Come iniziare l’autosvezzamento

L'autosvezzamento, o meglio detto “alimentazione complementare a richiesta”, è un approccio che permette ai bambini di esplorare il cibo di mamme e papà con un graduale passaggio dal latte ai cibi semisolidi e solidi, lasciando molto spazio alla naturale crescita e sviluppo

Federico Loi , pediatra
bambino inizio svezzamento

L’autosvezzamento, o meglio detto “alimentazione complementare a richiesta”, è un approccio che permette ai bambini di esplorare il cibo di mamme e papà con un graduale passaggio dal latte ai cibi semisolidi e solidi, lasciando molto spazio alla naturale crescita e sviluppo.

Per molti genitori, l’inizio dello svezzamento rappresenta un momento emozionante, ma può anche suscitare molte domande e preoccupazioni. In questo articolo cercheremo di chiarire alcune delle perplessità e dei dubbi più comuni riguardo i primi passi di questo percorso.

Per iniziare con il piede giusto, il cammino parte da molto lontano. Ormai è dimostrato che una dieta materna variegata e ricca di sapori (sia in gravidanza che durante l’allattamento) “allena” il gusto dei bambini e li prepara alle future scoperte in cucina.
Sin dai primi mesi di vita è inoltre molto importante far partecipare i nostri piccoli ai pasti della famiglia, permettendogli di osservare la tavola su una sdraietta o su un seggiolone reclinabile. Con questo semplice accorgimento, inizieremo a notare un crescente e progressivo interesse per quello che fanno gli adulti. Qual è dunque il momento giusto per iniziare?

Cosa dare per iniziare autosvezzamento 

Diversamente dallo svezzamento con i cibi industriali, l’autosvezzamento non è una “prescrizione”, con tabelle e schemi rigidi. Non esiste una data uguale per tutti per iniziare, ma ci sono alcuni indizi chiave da tenere in considerazione per capire quando un lattante è “pronto”:

  • è necessario che mantenga la posizione seduta con un minimo di supporto;
  • è fondamentale la perdita del riflesso di estrusione, movimento tipico dei primi mesi di vita con cui il bambino spinge gli oggetti fuori dalla bocca con la lingua;
  • è essenziale la curiosità verso il cibo: se il bambino mostra interesse per ciò che mangiate, cercando di afferrarlo od osservandolo attentamente, è probabile che sia pronto a sperimentare nuovi sapori e consistenze.

In altre parole, sebbene generalmente si è pronti per lo svezzamento intorno ai 6-7 mesi, dobbiamo sempre aspettare le manifestazioni di interesse verso il cibo solido, rispettando i tempi e le necessità di ogni individuo

Il passaggio successivo è più semplice di quanto si possa immaginare, basterà assecondare e accompagnare la voglia del bambino di “sperimentare” cose nuove, permettendogli di afferrare e assaggiare ciò che desidera sotto la nostra supervisione. L’alimentazione complementare è un momento importante per formare il gusto dei bambini e condizionarne le scelte alimentari, con importanti benefici anche per la salute futura.

Nella pratica, come si inizia l’autosvezzamento è molto semplice, basterà mettere a a tavola durante le varie giornate  una grande varietà di cibi con sapori e consistenze diversi: cereali e derivati, carne, pesce, uova, frutta di stagione, verdure (comprese quelle  amare), legumi, frutta secca e derivati del latte. La dieta della famiglia dovrebbe essere  una dieta sana, fatta di cotture semplici e cibi fatti in casa, tenendo in considerazione le tradizioni e i modelli di alimentazione della famiglia.

Da un punto di vista nutrizionale, è consigliabile rispettare i principi di una corretta dieta mediterranea, dando una grande importanza ai carboidrati (cereali farine e derivati, legumi) e garantendo un buon introito di fonti di proteine (legumi, carni magre, pesce, uova e derivati del latte) e di grassi (olio extra vergine di oliva, frutta secca, uova). Non si dovrebbe aggiungere zucchero o sale agli alimenti o usarli con moderazione sostituendoli con aromi e spezie.
Si lascerà dunque libertà di esplorazione e di assaggio, compatibilmente con le capacità e il desiderio dei bambini. 

Non esiste un ordine preciso con cui introdurre gli alimenti. Al contrario di quanto si credeva in passato, ritardare l’introduzione degli alimenti che possono causare le allergie (ad es. uovo, arachidi, frutta secca, pesce ecc.) non previene le reazioni allergiche

Dai 6 mesi di età è quindi raccomandabile introdurre tutti gli alimenti potenzialmente “allergizzanti, compreso l’uovo ben cotto (sia tuorlo che albume) . Per lo stesso motivo è possibile introdurre il glutine in qualsiasi momento, senza che questo aumenti il rischio di sviluppo di celiachia, anche in soggetti con familiarità.

