Separazione e figli: come comportarsi e cosa evitare

Quando mamma e papà si separano, i figli vivono periodi di stress più o meno lunghi, rabbia e tristezza per la perdita dell’unità familiare, ma anche preoccupazione e un sovraccarico di emozioni. Come aiutare i figli ad affrontare questa trasformazione familiare?

Tiziana Mannello , psicologa e psicoterapeuta
mamma parla a figlia sul divano

Separazione e figli. La separazione è una fase di vita della famiglia difficile da affrontare, per i genitori e per i figli.
Quando mamma e papà si separano, i figli vivono periodi di stress più o meno lunghi, momenti di rabbia per quanto è accaduto, sentimenti di tristezza per la perdita dell’unità familiare, preoccupazione per i cambiamenti nei rapporti e nelle abitudini quotidiane, sovraccarichi per i problemi della separazione e i conflitti vissuti a casa. Come aiutare i figli a far fronte a questa trasformazione familiare? Parliamone insieme.

Come si sente un bambino quando i genitori si separano?

Come affrontare figli e separazione? Per aiutare i figli, occorre chiedersi prima di tutto quali sono i sentimenti e le emozioni dei bambini durante la separazione. Ciascun bambino e ciascuna bambina vive la separazione in modo unico e il suo vissuto può modificarsi nel tempo secondo:

  • la fase della separazione;
  • la sua età;
  • il rapporto con ciascun genitore;
  • le modalità con cui vengono affrontati i conflitti e i cambiamenti che la separazione porta con sé.

Solitamente, la separazione è preceduta da una fase più o meno lunga in cui la crisi di coppia non è esplicitata, ma è comunque vissuta nel quotidiano: litigi, tensioni, silenzi, atteggiamenti diversi degli adulti nei loro confronti, volti che appaiono più spesso tristi o arrabbiati, delusi o ansiosi.

In questa fase, i più piccoli non riescono a rappresentarsi, a dare significato, a comprendere ciò che accade intorno a loro; i più grandi si pongono domande a riguardo, spesso tenendosele per sé. Tutti i bambini e le bambine, indipendentemente dall’età, possono vivere sentimenti di incertezza, confusione e angoscia. È importante riuscire a gestire i sentimenti dei bambini durante la separazione.

Trovare le parole per raccontare ai figli cosa accade non è semplice, soprattutto quando la decisione di separarsi non è definitiva e i genitori stessi si sentono disorientati non sapendo cosa fare. Allora, ritagliarsi un momento per raccontare ai figli che anche “ai grandi capita di litigare come ai piccoli, solo che per i grandi a volte è più difficile fare pace” può essere un modo semplice per aiutare i bambini a comprendere quanto sta accadendo, a sentirsi meno angosciati, ad avvicinarsi pian piano alla realtà della separazione senza sentirsi coinvolti impropriamente in aspetti che non li riguardano.

Una fase successiva del percorso della famiglia in via di separazione è quella in cui i genitori, una volta presa la decisione di separarsi, la comunicano ai figli.

L’annuncio della separazione può suscitare sentimenti differenti, spesso mescolati tra loro. 

Ad esempio, i figli possono sentirsi tristi per:

  • il venir meno del legame di coppia tra i genitori (“è brutto sapere che la mamma e il papà non si vogliono più bene come prima”);
  • la perdita dell’unità familiare (“non vivremo più tutti nella stessa casa”, “non passeremo più il Natale tutti insieme dai nonni”, “non faremo più le vacanze tutti insieme”);
  • la riduzione dei tempi di frequentazione con il genitore che non risiederà più stabilmente con loro (“non potremo più addormentarci tutte le sere col papà”, “non potremo più fare colazione tutte le mattine con la mamma”).

I bambini possono anche sentirsi arrabbiati di fronte a tutto questo. Può capitare che i bambini rivolgano la loro rabbia contro uno dei due genitori, inveendo contro di lui o non volendolo più incontrare. Molto spesso questi comportamenti sono il modo più semplice con cui i bambini manifestano un sentimento complesso, difficile da riconoscere, nominare ed esprimere diversamente, soprattutto per i più piccoli. 

È importante che i genitori possano accogliere questa rabbia e contenerla. Ad esempio esplicitando nel dialogo coi figli che è normale sentirsi arrabbiati davanti alla situazione e che si possono trovare insieme modi diversi di esprimere questa sensazione, senza dirigerla  contro l’altro genitore. In questo modo sarà più semplice per i figli elaborare e superare la rabbia, riducendo il rischio di rimanere bloccati emotivamente in questa fase di elaborazione della separazione.

