma di elefante (o altro animale o chissà cos’altro), con stimolazioni uditive, tattili e mnemoniche o multi-colori presentate tutte assieme, non garantirà attinenza con la pedagogia montessoriana.
Chiarita la premessa, se un genitore volesse realizzare o acquistare un materiale per la stimolazione tattile, manuale o sensoriale del proprio bambino può optare per una superficie di forma geometrica semplice (quadrata, tonda, rettangolare, triangolare) su cui fissare degli oggetti dai colori neutri e dalla consistenza interessante dal punto di vista sensoriale (metallo, cuoio, legno…) con i quali il piccolo potrà affinare la sua manualità (attraverso la chiusura di un lucchetto, di una serratura, di un interruttore…).
Un pannello ispirato ai principi di Montessori così strutturato può essere proposto al bambino di età compresa tra i 15 e i 24 mesi circa, ovviamente dopo aver valutato il suo interesse e il suo livello di competenza manuale. Tale pannello andrà fissato al muro, in modo che possa essere esplorato dal bambino in piedi o seduto.
Se un genitore volesse costruire un pannello Montessori in casa, a cosa dovrebbe prestare attenzione? Innanzitutto è importante decidere quale competenza del bambino si desidera stimolare attraverso il pannello montessoriano fai da te, ad esempio:
Compiuta la scelta, un pannello Montessori fai da te deve essere di materiale resistente, di buona qualità estetica e deve possedere un ordine cromatico.
Per le allacciature ci si può ispirare direttamente ai telai progettati da Maria Montessori, così come per le tavolette del liscio e del ruvido. Per le chiusure o altre tipologie di stimolazione sensoriale si può dar spazio alla fantasia, optando però sempre per l’ordine, l’armonia e la “pulizia” dello spazio di lavoro (selezionare poche esperienze, quindi pochi elementi da inserire nel pannello, ma significative). Un eventuale pannello che permette al bambino di accarezzare superfici diverse potrebbe essere proposto come attività da svolgere a occhi chiusi per isolare il senso del tatto e godere così di un’esperienza sensoriale più intesa.
formatrice, pedagogista e autrice, progetta e coordina servizi per la prima infanzia e svolge corsi di formazione per insegnanti e genitori sulla pedagogia montessoriana. Autrice del libro Qui abita un bambino edito da Uppa Edizioni, cura la rubrica "Tra il dire e il fare" su Uppa.