I bambini hanno una preferenza innata per i gusti dolce e umami (il gusto “saporito” dei formaggi stagionati) presenti in pietanze ricche di energia e proteine. Sono invece generalmente diffidenti del sapore amaro e del sapore acido. 

Nei primi mesi i bambini sono comunque più disposti ad assaggiare nuovi alimenti, per cui è importante sfruttare l’inizio dell’autosvezzamento per abituarli a una varietà di cibi sani e nutrienti, fondamentali per una crescita sana. Possono essere necessari fino a 10-12 tentativi per abituarsi e accettare un nuovo assaggio. Non dobbiamo quindi arrenderci al primo alla prima “espressione di disgusto”, ma proporre e riproporre a tavola con costanza le pietanze nuove. 

In sintesi, quali cibi dare all’inizio dello svezzamento? La risposta è semplice, tutti (con qualche piccolo accorgimento che vedremo). C’è qualcosa di vietato? Il miele per il primo anno di vita (per il rischio di botulismo) e i funghi selvatici (quelli disponibili al supermercato sono più che sicuri).

Come proporre i cibi all’inizio dell’autosvezzamento 

Nei primi mesi, i bimbi e le bimbe assumono il latte mediante suzione. La masticazione inizia prima della comparsa dei denti e può avvenire anche con le gengive. La maturazione della masticazione ha necessità di esercizio, e dipende molto dalla consistenza del cibo proposto all’inizio dell’autosvezzamento. Cibi morbidi e facili da ingoiare senza essere masticati, rallentano lo sviluppo delle capacità masticatorie. Cibi con una consistenza progressivamente maggiore, favoriscono invece la crescita e l’efficienza dei movimenti

Ovviamente, lattanti e bambini piccoli preferiscono i cibi che possono ingoiare facilmente (in forma di liquidi o puree) e capita che inizialmente rifiutino quelli grumosi o a dadini. Con qualche tentativo e un po’ di pazienza, prima o poi tutti inizieranno ad accettare consistenze maggiori. 
Saranno quindi i bimbi a guidare questo processo di “allenamento”, mostrando progressivo interesse per cibi più solidi. Il ruolo dei genitori è quello di mettere sempre a disposizione degli alimenti preparati con tagli sicuri

Come regola generale, i cibi nell’autosvezzamento devono essere adeguati alla grandezza della bocca dei bimbi e alle capacità masticatorie raggiunte.
La capacità di “sminuzzare” un alimento molto duro, viene acquisita solo con la comparsa dei molari, intorno ai 18-24 mesi. Per questo motivo la consistenza sicura all’inizio dell’autosvezzamento, è quella che permette di sfaldare il cibo schiacciandolo tra due dita

Come presentare dunque i cibi ai bambini?

Alcuni esempi:

  • alimenti morbidi (banana, carota cotta, zucca cotta): vanno schiacciati o preparati a striscioline o dadini, mentre è da evitare il formato tondo o a rondelle;
  • alimenti molli e scivolosi (kiwi, cocomero, ciliegia, uva, pesca matura, formaggi morbidi): andranno tagliati a striscioline o dadini, schiacciati o sminuzzati;
  • alimenti duri (mela e frutta acerba) vanno grattugiati;
  • frutta secca e arachidi: possono essere consumati sotto forma di creme spalmabili (monoingrediente) oppure frullati fino a ridurli in farina, in entrambi i casi possono essere aggiunti a uno yogurt;
  • alimenti collosi (gnocchi di patate, mozzarella filante): sono molto difficili da ingerire e sono assolutamente sconsigliati per i primi anni di vita;
  • pasta: va proposta ben cotta. Formati sicuri sono i fusilli e gli spaghetti, in alternativa si può utilizzare la pasta di piccolo formato o quella spezzata;
  • legumi: andrebbero preferiti decorticati o proposti come una vellutata, in quanto la buccia può essere molto difficile da masticare;
  • carne e pesce: possono essere bolliti, cotti al vapore e tagliati a piccoli pezzi, oppure proposti sotto forma di polpette al forno, il cui interno rimane sempre molto morbido. Il formato macinato è una buona scelta.