A partire dai cinque anni, i bambini possono sentirsi in colpa per il fatto che mamma e papà hanno deciso di separarsi. Può capitare loro di osservare i genitori litigare, ad esempio, su chi dei due debba portarli alle varie attività. In queste situazioni, i bambini possono pensare che la mamma e il papà stiano litigando per colpa loro, fino a ritenersi essi stessi responsabili della separazione dei genitori. 

Possiamo intuire come questo sentimento di colpa sia gravoso per i più piccoli, i quali possono arrivare a pensare di essere dei bambini cattivi, colpevoli di aver fatto lasciare la mamma e il papà. Ciò accade per l’egocentrismo infantile, cioè per la tendenza dei bambini a vedere il mondo unicamente dal proprio punto di vista, e per la loro difficoltà a distinguere il fatto che i genitori “non litigano a causa dei figli, ma a causa del loro non riuscire a mettersi d’accordo su questioni riguardanti i figli”.

Infine, i figli possono sentirsi impauriti di fronte ai cambiamenti conseguenti alla separazione. I bambini e le bambine con meno di tre anni, possono sentirsi angosciati nel non vedere un genitore quando sono con l’altro, poiché non hanno ancora sviluppato un sentimento interiorizzato e stabile di costanza della figura genitoriale.

I bambini e le bambine più grandi possono temere di non poter incontrare più il genitore che fuoriesce dalla casa familiare, perché sanno che dovrà trasferirsi altrove o perché avvertono che non sa ancora come organizzarsi per garantire del tempo con loro. Quando la separazione comporta anche cambiamenti di abitazione, i figli possono vivere con ansia la perdita dei loro punti di riferimento abituali: la stanzetta, i giochi, gli ambienti domestici, la scuola, gli amici. In un periodo in cui la famiglia cambia, se anche la casa, la scuola e il gruppo dei coetanei non sono più gli stessi, la paura e l’ansia possono farsi molto intense.

Per tutti questi motivi, la separazione può essere un cambiamento difficile da accettare. Può capitare che i figli continuino a comportarsi come sempre, ad aspettarsi che la vita quotidiana si svolga come d’abitudine, come se la comunicazione della separazione non fosse mai avvenuta e la riorganizzazione della famiglia non fosse una realtà che li riguardi. 

In altre situazioni, i figli continuano a desiderare che mamma e papà tornino insieme e che ci si ritrovi tutti sotto lo stesso tetto, anche per lungo tempo dopo la separazione e malgrado l’ingresso di nuovi partner. Questo desiderio può essere presente fino alla preadolescenza ed è basato sia sull’egocentrismo, sia sul pensiero magico infantile, una particolare modalità di pensiero dei bambini per cui essi credono che ciò che desiderano tanto nella loro mente si avveri nella realtà.

È importante cercare di mantenere la serenità dei figli dei genitori separati. Come aiutare i bambini a gestire questi sentimenti così complessi durante la separazione? Parleremo meglio di questo più avanti.

Ora soffermiamoci sulle difficoltà e i bisogni affettivi riguardo ai figli e alla separazione. 

Cosa fa soffrire i figli di genitori separati?

Gestire separazione e figli non è facile. Quando la mamma e il papà litigano tanto e spesso, i figli ne soffrono a tutte le età.

Ricerche e studi internazionali negli ultimi decenni hanno verificato che la cosa che fa soffrire i bambini di genitori separati nel medio-lungo periodo non deriva tanto dalla separazione in sé, ma dall’intensità e dalla durata del conflitto tra i genitori, dal modo in cui il conflitto viene gestito, dalla qualità dei rapporti all’interno della famiglia.

Le sofferenze più grandi per i figli arrivano quando il conflitto è così elevato che i genitori li coinvolgono impropriamente all’interno delle loro diatribe, ad esempio con frasi e comportamenti espliciti volti a denigrare e colpevolizzare l’altro genitore davanti ai figli e a coalizzarli contro di lui; oppure con messaggi indiretti che sottolineano la ferita che l’altro genitore avrebbe provocato al partner, alla famiglia, ai figli o la sua minore disponibilità o capacità di occuparsi dei figli e di relazionarsi con loro.

Stare in mezzo al conflitto tra la mamma e il papà è troppo gravoso psicologicamente per i figli. I bambini vogliono bene a entrambi i genitori e hanno sviluppato un legame significativo con ciascuno. Stare in mezzo ai loro continui litigi e agli attacchi reciproci, per i bambini significa vivere un conflitto di lealtà, per cui quando danno ragione alla mamma si sentono sleali verso il papà e quando danno ragione al papà si sentono sleali verso la mamma, finendo per il sentirsi in colpa qualunque cosa dicano e a non potersi sentire vicini in modo autentico a nessuno dei due genitori. 

