Ogni volta che si ha la fortuna di ascoltare le parole infuocate di Luigi Ciotti, fondatore di Libera (Associazioni, nomi e numeri contro le mafie) si torna a casa con la parola “partecipazione” che rimbomba nella testa. Lui, che da sempre combatte contro ogni tipo di organizzazione mafiosa, non fa che ripeterlo: la mafia ha paura della “partecipazione” perché genera una forza superiore a quella delle armi e del denaro. Così, ogni volta che parla, invoca a gran voce il rispetto dell’articolo 4 della nostra Costituzione, quello secondo il quale «ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e le proprie scelte di vita, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società».
Parole ferme, pronunciate con voce appassionata, che inchiodano ognuno di noi alle proprie responsabilità, alle conseguenze di nostri mancati gesti quotidiani. Parole di fronte alle quali è difficile tirarsi indietro, come cittadini e come educatori dei nostri bambini. Già, perché se riconoscessimo le nostre responsabilità, sentiremmo tutto il peso di queste parole e l’inadeguatezza dei nostri stili educativi, sentiremmo di dover tornare a cercare quell’equilibrio tra l’io e il noi che abbiamo perduto chissà quando.
In parole povere, dovremmo educare al rifiuto dell’indifferenza e al valore della democrazia, poiché se tutti i cittadini sono tenuti a partecipare al progresso e al benessere sociale, anche i bambini lo sono. Dovremmo insegnare loro che quando si è in tanti si decide insieme, che per far funzionare le cose sono necessarie delle regole, che lamentarsi senza fare non serve, che la responsabilità e la condivisione sono utili al bene di tutti, che a ogni diritto corrisponde un dovere. È un duro lavoro, ci rendiamo conto. La partecipazione richiede tempo, impegno e passione.
In questi ultimi, lunghi anni, durante i quali l’educazione civica è stata bandita dalle scuole e dalle case, l’editoria per l’infanzia ha risposto all’esigenza di dare spazio e attenzione ai temi della partecipazione democratica. Siamo veramente grati a queste isole di resistenza e ne parliamo sempre con grande piacere.
La piccola casa editrice Sinnos ha appena pubblicato un intero libro dedicato alla “partecipazione”, s’intitola Ada decide. Partendo proprio dal famoso articolo 4 della nostra Costituzione, questo prezioso librino spiega, per filo e per segno, i basilari princìpi di ogni democrazia applicati alla vita reale: come si fa per decidere quando si è in tanti rispettando le idee di tutti, perché è importante agire insieme, quali possono essere i vantaggi, come si può intervenire per risolvere un problema di tutti.
Nulla è tralasciato in questo accurato lavoro, e gli autori non mancano di spiegare come si costituisce un laboratorio di cittadinanza, come si organizza un’assemblea, una riunione, una raccolta di firme, cos’è un voto e cos’è una delega, tutte pratiche utilizzabili nella vita quotidiana dei bambini, nel loro rapporto con il territorio, con gli adulti di riferimento, con i compagni. Infine, propongono degli esempi di pratiche auto-organizzative, grandi occasioni per esercitare autonomia e partecipazione.
Un libro bellissimo, quasi sovversivo nella sua limpidezza, che presuppone un fatto semplice ma imprescindibile: l’alleanza educativa tra gli adulti e i bambini, un’alleanza dalla quale nessun può sentirsi escluso.