Le punture di insetti, nei bambini come negli adulti, sono più frequenti nella bella stagione, quando i piccoli stanno più spesso all’aria aperta in zone verdi e con vestiti leggeri che lasciano scoperte varie parti del corpo, esposte all’azione degli insetti che proprio in questi mesi circolano di più. È quindi più frequente, soprattutto in estate, interrogarsi su come proteggere i più piccoli da punture di vespa, api e anche zanzare.
Per rispondere alle domande più frequenti dei genitori e nonni vediamo insieme come proteggere i bambini dalle punture di insetto, dalle zanzare fino alle processionarie, e cosa fare in caso di reazione allergica.
Iniziamo la nostra carrellata di soluzioni vedendo le soluzioni per le punture di zanzara, che infestano campagne e città nei mesi estivi.
La zanzara non è un insetto velenoso, ma si nutre del nostro sangue. Per non farsi scoprire, mentre ci punge inietta una sostanza anestetica che però è anche irritante e lascia quindi una zona rossa e gonfia (“ponfo”), fastidiosa e molto pruriginosa. In alcuni casi un’ipersensibilità individuale può far sì che le reazioni alle punture di zanzara siano molto estese.
Soprattutto quando le punture sono multiple possono creare molto fastidio a un bambino piccolo. Ecco allora alcuni consigli da seguire, che valgono anche per gli adulti:
Ma una volta che il piccolo è stato punto, cosa si può fare? Se la reazione è limitata bisogna cercare di impedire al bambino di grattarsi, lavando l’area con acqua fresca e applicando ghiaccio; se invece la reazione è più forte, si può usare una piccolissima quantità di crema cortisonica.
È invece importante riferire al proprio medico la comparsa di sintomi (primo fra tutti la febbre) eventualmente insorti dopo un viaggio all’estero, magari in Paesi tropicali.
Cosa fare invece se il bambino viene punto da un’ape? Diversamente dalle zanzare, le punture degli imenotteri – api, vespe, calabroni e bombi – iniettano un veleno in grado di provocare diversi tipi di reazione.
Come riconoscere una puntura di ape o vespa su un bambino? Il più delle volte la puntura di questi insetti provoca una reazione locale con una zona gonfia e arrossata che ha al centro una parte più bianca, dove è visibile il segno del pungiglione o il pungiglione stesso, rimasto inserito nella pelle. La reazione diventa “locale estesa” quando la zona arrossata è molto ampia, superiore a 10 cm (ma può trattarsi anche, ad esempio, di un intero braccio).
Se il bambino è allergico alle punture di vespe, calabroni o api, può esserci il rischio di una reazione anafilattica che non coinvolge solo la zona della puntura, ma tutto l’organismo. I sintomi di una reazione allergica grave iniziano dopo 10-30 minuti e sono:
Prima di spaventarci ricordiamo che si tratta di casi rari: meno di un bambino su 100, una volta punto da un imenottero, rischia una reazione allergica pericolosa. In questo caso il piccolo dovrà essere soccorso il prima possibile da un medico e in seguito valutato da un allergologo che darà istruzioni su come intervenire in caso di nuove punture.
Nella maggioranza dei casi la puntura di una vespa o un’ape su un bambino sarà solo molto dolorosa: bisognerà estrarre il pungiglione, se è rimasto in sede, con delle pinzette o con le unghie (cercando di non spremere la pelle circostante), applicare del ghiaccio e poi una crema cortisonica.
Non esistono solo le punture di vespe, zanzare e api, dato che molti altri piccoli animali possono, anche se più raramente, punzecchiare i nostri piccoli: ad esempio, artropodi come le famigerate processionarie (quei vermetti pelosi che in primavera camminano tutti in fila). I loro peli urticanti causano reazioni molto fastidiose non solo se vengono toccati, ma anche se si attaccano agli abiti. Spesso, quando il bambino viene in contatto con una processionaria il pediatra prescriverà un antistaminico, e sarà necessario lavare con molta cura, oltre alla sfortunata vittima, i suoi vestiti.
Dalle nostre parti, soprattutto in campagna o nelle case vecchie, non è raro poi venire morsi da ragni o piccoli scorpioni. In Italia non vivono varietà letali, ma il loro morso può essere molto doloroso e causare infezioni locali che andranno valutate dal medico.
Temibili sono anche le zecche, il cui morso tendenzialmente non provoca né prurito né dolore. L’animaletto tuttavia resta attaccato alla sede della puntura per giorni, e raramente può veicolare alcune malattie infettive come la malattia di Lyme o l’encefalite da zecche, per evitare la quale, nelle zone più a rischio, esiste un vaccino.
La zecca va rimossa con attenzione (se possibile è meglio che lo faccia un medico), e nelle settimane successive la zona del morso e il bambino vanno tenuti sotto osservazione. Quando preoccuparsi del morso di una zecca? Bisognerà far visitare il bambino da un medico se dovesse comparire uno di questi sintomi:
In conclusione, nonostante insetti e altri animali possano a volte essere molto fastidiosi, dobbiamo insegnare ai nostri bambini a rispettarli (come va rispettata qualsiasi forma di vita) e a proteggerli, pur stando attenti a evitare punture e morsi. Nel caso succeda, la cosa più probabile che può capitare è un po’ di prurito e a volte un po’ di dolore, ma le reazioni gravi sono rare. Nonostante ciò, è importante saperle riconoscere prontamente in modo da intervenire subito e portare i piccoli dal medico se e quando serve.
pediatra, lavora presso l’ospedale S. Andrea di Vercelli e si occupa nello specifico di allergologia, allattamento e ambiente. Dal 2011 collabora come autore per Uppa.