Il Vaccinium macrocarpon è una pianta usata per trattare alcuni disturbi delle vie urinarie, più nota con il nome inglese di cranberry. Se ne consumano le bacche (frutti maturi). Queste sono consumate da molto tempo e in larga quantità negli Stati Uniti anche come alimento; con esse si prepara la salsa per condire il tacchino arrosto della Festa del Ringraziamento.
Il succo di cranberry è stato usato tradizionalmente dai medici e dagli erboristi per il trattamento dello scorbuto, dei calcoli renali, dei problemi renali e della vescica. Le sue proprietà come disinfettante delle vie urinarie sono state studiate con i metodi delle medicina moderna.
Per comprendere come funziona il cranberry, occorre spiegare, innanzitutto, che i batteri, in particolare quello noto come Escherichia coli, per potersi sviluppare e infettare le urine hanno bisogno di aderire alle cellule della mucosa vescicale. Ebbene è stato dimostrato sia con studi sull’animale da laboratorio sia con studi sull’uomo che alcune sostanze presenti nel succo di cranberry riescono a bloccare questo processo di adesione e quindi a evitare che il batterio si moltiplichi e infetti le vie urinarie. Le sostanze più importanti per quest’azione sono le proantocianidine (le più attive quelle di tipo A2). Sembra siano loro che interponendosi tra le cellule della mucosa e i batteri impediscono il legame tra i due.
La ricerca scientifica ha confermato che il succo di cranberry è efficace nel ridurre le infezioni sintomatiche delle vie urinarie nelle donne adulte se assunto per almeno 12 mesi. Per l’età pediatrica, nonostante i risultati promettenti in vari studi, non ci sono ancora certezze scientifiche assolute. Il cranberry è stato usato con successo nei bambini, anche in centri universitari italiani di urologia pediatrica, per la prevenzione delle IVU (infezioni delle vie urinarie) nelle malformazioni urinarie di grado lieve-moderato, in sostituzione degli antibiotici, che in questo caso sono inutili e forse dannosi.
È efficace anche il succo fresco naturale ma in genere si utilizzano succhi concentrati o altri estratti titolati in proantocianidine A2 per favorire l’assunzione costante per lunghi periodi. Non ci sono certezze scientifiche che il cranberry sia utile nel trattamento delle infezioni acute delle vie urinarie (cistiti, pielonefriti, ecc.)
Non ha controindicazioni o effetti collaterali degni di nota, ma il suo uso va deciso, comunque, in accordo con il pediatra. È consigliabile acquistare prodotti che in etichetta riportino il titolo in proantocianidine di tipo A o in polifenoli.
Manca una dose pediatrica certa, si usano proporzioni di dosi per l’adulto. L’American Botanical Council consiglia 12-17 mg/kg al giorno divise in 2-3 dosi, da assumere con costanza per almeno un anno.