La melatonina è un ormone – prodotto dall’organismo – che svolge un ruolo cruciale nella fisiologia del sonno. Si trova anche in alcuni alimenti, o può essere sintetizzata in laboratorio (in genere in forma di compresse), e utilizzata come integratore alimentare. Tuttavia, il suo utilizzo nella forma sintetica non è raccomandato in presenza di alcune patologie, come le malattie autoimmuni, o in concomitanza con l’assunzione di alcuni farmaci (anticoagulanti, antiepilettici, antipertensivi). Anche l’assunzione in forma sintetica di melatonina in gravidanza e in allattamento è sconsigliata. In questo articolo spiegheremo perché.
La melatonina viene prodotta dalla ghiandola pineale, una ghiandola endocrina situata nel cervello (denominata anche epifisi) che svolge un ruolo essenziale nella fisiologia del sonno, nella regolazione del ciclo sonno-veglia e nell’ambito della riproduzione.
Gli integratori a base di melatonina sintetica, ottenuti attraverso procedure di laboratorio, favoriscono l’addormentamento, e in commercio se ne trovano sia per gli adulti che per i bambini.
I benefici della melatonina in gravidanza (parliamo sempre della forma sintetica assunta tramite integratori) riguarderebbero dei miglioramenti per quanto riguarda l’insonnia, la qualità generale del sonno e la sua durata, che si allunga (così come in genere si riduce il tempo necessario ad addormentarsi). Tuttavia, il livello delle evidenze è basso e tutti i lavori concordano sulla necessità di ulteriori studi in merito. Così come sono insufficienti gli studi a disposizione circa la sicurezza della melatonina in gravidanza, pertanto ad oggi si consiglia di evitarne l’uso durante i nove mesi di attesa.
L’assunzione di melatonina in gravidanza è controindicata, così come il suo utilizzo nel corso dell’allattamento: in questa fase, infatti, può passare attraverso il latte materno ed essere assimilata dal bambino, causando sonnolenza e letargia.
Ma quali sono esattamente le controindicazioni dell’assunzione di melatonina in gravidanza? Nel periodo prenatale, le informazioni riguardanti l’alternanza del giorno e della notte vengono trasmesse dall’organismo della donna a quello del piccolo attraverso l’andamento della melatonina materna, che passa attraverso la placenta: questa trasmissione aiuta lo sviluppo dei ritmi circadiani fetali.
Qualsiasi alterazione nella secrezione della melatonina fisiologica materna dovuta all’assunzione di formule sintetiche di questo ormone può, in generale, influenzare lo sviluppo del ritmo circadiano fetale (ovvero, il ritmo fisiologico caratterizzato da un periodo di circa 24 ore) alterando la quantità di recettori della melatonina nel neonato. Per questo motivo, sebbene la melatonina sia necessaria per lo sviluppo fetale, l’integrazione di questo ormone è sconsigliato durante la gestazione.
La conoscenza attuale degli effetti sul feto legati all’assunzione di melatonina in gravidanza è limitata, e la maggior parte dei dati proviene da studi condotti su animali. Tra questi studi, alcuni dimostrano che l’assunzione di questo ormone non ha alcun esito negativo per il piccolo, mentre altri confermano la presenza di potenziali rischi. In particolare, alcune ricerche hanno mostrato che l’assunzione di melatonina in gravidanza può essere associata a una diminuzione del peso del bambino alla nascita e a una gestazione oltre il termine.
Per riassumere: quando è sconsigliata la melatonina in gravidanza? Alla luce degli studi attualmente presenti in letteratura, l’assunzione è sconsigliata in via preventiva per tutta la durata della gestazione.
Come abbiamo visto, l’assunzione di melatonina in gravidanza e durante allattamento è sconsigliata. Ma come dormire bene in gravidanza senza melatonina? Avere delle buone abitudini può aiutare a ridurre l’insonnia in gravidanza e migliorare la qualità del sonno. Eccone alcune:
Lavora come ostetrica negli ospedali bolognesi dal 2018 e conduce corsi di accompagnamento alla nascita. Dal 2020 è professoressa a contratto presso l’Università di Bologna, per il corso di Laurea in Ostetricia. Ha elaborato e coordinato un progetto, in collaborazione con l’Università di Bologna, di protezione e promozione dell’allattamento al seno, sostenendo a domicilio le mamme con difficoltà nell’avvio dell’allattamento.