Il Rotavirus è la principale causa di gastroenterite virale nei neonati e nei bambini sotto i 5 anni. L’infezione da Rotavirus può essere prevenuta seguendo norme igieniche quotidiane e attraverso la vaccinazione, ovvero le due strategie che, insieme, riducono i rischi di complicanze, come la disidratazione e le ospedalizzazioni.
Il Rotavirus è un virus a RNA (che utilizza cioè l’RNA come materiale genetico) appartenente alla famiglia dei Reoviridae. È molto resistente, perché composto da un doppio strato di proteine che lo rende più resistente.
Il Rotavirus è noto per causare gastroenterite acuta, un’infiammazione dello stomaco e dell’intestino, soprattutto nei bambini, anche se può infettare persone di tutte le età. Ne esistono sei forme in natura, ma il tipo A è quello responsabile delle forme più gravi nei neonati e nei bambini, seguito dai tipi B e C.
Il Rotavirus nei bambini sotto i 5 anni di età può causare sintomi più intensi e, quindi, può comportare un maggiore rischio di disidratazione. Il periodo di “picco maggiore” è solitamente quello invernale, da novembre fino a marzo. Alcuni studi suggeriscono che il cambiamento climatico potrebbe alterare la stagionalità di alcuni virus come il rotavirus, ma la ricerca è ancora in corso. [1]
Nel mondo, le gastroenteriti da Rotavirus necessitano di oltre 25 milioni di visite mediche e 2 milioni di ricoveri ospedalieri ogni anno. In Europa, ogni anno, richiedono visite o accessi in Pronto Soccorso per gastroenterite da Rotavirus tra i 150 mila e i 600 mila bambini sotto i 5 anni, di cui in media tra i 75 mila e i 150 mila vengono ricoverati. In Italia, su una media di 80 mila – 90 mila visite per infezioni da Rotavirus si verificano circa 10 mila ricoveri l’anno per gastroenterite. I ricoveri, soprattutto nei Paesi sviluppati, sono molto inferiori rispetto ai casi di gastroenteriti da Rotavirus curati a livello domiciliare. [2]
Questo dato comprende anche gli adulti, che seppur in forma più lieve, possono contrarre il Rotavirus. Infatti, un’infezione in età infantile non rende totalmente immuni, ed è quindi possibile infettarsi di nuovo successivamente, magari quando si ha un figlio in casa con questa forma di gastroenterite virale o si lavora a contatto con bambini e in ambienti contaminati.
I sintomi del Rotavirus nei bambini iniziano a manifestarsi dopo un periodo di incubazione di almeno due giorni e includono:
Le caratteristiche del Rotavirus possono variare, a seconda del tipo più o meno aggressivo di virus, ma la combinazione di diarrea e vomito è tipica anche delle forme meno virulente.
Le complicazioni più gravi sono legate alla diarrea acuta e sono conseguenti alla eventuale disidratazione (i cui segni clinici sono: diminuzione della quantità di urine, bocca secca, pianto senza lacrime, pelle secca, sonnolenza e torpore), che va trattata rapidamente per evitare problemi alla funzionalità di altri organi (fegato, reni) e per prevenire danni cerebrali.
È fondamentale conoscere i meccanismi di contagio del Rotavirus, in modo da prevenire il più possibile l’infezione, in particolare attraverso norme igieniche corrette. La principale via di trasmissione è quella oro-fecale, seguita dal contatto con oggetti contaminati e quella attraverso le vie respiratorie. Può capitare di contrarre l’infezione ingerendo acqua o alimenti contaminati, come frutta e verdure, o attraverso il contatto delle mani con superfici contaminate; è frequente che un bambino piccolo possa mettere le mani in bocca dopo aver toccato giocattoli o altri oggetti contaminati da residui di feci.
Ma come capire se il bambino ha il Rotavirus? I sintomi dell’infezione sono aspecifici, ovvero febbre (in almeno 1/3 dei casi), vomito e diarrea (che può essere più o meno acuta), e vanno dunque valutati dal pediatra, che effettuerà l’eventuale diagnosi di Rotavirus e, in caso, fornirà la terapia per prevenire le conseguenze delle forme più acute e dei sintomi legati alla disidratazione.
Attualmente non esiste un trattamento antivirale specifico. Cosa fare allora per la cura del Rotavirus?
