Un tempo, quando arrivava un bebè, non mancava l’aiuto della grande famiglia di donne: zie, sorelle e vicine di casa erano pronte a prendersi cura della neo mamma e, se ce ne fosse stato bisogno, anche del neonato. Questo modo di accudire i bambini, nelle famiglie di oggi, è ormai quasi scomparso.
Le coppie o si allontanano dal proprio paese di origine o comunque formano una nuova famiglia spesso lontano dagli affetti e da chi potrebbe dar loro un aiuto con il neonato.
«Servirebbero due braccia in più», sentiamo dire di frequente oggi alle mamme e ai papà che, da soli, si occupano dei loro figli, magari mentre lavorano da casa o devono risolvere urgenti incombenze. Per fortuna però c’è il babywearing, un prezioso alleato che si presenta sotto forma di fasce e marsupi. Il babywearing non risponde solamente a una necessità ovviamente, ma permette anche di rispondere a quella volontà di vicinanza e prossimità che aiuta a costruire una relazione con il proprio bambino.
Ma come si inizia con il babywearing? E quando si può iniziare a portare i bambini in fascia? Cerchiamo oggi di rispondere a tutte le domande sull’argomento e di capire come iniziare a usare fasce porta bebè e marsupi.
Prima di addentrarci nell’argomento è bene capire cos’è il babywearing iniziando dalla sua definizione. Letteralmente si traduce con “indossare il bebè”; sì, proprio come fosse un capo di abbigliamento, perché grazie a un supporto di stoffa, che può essere una semplice fascia o un marsupio, possiamo tenere il nostro bambino come se ci fosse “cucito” addosso e, pertanto, senza la necessità di sorreggerlo con le braccia, che saranno invece libere di svolgere altre azioni. Un modo per avere sempre vicino il piccolo o la piccola, per fargli sentire il nostro calore e non solo per avere più possibilità di movimento.
Tenere addosso e trasportare il proprio bebè è comune a tutte le culture del mondo, dai Paesi più freddi a quelli più caldi, da Oriente a Occidente, da Nord a Sud. È curioso scoprire come cambiano i supporti nelle varie culture, in base al clima, alle tradizioni, alla disponibilità delle materie prime: ceste, zaini, stringhe di stoffa, cinghie, reti…
In Europa, il supporto più comune, al giorno d’oggi, oltre al marsupio porta bebè è la fascia nelle sue varie declinazioni (lunga rigida, elastica, ad anelli…), ideata in Germania nel 1972 da Erika Hoffmann. Vi diciamo subito che non esiste una fascia porta bebè migliore in assoluto, ma quella che più si adatta alle vostre esigenze e che più vi permette di essere comodi e a vostro agio in questa pratica.
«Quando posso iniziare con il babywearing?», si chiede il neo genitore. I nostri piccoli nascono con alcuni riflessi innati che, pur scomparendo piano piano, mettono subito in evidenza una questione molto importante: i neonati sono fatti per stare a contatto. Ricordiamo ad esempio il riflesso di prensione palmare, o cosiddetto grasping, ovvero la tendenza dei neonati a stringere forte i pugni e aggrapparsi a qualsiasi cosa entri in contatto con le loro piccole manine; aggrapparsi per sopravvivere, diremmo nel caso dei cuccioli di Homo sapiens che si appigliavano al corpo delle loro madri per sfuggire ai predatori della savana.
Per questo motivo possiamo ben dire che non esiste un’età per iniziare con il babywearing e che si può cominciare fin dalla nascita.
Prima di iniziare a sperimentare il babywearing, però, facciamo attenzione ad alcuni aspetti. Innanzitutto alla tonicità muscolare del neonato e alla sua capacità di allargare le gambine, elementi che possono determinare la scelta di un certo tipo di fascia o di legatura.
Altro importante elemento da considerare è lo stato di salute della madre: se la donna non sta bene, occorre prendersi cura di lei e potrebbe scegliere di rimandare il babywearing a un momento che sia buono per lei e per il bebè. A quanti mesi dunque possiamo iniziare a portare? Molto semplicemente: fin dalla nascita! Ma a condizione che mamma e bebè stiano bene e vogliano affrontare questa piccola nuova avventura.
«Come si inizia il babywearing?». Quando un genitore vuole imparare a portare il proprio bambino o la propria bambina è indispensabile farsi alcune domande. Ad esempio: «Serve una consulenza per il babywearing?». Non è certamente obbligatorio né indispensabile affidarsi a una professionista esperta, ma questa sarebbe certamente la soluzione ideale per i genitori che si affacciano per la prima volta a questa pratica che, in quanto nuova, può risultare complessa.
La consulente di babywearing infatti possiede le competenze per poter comprendere quali siano le reali necessità di genitore e bebè, riconosce le caratteristiche – fisiologiche e non – del neonato che possano dare il via libera al percorso e, soprattutto, consiglia il supporto adatto a ogni famiglia, insegnando il modo corretto di eseguire le legature e di utilizzare le varie posizioni del babywearing: la più comune è con il piccolo sul petto del genitore, oppure c’è quella a mezzo fianco, con il bambino in corrispondenza del seno materno (alcune legature permettono l’allattamento in fascia).
Le posizioni sul fianco e sulla schiena arriveranno successivamente, a partire dai 4 o 5 mesi, quando il bambino o la bambina avranno raggiunto uno sviluppo muscolare adeguato per sorreggere la testa e la schiena e una forte curiosità verso il mondo che li circonda. La posizione sul fianco prima e quella sulla schiena del genitore poi saranno la svolta per continuare con entusiasmo e a lungo termine il percorso di babywearing.