L’essere umano è un animale che non è fatto per la sedentarietà. Il movimento assicura un adeguato sviluppo dell’apparato muscolare e scheletrico, regola il metabolismo e concorre al generale benessere dell’individuo. Nel bambino è uno degli elementi essenziali per assicurare un corretto accrescimento. Il movimento regola l’appetito e il riposo notturno.
Per i bambini più piccoli, a uno sport sottoposto a regole e disciplina, è preferibile la pura e semplice attività motoria come il correre e il giocare in un prato. La presenza dell’adulto dovrebbe essere finalizzata a controllare che il bimbo non si faccia male, lasciando a lui stesso la decisione di quando iniziare e terminare.
In seguito, quando il bambino sarà più grande, non si dovrà perdere di vista che più che la competizione è il benessere psico-fisico del bambino che dovrà venire prima di tutto e quindi andranno privilegiati gli sport in cui tutto il corpo viene sollecitato armonicamente. Il praticare uno sport individuale o di squadra è una decisione cha va lasciata ai desideri del singolo bambino. Si tenga presente tuttavia che lo sport di gruppo può aiutare a vincere certe inibizioni e a ridimensionare le inevitabili sconfitte e pertanto ha, specie per i bambini timidi e introversi, una indiscutibile valenza pedagogica.
Per non incorrere nel rischio che lo sport provochi più danni che benefici è essenziale che il genitore affidi il proprio figlio a istruttori preparati che lo guidino con saggezza ed equilibrio, da una parte senza sottostare ai suoi capricci o alla sua pigrizia, dall’altro senza pretendere da lui prestazioni non adeguate. Proprio per questo diventa molto importante scegliere un corso che abbia le giuste finalità formative e che l’istruttore sia anche un buon educatore. Prima di ogni altra cosa egli dovrà infatti curarsi della salute e del divertimento del bambino, anche se necessariamente lo dovrà abituare alla giusta fatica fermandolo però al momento opportuno.
È bene che fino al completamento della pubertà il ragazzo non si dedichi unicamente a sport che impegnano solo alcune parti del corpo, questo per evitare il formarsi di asimmetrie nello sviluppo corporeo o di accentuare dismorfismi eventualmente presenti. Gli sport di resistenza vanno evitati e anche l’agonismo dovrebbe essere ammesso solo a sviluppo puberale ormai completato (in media a 16- 17 anni nel maschio e a 15-16 nella femmina). Il genitore dovrebbe astenersi quindi dal fare pressioni sul ragazzo finalizzate al conseguimento di coppe, medaglie e, un giorno, improbabili ricchezze.