Per far fronte alla situazione conflittuale tra i genitori, i figli possono farsi carico di ruoli troppo impegnativi per la loro età e incongruenti con il loro posto nella famiglia. Ecco che diventano i mediatori, i pacieri, i messaggeri tra i genitori, vivendo con fatica e colpa gli episodi in cui la loro mediazione non riesce, la pace non viene siglata, il messaggio viene travisato o crea ulteriori litigi. In altri casi, quando i figli percepiscono che uno dei genitori è particolarmente in difficoltà a seguito della separazione, possono svolgere il compito di confidenti, consolatori, aiutanti dei genitori, con un sovraccarico di impegni e responsabilità troppo grandi per loro.

Come non far soffrire i figli dopo la separazione

Torniamo alla domanda precedente. Come i genitori possono aiutare i bambini a gestire i sentimenti legati alla separazione e non farli ulteriormente soffrire?

Il primo passo che ciascun genitore può fare per non far soffrire i figli è un passo verso sé stesso: fermarsi in mezzo alla tempesta, cercare un riparo lontano dalle tensioni, creare uno spazio di ascolto dentro di sé che sia libero dal conflitto, in cui la propria fatica e quella dei figli possano trovare accoglienza. 

Un dialogo con un’amica o un amico, un momento di riflessione personale, la lettura di un articolo specifico, uno spazio d’incontro con un professionista specializzato. In questa sosta, sarà possibile sintonizzarsi maggiormente con i vissuti e i bisogni dei figli durante la separazione, come quelli di cui abbiamo parlato nei paragrafi precedenti.

Questa sosta preliminare può aiutare ciascun genitore ad avanzare verso il secondo passo, cioè il dialogo con l’altro genitore riguardo i vissuti e bisogni dei propri bambini.

Questo dialogo potrà includere un accordo su come parlare della separazione ai bambini, tenendo conto delle loro unicità. Quando possibile, è utile che i genitori comunichino la separazione insieme, in un momento dedicato libero dalle incombenze del quotidiano, in un luogo comune e tranquillo della casa (non nella stanzetta dei bambini, per salvaguardare questo loro spazio da ricordi tristi e faticosi), con una attenzione congiunta verso le esigenze fondamentali dei bambini che vivono la separazione di mamma e papà:

  • rimanere al di fuori dei conflitti tra la mamma e il papà ed essere protetti dalla loro rabbia reciproca;
  • non sentirsi costretti a scegliere da che parte stare, non rivestire il ruolo dei messaggeri, mediatori, pacieri, confidenti dei genitori (“non essere tirati in mezzo”);
  • non doversi occupare dei problemi degli adulti (“restare bambini”);
  • essere sollevati dal senso di colpa rispetto alla separazione (“non è colpa vostra”);
  • essere rassicurati che il proprio legame con la mamma e il papà non cambierà, che ciascun genitore continuerà a essere un punto di riferimento e una fonte di amore verso di loro (“ci separiamo ma resteremo per sempre i vostri genitori”);
  • essere informati rispetto a ciò che cambierà (vivere tra due case, diversi tempi di vita con la mamma e con il papà, vacanze separate e così via), garantendo loro per quanto possibile la continuità dei loro principali altri contesti di riferimento (scuola, amici, famiglia allargata, gruppi sportivi);
  • avere la possibilità di essere ascoltati ed esprimere i propri sentimenti anche successivamente alla prima comunicazione della separazione;
  • sentirsi rispettati nei loro tempi di adattamento ai cambiamenti della famiglia.

Nel dialogo genitori-figli, i genitori che avranno in mente queste esigenze potranno trovare più facilmente le proprie parole per dire anche ciò che è difficile e doloroso, per stare accanto ai figli in un periodo molto stressante e doloroso. In questo modo, i figli sentiranno la sintonizzazione affettiva di mamma e papà, il principale aiuto per attraversare la trasformazione della famiglia.

Bibliografia
  • Genni Milotti, A. “Le fiabe per… parlare di separazione. Un aiuto per grandi e piccini.” Franco Angeli, Milano. 2009.
  • Oliviero Ferraris, A. “Dai figli non si divorzia. Separarsi e rimanere buoni genitori.” RCS Libri, Milano. 2015.
  • Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. “La Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori.” 2018.
  • Masini, B., Zani, M. “Io non mi separo.” Carthusia, Milano. 2012.
  • Francescato, D. “Figli sereni di amori smarriti. Ragazzi e adulti dopo la separazione.” Arnaldo Mondadori, Milano. 1997.
  • Emery, R. E. “La verità sui figli e il divorzio. Gestire le emozioni per crescere insieme.” Franco Angeli, Milano. 2008.
Articolo pubblicato il 27/08/2024 e aggiornato il 20/09/2024
Immagine in apertura mediaphotos / iStock

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