Un’ottima soluzione per la preparazione di alcuni cibi, è la cottura a vapore o a bagnomaria, dato che si possono ottenere pietanze molto morbide, idratate e sane, pur mantenendo la loro forma originale. 
Al contrario, gli omogeneizzati o le puree di vari alimenti frullati, fanno perdere una parte importante dell’esperienza del cibo: la vista. Abituare i bambini fin da piccoli a riconoscere la forma e il colore propri degli alimenti ci aiuterà a prevenire la selettività alimentare

Proporre i cibi in modo corretto è essenziale per un’esperienza positiva e sicura. La forma e la consistenza degli alimenti devono essere tali da permettere ai bimbi di maneggiarli, così da sviluppare le loro abilità motorie e acquisire rapidamente autonomia nel mangiare.
Per questo, nei primi mesi può essere utile un seggiolone con un vassoio ampio, sicuro e facile da pulire. 

A cosa fare attenzione quando si inizia l’autosvezzamento

L’alimentazione nei primi mesi può essere divertente ed entusiasmante ma richiede anche attenzione per garantire la sicurezza e il benessere dei bambini. È dunque importante sapere a cosa fare attenzione in autosvezzamento

  • rischio di soffocamento, quasi azzerato dalla preparazione corretta dei cibi. È inoltre essenziale mangiare seduti a tavola e con la schiena ben dritta. Al contrario, è molto rischioso dar da mangiare ai bambini senza monitorarli, se sono in piedi, se giocano, corrono o sono distratti in altre attività. Va comunque distinto il soffocamento da un conato di vomito o “riflesso faringeo(in inglese “gag reflex”). Con questo riflesso i bambini rimuovono un boccone (non necessariamente troppo grosso, può essere stimolato anche da una mollichina d pane..) spingendolo fuori dalla bocca o con un conato di vomito o facendo dei colpi di tosse. In questo caso bisogna lasciar fare al bambino e rimuovere il boccone solo se ben visibile fuori dalla bocca. Il soffocamento vero è proprio è più raro, in questo caso il bambino non tossisce, non piange, non respira, e il viso o le labbra potrebbero diventare blu. Non c’è assolutamente tempo da perdere, vanno attuate le manovre per la disostruzione pediatrica;
  • rischio di insorgenza di allergie: può essere utile introdurre i cibi allergizzanti uno alla volta, separando di qualche giorno la proposta di nuovo alimento da un altro. Ciò permette di individuare chiaramente la causa di una reazione avversa. I segni di allergia a cui prestare attenzione sono eruzioni cutanee, gonfiori o difficoltà respiratorie;
  • rischio di una dieta sbilanciata: per cui è importante che mamme a papà portino a tavola  una vasta gamma di alimenti sani per garantire una nutrizione completa. Uno strumento facile da consultare per non incappare in errori è la piramide alimentare della Società italiana di Pediatria.

Le regole per ridurre i rischi all’inizio dell’autosvezzamento sono dunque poche ma essenziali. Una corretta informazione può aiutare a intraprendere questo percorso con serenità e in assoluta sicurezza. 

I pasti dovrebbero essere vissuti da tutta la famiglia come un momento di convivialità e di gioia. L’autosvezzamento è un viaggio di scoperta sia per i bambini che per i genitori. È un’opportunità per esplorare nuovi sapori e consistenze e promuovere un rapporto positivo con il cibo. Con pazienza, attenzione e un po’ di sperimentazione, si possono aiutare i bambini a godere di un’alimentazione varia e bilanciata, preparandoli per una vita di buone abitudini alimentari.

Bibliografia
  • AA.VV., “Complementary Feeding: A Position Paper by the European Society for Paediatric Gastroenterology, Hepatology, and Nutrition (ESPGHAN) Committee on Nutrition.” Journal of pediatric gastroenterology and nutrition, 2017, pp.119-132.
  • AA.VV., “Timing of Allergenic Food Introduction and Risk of Immunoglobulin E-Mediated Food Allergy: A Systematic Review and Meta-analysis.” JAMA Pediatrics, 2023, pp. 489-497
  • AA.VV., “European Academy of Allergy and Clinical Immunology Food Allergy and Anaphylaxis Guidelines Group. EAACI guideline: Preventing the development of food allergy in infants and young children (2020 update).” Pediatric Allergy and Immunology, 2021, pp. 843-858. 
  • Società Italiana di Pediatria e Prevenzione Sociale, La sicurezza a tavola, «Sipps.it», 2016.
  • Ministero della Salute, Linee di indirizzo per la prevenzione del soffocamento da cibo in età pediatrica, «salute.gov.it», 2017.
Articolo pubblicato il 03/09/2024 e aggiornato il 03/09/2024
Immagine in apertura Olha Romaniuk / iStock

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