In prossimità dell’entrata alla scuola primaria, i genitori cominciano a chiedersi, con un po’ di preoccupazione, se i loro piccoli sono pronti per imparare a leggere e, soprattutto, a scrivere. Accade così che talvolta, desiderosi di saggiare e consolidare i “prerequisiti” dei bambini, si cimentino in attività preparatorie “fai da te” (ad esempio proponendo di ricopiare brevi parole, o scaricando schede di pregrafismo da Internet o ancora, i più metodici, acquistando testi che raccolgono attività di pre-scrittura). Nella maggior parte dei casi, però, sono ignari degli aspetti pedagogici e didattici che caratterizzano i processi di apprendimento e che ne determinano la buona riuscita.
Proporre le attività in questo modo, dunque, può portare all’insuccesso e al contempo allo sviluppo, nel bambino, di una pericolosa intolleranza verso questo tipo di esercizi. Per quale motivo? Perché se il bambino, svolgendo i compiti proposti da mamma e papà, sperimenta emozioni negative, tali emozioni rischierebbero di riaffiorare ogni volta che si rivivono le medesime esperienze, anche nel caso in cui i compiti venissero riproposti correttamente: le nozioni che si apprendono, infatti, si fissano nel cervello assieme alle emozioni provate in quel momento specifico.
Si tratta di un fenomeno talmente “potente” e rilevante per il futuro successo negli apprendimenti scolastici da essere diventato un filone di ricerca specifico delle neuroscienze, con il nome di warm cognition.
È bene sottolineare che se questa rincorsa a una preparazione “domestica” è una tendenza che negli ultimi anni i professionisti dei servizi educativi hanno potuto osservare a più riprese, è anche vero che si è acutizzata con la chiusura delle scuole dovuta alla pandemia di COVID-19. Chiedersi come stimolare i propri figli nella maniera giusta è diventata quindi una domanda più che mai attuale.
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza, onde evitare di incappare in errori che potrebbero minare l’avvio sereno del percorso scolastico.
Partiamo innanzitutto col dire che affinché un bambino affronti in maniera rilassata l’esperienza della scuola primaria è necessario che possieda un buon controllo emotivo. Studi condotti negli Stati Uniti negli anni Novanta, infatti, hanno messo in luce come uno dei maggiori predittori del successo scolastico sia proprio il possesso di una buona regolazione emotiva.
Questo perché il processo di apprendimento non è un percorso lineare che procede senza intoppi: succederà spesso, anzi, che il bambino si debba confrontare con richieste di vario grado di difficoltà e con l’errore. Per potervi far fronte, il piccolo deve essere preparato all’eventualità che non tutto vada come vorrebbe e che sbagliare è normale, utile e fa parte del processo di apprendimento.
Ecco allora che in vista della scuola diventa importante aiutare il bambino a lavorare sul suo controllo emotivo, concedendogli la possibilità di confrontarsi con le emozioni, senza agire “da filtro” impedendogli di sperimentare piccoli fallimenti e delusioni. Le esperienze di frustrazione, infatti, permetteranno al bambino non solo di sentire e imparare a gestire emozioni negative di lieve intensità, ma anche di escogitare, attraverso il sostegno presente ma non prevaricante dell’adulto, soluzioni diverse per far fronte al problema da risolvere.
Ben vengano dunque piccoli compiti e attività che consentano ai bambini di mettersi alla prova:
Partire dalla gestione di frustrazioni all’interno dello spazio sicuro della famiglia consentirà al bambino di generalizzare questo apprendimento emotivo anche ai contesti più impegnativi, come quello scolastico.
E per quanto riguarda le attività di prerequisito? Che cosa è bene proporre ai bambini affinché arrivino in classe pronti?
Per evitare di riempire i bambini di attività inutili, se non addirittura dannose, dal punto di vista della successiva motivazione scolastica, bisogna ricordare sempre il principio fondamentale che l’apprendimento passa innanzitutto attraverso la via corporea.
È opportuno quindi evitare di mettere i bambini davanti a schede prestampate; meglio invece privilegiare le esperienze concrete, dove corpo e movimento sono i veri protagonisti.
Per imparare a scrivere bene, ad esempio, è necessario sviluppare non solo la manualità, ma anche una buona coordinazione motoria globale. Sono da prediligere, allora, i giochi di movimento, magari all’aria aperta, per rinforzare tutti gli schemi motori (strisciare, correre, saltare, fare le capriole…).
E ancora, anziché forzare il bambino a svolgere esercizi di pre-scrittura, che per di più potrebbero essere scorretti dal punto di vista operativo, meglio aiutarlo ad allenare adeguatamente i muscoli di braccia e mani: via libera alle attività in cucina, al giardinaggio, al bricolage e al cucito!