Riaprono le scuole, giusto il tempo di prendere confidenza con i compagni di classe ed ecco che cominciano ad arrivare le prime malattie: si sa, i numerosi virus che circolano trovano un terreno fertile nella presenza di tanti bambini chiusi per ore nella stessa stanza a giocare, disegnare, parlare, cantare gomito a gomito. Uno starnuto di qua, un bacetto o un morso di là ed ecco che dopo qualche giorno il virus si moltiplica a dismisura e mette a soqquadro il nostro bambino.
Molti di questi virus causano malattie banali, che raramente possono dare delle complicanze, ma che tuttavia possono provocare per parecchi giorni uno stato di forte malessere. In alcuni casi si manifestano sul corpo delle macchie rosse ed è il motivo per cui le si definisce malattie esantematiche: tra di esse (morbillo, rosolia, varicella, parotite, scarlattina, quarta malattia, quinta malattia, sesta malattia), ce n’è una che imperversa in questo periodo tra i bambini del nido, dell’asilo e della scuola primaria ed è chiamata malattia bocca mani piedi. I virus responsabili di questa sindrome appartengono alla famiglia degli Enterovirus (Coxsackievirus, Enterovirus 71). [1] [2]
Questi virus si diffondono rapidamente da un bambino all’altro perché il contagio avviene con la saliva; è facile, quindi, che le goccioline di saliva passino di bocca in bocca mentre i bambini parlano tra loro, o con uno starnuto o un colpo di tosse. Si sa, poi, che tanto più piccoli sono i bambini tanto più facile è che mettano gli oggetti in bocca; e così quell’oggetto che passa di bocca in bocca è un altro veicolo di infezione. Se pensate a quante volte i bambini mettono le mani in bocca avrete un’idea di quanto è semplice per questi virus trovare la strada per intrufolarsi.
Quando il virus della malattia bocca mani piedi entra nel corpo di un bambino, trova un ambiente ideale per moltiplicarsi. In genere, prima di qualche giorno non si manifesta alcun sintomo: i primi sintomi compaiono infatti dopo un periodo di incubazione di circa una settimana e i bambini che riescono a esprimere chiaramente il proprio disagio accusano mal di gola e fastidi alla bocca. Dopo poco tempo compare un esantema, caratterizzato da macchioline rossastre – localizzate alle mani, ai piedi, alla bocca e raramente ai glutei e ai genitali – che si trasformano in piccole vescicole; inoltre i bambini spesso lamentano dolore o bruciore. La febbre non sempre è presente e generalmente dura all’incirca 24-48 ore, arrivando a volte a 38-39 °C.
Prima che il bambino si riprenda del tutto passano parecchi giorni: la durata media della malattia bocca mani piedi è, infatti, di circa 7-10 giorni ed è molto raro che ci siano delle complicanze.
Il bambino è molto contagioso per i primi 7 giorni dall’inizio della malattia, ma continua a eliminare il virus con le feci per circa un mese.
Dopo circa 30-40 giorni – quando ormai il bambino è guarito e sta bene – in alcuni casi le unghie di mani e piedi possono manifestare dei solchi lineari, che poi scompaiono con la crescita dell’unghia.
Il vostro pediatra farà diagnosi di malattia bocca mani piedi in base ai sintomi e alle manifestazioni che compaiono sulla pelle e non avrà bisogno di approfondire con esami di laboratorio, se non in rari casi.
La malattia bocca mani piedi è causata da virus e, quindi, non disponiamo di farmaci efficaci. Si può però aiutare il bambino a mangiare e a superare il fastidio che le vescicole gli procurano in bocca, offrendo cibi e bevande freddi (ad esempio yogurt, purea di patate o di altre verdure, brodi tiepidi, latte o tè lasciati raffreddare) ed evitando alimenti troppo speziati o dal sapore acidulo (ad esempio spremute d’arancia).
Per il dolore presente soprattutto nelle prime fasi si può dare al bambino il paracetamolo come antidolorifico.
Anche gli adulti che stanno a contatto con un bambino con la malattia bocca mani piedi rischiano il contagio e possono ammalarsi con sintomi molto simili, anche se talvolta l’infezione può decorrere in maniera assolutamente asintomatica. Anche per l’adulto il decorso è benigno e si arriva alla guarigione nel giro di una settimana.
Se invece la malattia viene contratta durante la gravidanza, potrebbero esserci delle complicanze, anche se ciò avviene raramente, sia per la donna sia per il feto. Il rischio di trasmissione dell’infezione al nascituro è raro ed è maggiore nel corso delle prime settimane di gestazione. In questo caso, è bene contattare il ginecologo, che programmerà una serie di controlli con l’obiettivo di monitorare il benessere del feto e della placenta e verificare il quantitativo di liquido amniotico.
Come per tutte le infezioni virali, l’accurato e frequente lavaggio delle mani prima di mangiare e dopo aver utilizzato il bagno è una buona norma; anche gli oggetti che vengono utilizzati in classe andrebbero lavati spesso. Va però detto che, per quanto si possa essere attenti, è molto difficile riuscire a impedire il contagio nelle comunità scolastiche.
calabrese, dopo la laurea in Medicina e chirurgia, conseguita presso l’Università di Messina, inizia il proprio percorso di formazione specialistica in Pediatria presso lo stesso Ateneo. Durante gli anni della scuola di specializzazione approfondisce le proprie conoscenze nel settore delle malattie endocrine dell’età infantile frequentando il Centro di Endocrinologia pediatrica del Policlinico Universitario di Messina. È autrice di diverse pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali e internazionali. Dal 2019 scrive per Uppa.