Vi avevo scritto qualche tempo fa in merito alla presunta e molto dibattuta correlazione tra disturbi dello spettro autistico e vaccinazione in età pediatrica. Ora segnalo questo link perché oltre a riscontrare un caso simile a quello di mia nipote (una bambina perfettamente sana fino alla trivalente) adesso posso portare anche la mia personale testimonianza: a 37 anni suonati, con un sistema immunitario “maturo”, mi vaccino in un’unica seduta contro rosolia e varicella, e trascorro tutto il giorno stordita, come sotto effetto di stupefacenti. Dunque, non è allora preferibile incorrere nel rischio remoto di far contrarre al pargolo morbillo, parotite o rosolia piuttosto che in quello a quanto sembra statisticamente più elevato di autismo? E poi, perché non la si fa seriamente questa statistica visto il dilagare del problema?
Gentile signora Mazza,
quanto riportato nel sito da lei segnalato non aggiunge nulla a quanto già conosciamo dalle ricerche epidemiologiche svolte in tutto il mondo a livello di intere popolazioni di bambini vaccinati.
Un’associazione temporale non dimostra l’esistenza di una relazione causale. Se in medicina si usasse questo criterio dovremmo anche credere che gli antibiotici curano l’influenza, gli sciroppi sciolgono il catarro e i plantari guariscono il piede piatto, e con maggior ragione visto che l’associazione in questi casi è la regola. In mancanza di dati definitivi sulle cause dell’autismo, volendo, potremmo anche associarlo con qualsiasi cambiamento ambientale intervenuto negli ultimi 30 anni, pur se in realtà l’aumento riguarda l’ampia gamma dello “spettro autistico”, che oggi comprende moltissimi casi che in passato ricadevano sotto altre classificazioni. Appare inoltre strano che quello che non riusciva a fare il virus selvaggio del morbillo riesca invece alla forma attenuata dello stesso.
Quanto alla remota possibilità di prendersi il morbillo ciò dipende proprio dalla diffusione della vaccinazione. Quando la percentuale di vaccinati diminuisce le epidemie esplodono puntualmente. Proprio per questa ragione nel 2002 si è verificata in Italia, prevalentemente in regioni a basso tasso di vaccinazione, una vasta epidemia di morbillo con oltre 40.000 bambini malati, più di 600 ricoverati, 15 encefaliti e 6 decessi. Nel civilissimo Galles, anno 2013, una epidemia con 940 casi confermati ha portato al ricovero di 83 persone; un adulto e un ragazzo sono morti in concomitanza della malattia. Se la causa sia stato veramente il morbillo dipenderà dai dovuti accertamenti, perché l’associazione temporale, come abbiamo sottolineato, non è mai sufficiente a stabilire una relazione causale.
Infine spero proprio che, nel suo personale caso, nessun medico l’abbia indotta a confondere un banale e transitorio effetto collaterale con qualcosa di più serio.
a cura di Rosario Cavallo, pediatra di famiglia
Per i lettori di Uppa non è successo niente di nuovo: sanno da sempre che il vaccino contro il morbillo non causa l’autismo, per il semplice fatto che non esistono prove scientifiche che lo dimostrino. Ora anche la Giustizia ne prende finalmente atto.
La Corte Suprema ha infatti respinto il ricorso contro la sentenza della Corte d’Appello de L’Aquila che, a sua volta, aveva confermato la sentenza del Tribunale di Pescara: quest’ultimo non aveva riconosciuto né la domanda di indennizzo, né quella di risarcimento danni per lo stato di autismo che, secondo il ricorrente, si era sviluppato per effetto della vaccinazione contro morbillo, rosolia e parotite.
Sia in primo che in secondo grado è stata stabilita la mancanza di “nesso causale” tra la malattia e la vaccinazione.
Possiamo quindi ben sperare che, da oggi in poi, qualunque tribunale chiamato a decidere su questioni di questo tipo dovrà considerare che esiste una verità scientifica, la cui validità è stata riconosciuta dalla Giustizia, che nega ogni rapporto causale tra autismo e vaccini.
Chissà se possiamo sperare anche che le famiglie dei bambini affetti da una malattia invalidante possano vedere soddisfatto il loro diritto a una adeguata assistenza e supporto senza essere costrette a imbarcarsi in avventure legali dolorose e inutili come finora è avvenuto. Forse possiamo farcela a diventare un Paese normale!
Ternano, dopo aver lavorato come pediatra ospedaliero, si occupa di formazione nell’ambito dei corsi di preparazione alla nascita presso il consultorio “Città Giardino” di Terni. È uno degli autori storici di Uppa e ha pubblicato numerosi articoli sullo svezzamento su riviste pediatriche e non solo. Nel 2019 è uscita per Uppa edizioni una nuova versione del suo libro “Io mi svezzo da solo!”