Quando un bambino batte la testa, magari per un incidente domestico o perché gioca all’esterno, il più delle volte si tratta di traumi banali che non necessitano di trattamenti. Il bambino può piangere per lo spavento o per il dolore, ma il pianto non dura più di qualche minuto. Per ridurre il gonfiore applicate una pezza fredda per 20 minuti e tenete sotto osservazione il bambino.
Se il bambino è sveglio e vi risponde si tratta di un trauma cranico modesto e non ha bisogno di accertamenti: questo è quello che capita nella stragrande maggioranza dei casi. Tutti i bambini cadono e battono la testa, pochissimi sono quelli che hanno conseguenze gravi, ma se avete un dubbio o vi sembra che il trauma sia stato violento, vi conviene mettervi in contatto con il vostro pediatra di fiducia e raccontargli per filo e per segno cosa è accaduto e come sta il bambino.
Questi segni possono indicare un trauma importante:
È molto improbabile che questo accada, ma per maggiore sicurezza, soprattutto se l’urto è stato violento, il bambino dovrebbe essere sorvegliato molto da vicino nelle 24 ore successive al trauma e poi, per qualche altro giorno, dovrebbe essere tenuto ancora sotto osservazione per il rischio di qualche manifestazione tardiva.
È inutile tenere sveglio il bambino a tutti i costi: se ha sonno fatelo pure dormire, ma durante il sonno, ogni 2-3 ore (mettetevi la sveglia), andate a controllare che dorma serenamente: provate a toccarlo o spostategli un braccio e osservate se fa i normali movimenti nel sonno; se vi sembra che non reagisca, svegliatelo per osservare se vi riconosce e vi risponde.
Se il bambino sta bene durante questo periodo di osservazione potete stare tranquilli: non avrà alcuna conseguenza. Se invece perde conoscenza, è meglio recarsi al pronto soccorso.
nato a Roma, dove si specializza in Pediatria e frequenta il dottorato di ricerca. È membro dell’Associazione Culturale Pediatri e del gruppo Pediatri per Un Mondo Possibile. È coautore dei libri “Il bambino disattento e iperattivo” (Franco Angeli) e “Mangiare per crescere. Consigli per genitori in gamba” (Il Pensiero Scientifico).