La cura si concentra sulla gestione dei sintomi e sulla prevenzione della disidratazione, sotto controllo e prescrizione del pediatra. [3]
Il tutto principalmente attraverso:
È fondamentale ricordare che l’infezione, essendo causata da un virus, non deve essere trattata con antibiotici.
Dopo aver valutato i sintomi, il pediatra potrebbe richiedere la ricerca di antigeni del Rotavirus su un campione di feci del paziente, per confermare la presenza dell’infezione o meno.
Il principale rischio associato al Rotavirus nei bambini è la disidratazione, che può essere pericolosa se non trattata tempestivamente e causare diverse complicazioni, ovvero:
Alcuni bambini, in casi più rari, possono sviluppare un tipo di complicanza diversa, manifestando una temporanea intolleranza al lattosio (Sindrome da intolleranza al lattosio).
La prevenzione del Rotavirus, nei bambini come negli adulti, parte dalle pratiche igieniche più semplici ma essenziali, come il lavaggio frequente delle mani con acqua e sapone, delle superfici, dei giocattoli e di tutti gli oggetti e degli spazi di uso più frequente nei servizi per l’infanzia. Lo stesso vale per la manipolazione e la preparazione dei cibi: vanno sempre lavate le mani prima, così come le superfici, i coltelli, i taglieri.
Nel caso sia già stata diagnosticata un’infezione da Rotavirus, è importante fare ancora più attenzione, soprattutto al momento del cambio del pannolino, poiché in caso di diarrea le feci rappresentano un veicolo di contagio.
Oltre all’igiene, il vaccino per il Rotavirus rappresenta il più importante ed efficace strumento di prevenzione, ed è raccomandato per i bambini a partire dalla sesta settimana.
Il vaccino per il Rotavirus si è infatti dimostrato molto efficace nel ridurre l’incidenza di gastroenteriti e complicazioni gravi dovute alla diarrea acuta e alla eventuale disidratazione. Nel 2013, l’OMS ha registrato circa 200.000 morti nel mondo per complicanze dovute al virus; i vaccini hanno ridotto drasticamente la mortalità nei Paesi europei e negli Stati Uniti, mentre la situazione è ancora molto grave nei Paesi in via di sviluppo.
A fare la differenza è anche la presenza, nei Paesi più ricchi, di un sistema sanitario, dotato di strutture dedicate all’assistenza sanitaria infantile, in grado non solo di ridurre la diffusione della malattia ma anche l’ospedalizzazione. Al contrario, nei Paesi in via di sviluppo, non solo i vaccini non sono disponibili per tutta la popolazione infantile, ma mancano mezzi e strutture per limitare le complicanze della malattia, nei casi meno gravi come in quelli più gravi.
Il vaccino è disponibile in due tipologie, entrambe in forma orale: una che prevede la somministrazione di due dosi e una che ne prevede tre.
È consigliabile non attendere oltre la 12^ settimana di vita per la prima dose del vaccino, e per l’ultima non oltre la 24^ (nel caso del vaccino a due dosi) o non oltre la 32^ (vaccino a tre dosi).
Entrambi i vaccini hanno dimostrato una riduzione significativa della gravità dell’infezione e della necessità di ospedalizzazione. La vaccinazione è particolarmente utile per proteggere i bambini più vulnerabili e per ridurre la diffusione del virus nella comunità.
Prima di somministrare il vaccino, è necessario distinguere i casi specifici per i quali non è invece raccomandato, ovvero in presenza di gravi immunodeficienze congenite come la SCID (Immunodeficienza combinata grave), o in caso di trattamenti con terapie immunosoppressive, o dopo una manifestazione allergica a una dose precedente del vaccino stesso.
Un altro caso in cui il vaccino per il Rotavirus è sconsigliato è la presenza di un’invaginazione intestinale, una malformazione che comporta il ripiegamento all’interno di una parte (o più parti) dell’intestino e causa ostruzione intestinale.
Nei giorni successivi alla somministrazione del vaccino, è importante prestare attenzione a sintomi con gonfiore addominale, vomito, presenza di sangue nelle feci, accompagnati da febbre alta. In questi casi è essenziale rivolgersi al pediatra o alla struttura ospedaliera più vicina, proprio per evitare complicanze più gravi.