PMA, come funziona la procreazione medicalmente assistita?

Quando si ricerca una gravidanza ma il concepimento non arriva, è possibile confrontarsi con un centro accreditato di PMA per valutare il miglior iter diagnostico e terapeutico personalizzato per la coppia. Ma come funzionano questi percorsi e cosa prevedono?

Francesca Finiguerra , ostetrica
coppia aspetta figlio con pma

Il numero di coppie che si affidano a centri pubblici e privati per la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) è in aumento: secondo il resoconto CEDAP (Certificato al Parto), nel 2022 circa 3,7 gravidanze su 100 hanno fatto ricorso a queste tecniche. 

A partire dal 2024, l’Italia agevolerà ulteriormente chi necessita di ricorrere a queste tecniche, e lo farà attraverso un abbassamento dei prezzi. È stato infatti raggiunto l’accordo tra Stato e Regioni per lo stanziamento di fondi da destinare all’utilizzo delle tecniche di PMA nelle strutture pubbliche e verranno inoltre stabiliti dei limiti di tariffe nel privato.

Nel corso di questo articolo analizzeremo più a fondo il mondo della Procreazione Medicalmente Assistita e qual è l’attuale situazione in Italia. 

Cos’è la procreazione medicalmente assistita

Cos’è la PMA? La sigla, come detto, sta per Procreazione Medicalmente Assistita e identifica tutte le tecniche finalizzate alla realizzazione di una gravidanza, attraverso trattamento di ovociti femminili e di spermatozoi maschili (gameti) o di embrioni prodotti dall’unione dei precedenti. 

La fecondazione basata su queste tecniche può essere:

  1. Omologa, quando i gameti utilizzati sono quelli della coppia. 
  2. Eterologa, quando i gameti (solo gli ovociti, solo gli spermatozoi o entrambi) provengono da persone esterne alla coppia. In Italia è stata consentita a partire dal 2014. 

Un’altra classificazione riguarda invece la tecnica utilizzata e la sua invasività. Troviamo quindi: 

  1. Tecniche di I livello. L’unica è l’inseminazione intrauterina (IUI), che consiste nell’inserimento all’interno della cavità uterina degli spermatozoi trattati in laboratorio così da facilitare l’incontro con l’ovocita e quindi la fecondazione. 
  2. Tecniche di II livello. Rientrano in questa categoria due tecniche, che prevedono successivamente il trasferimento dell’embrione all’interno dell’utero, ovvero la FIVET (fecondazione in vitro), per cui gli ovociti prelevati dalla donna vengono inseriti in un terreno di cultura insieme agli spermatozoi preparati in laboratorio per simulare la fecondazione in vitro, e l’ICSI (iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo), per cui in laboratorio il singolo spermatozoo viene iniettato direttamente all’interno dell’ovocita garantendo una percentuale maggiore di successo della fecondazione.
  3. Tecniche di III livello. Rientrano qui due tecniche che riguardano il partner maschile e che richiedono un’anestesia generale. La prima prevede l’aspirazione del fluido spermatico direttamente dal testicolo (TEFNA), la seconda di frammenti testicolari (TESE). Entrambe le tecniche prevedono la fecondazione in vitro e il successivo trasferimento in utero. 

Come funziona e quando vi si ricorre

Quando ricorrere alla PMA? Prima di rispondere a questa domanda dobbiamo chiarire la differenza tra due termini che spesso vengono confusi: la “sterilità” è l’impossibilità per una coppia di concepire, mentre si parla di “infertilità” in assenza di concepimento dopo almeno 12 mesi consecutivi di rapporti sessuali mirati e non protetti in una coppia. 

Quando si ricerca una gravidanza ma il concepimento non arriva, è possibile confrontarsi con un centro accreditato di PMA per valutare assieme allo specialista il miglior iter diagnostico e terapeutico personalizzato per la coppia. A tal proposito va specificato che un ritardo nella diagnosi o nell’inizio del percorso terapeutico può ridurre ulteriormente le possibilità di una gravidanza omologa e aumentare la necessità di ricorrere a tecniche eterologhe. Durante i primi controlli saranno proposte valutazione, esami e test per mettere in luce lo status quo della coppia e scegliere il percorso – e quindi la tecnica – migliore. 

Ma chi può ricorrere alla pma? Per legge, in Italia, possono ricorrere alla PMA solamente le coppie maggiorenni, di sesso diverso e coniugati o conviventi, in possesso di certificato medico che attesti problemi di infertilità o sterilità. Entrambi i partner devono prestare il loro consenso e non è possibile procedere a tecniche di fecondazione in caso di decesso di uno dei due.

Quanto costa la procreazione medicalmente assistita?

I costi della PMA pubblica dipendono dal pagamento dei ticket sanitari in base alle prestazioni erogate, considerando che per alcuni esami e controlli preconcezionali c’è la possibilità di un’esenzione al pagamento (esenzione M00).

Per quanto riguarda la Procreazione Medicalmente Assistita nel privato, invece, i costi sono variabili: dipendono dalla singola struttura, dalla tecnica utilizzata e dalla necessità di richiedere l’importazione di gameti dall’estero in caso di fecondazione eterologa. 

Ma una grande novità coinvolgerà le coppie che devono affrontare il percorso di fecondazione assistita nel nostro Paese. Ad aprile 2023, infatti, il Ministero della Salute ha approvato – in accordo con le Regioni e le Province autonome – e renderà operativi a partire da gennaio 2024 i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), rinnovati sei anni fa. Questo significa che a partire dal nuovo anno la Procreazione Medicalmente Assistita nelle strutture pubbliche sarà garantita gratuitamente e in convenzione con il SSN per quanto riguarda la tecnica omologa. Quella eterologa, invece, sarà garantita a prezzi calmierati stabiliti singolarmente da ogni Regione.

Bibliografia
Articolo pubblicato il 19/12/2023
Immagine in apertura mihailomilovanovic / iStock

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