Il test Beta hCG permette di misurare il valore dell’ormone gonadotropina corionica presente nelle urine o nel sangue della donna e di verificare in questo modo l’eventuale stato di gravidanza. È un test che però può essere indicato anche al di fuori della gestazione. Il livello di Beta hCG è infatti usato anche come marcatore tumorale.
In questo articolo cercheremo di capire quando e perché è importante conoscere i valori dell’ormone Beta hCG, cosa può indicarci e come si effettua la misurazione.
La Beta hCG (comunemente chiamato “ormone della gravidanza”) è una sostanza chimica prodotta dal trofoblasto, un tessuto che si trova nelle fasi iniziali di formazione dell’embrione e che darà successivamente origine alla placenta. È parte della famiglia delle glicoproteine e consiste di due subunità (catene Alfa e Beta). La catena Beta è responsabile del funzionamento ormonale specifico, ed è quella che viene misurata per i test di gravidanza, sia nelle urine sia nel sangue.
L’ormone gonadotropina corionica ha la funzione, dopo la fecondazione dell’ovulo, di stimolare il corpo luteo a produrre il progesterone, uno degli ormoni coinvolti nella preparazione dell’organismo femminile alla gravidanza. La misurazione dei valori di Beta hCG può essere utile per identificare non solo le gravidanze in normale evoluzione, ma anche quelle patologiche e gli aborti spontanei.
Nel dettaglio, l’analisi Beta hCG in gravidanza è utile nei seguenti casi:
L’esame hCG può essere eseguito preventivamente nel caso di interventi chirurgici e di esami o terapie che possono danneggiare il feto, come i raggi X o alcune cure dermatologiche.
Al di fuori della gravidanza, invece, il livello di Beta hCG è usato come marcatore tumorale. In alcuni casi infatti l’organismo rilascia nel sangue Beta hCG in associazione a tumori benigni e maligni, specialmente tumori all’ovaio o al testicolo.
Il significato clinico della Beta hCG risiede essenzialmente nella diagnosi di gravidanza, soprattutto nel caso sospetto di un ritardo nell’arrivo della mestruazione. La presenza dell’ormone nel sangue può essere evidenziata in un periodo compreso tra i 6 e i 18 giorni dall’ovulazione e sembra essere correlata all’impianto dell’uovo fecondato a livello dell’utero e la costituzione di una circolazione sanguigna mista, materna e fetale.
I livelli della Beta hCG possono quindi essere rilevati in due modi:
Solitamente il primo test effettuato dalle donne che sospettano una gravidanza è quello delle urine per la valutazione dei livelli di Beta hCG, ma in questo caso è fondamentale valutare le tempistiche e le modalità di esecuzione del test e ricordarsi che esiste la possibilità di falsi negativi e positivi.
È importante inoltre affiancare le analisi Beta hCG a una valutazione da parte di un’ostetrica o di un ginecologo che, in base alla situazione clinica della paziente e all’esito dell’esame, valuterà i successivi controlli da compiere e l’eventuale esecuzione di un dosaggio delle Beta hCG nel sangue, oltre a pianificare il primo controllo ecografico.
I livelli di hCG possono variare ampiamente tra le donne con gravidanze normali. Tipicamente, le concentrazioni di Beta hCG nel sangue e nelle urine aumentano esponenzialmente nel primo trimestre di gravidanza, raddoppiando circa ogni 24/48 ore durante le prime otto settimane. Il picco è solitamente intorno alla 10^ settimana di gestazione, poi i livelli diminuiscono fino alla 16^ settimana circa e da qui rimangono abbastanza costanti fino al termine della gravidanza.
I livelli di Beta hCG smettono di aumentare alla fine del primo trimestre. Questa interruzione potrebbe spiegare il perché, a partire dal secondo trimestre, molte donne provano sollievo rispetto ai sintomi iniziali della gravidanza (ad esempio nausea e affaticamento).
I valori di riferimento considerati normali di Beta hCG nel sangue in uomini e donne non in gravidanza sono in genere al di sotto delle 5 unità per litro (IU/L o mIU/ml): questo valore evidenzia un esame Beta hCG negativo, al di sopra del quale è necessario indagare la causa. Durante la gravidanza invece i valori variano a seconda della settimana gestazionale.
Ecco una tabella che indica i valori, espressi in mlU/ml, in base alle settimane di gravidanza, emersi da uno studio olandese che ha coinvolto più di 8.000 gestanti:
Sett. di gravidanza | Valore medio | Valore minimo | Valore massimo |
<9 | 59.973 | 455 | 142.584 |
9 | 75.494 | 22.655 | 129.909 |
10 | 74.655 | 16.080 | 163.393 |
11 | 62.493 | 10.340 | 187.852 |
12 | 56.004 | 8.105 | 164.125 |
13 | 52.367 | 4.618 | 166.478 |
14 | 47.267 | 5.925 | 144.054 |
15 | 37.303 | 4.834 | 122.037 |
16 | 29.614 | 7.512 | 132.084 |
17 | 24.426 | 5.637 | 151.558 |
18 | 20.693 | 3.822 | 75.993 |
19 | 17.609 | 3.895 | 90.628 |
20 | 17.354 | 3.128 | 78.841 |
21 | 15.088 | 1.542 | 73.485 |
22 | 16.174 | 2.559 | 86.541 |
23 | 12.415 | 1.957 | 65.192 |
24 | 13.739 | 2.511 | 49.392 |
25 | 14.749 | 3.354 | 63.166 |
>25 | 13.852 | 518 | 74.719 |
Di seguito invece i valori di Beta hCG in base alle settimane gestazionali, riportati nei referti degli esami di laboratorio per la diagnosi di gravidanza. I valori possono subire delle variazioni in base al laboratorio di riferimento, specificati solitamente accanto al risultato. Ecco uno schema generale che si riferisce alle settimane dopo il concepimento:
È bene ricordare che i test Beta hCG non solo segnalano la gravidanza, ma possono essere prescritti dal proprio ginecologo, nel caso di dubbi o sospetti, per valutare se una gravidanza si sta sviluppando correttamente.
Valori di Beta hCG bassi in gravidanza possono infatti indicare diversi problemi, tra cui:
Valori alti di Beta hCG in gravidanza possono invece segnalare situazioni diverse. Le più comuni sono:
Le cause meno comuni di valori alti di Beta hCG includono situazioni al di fuori della gravidanza:
Secondo uno studio pubblicato nel 2018 nel Journal of Perinatal Medicine, il livello di Beta hCG risulta significativamente più elevato nelle donne con una gravidanza gemellare (multipla) rispetto alle donne con una gravidanza singola. Le donne avrebbero quindi valori di Beta hCG già elevati nel caso di gemelli.
Il campione analizzato è però limitato e gli stessi autori riferiscono che il risultato non può essere considerato conclusivo. Pertanto, per determinare e confermare una gravidanza multipla l’esame Beta hCG non è diagnostico: il medico dovrà eseguire un’ecografia di conferma nel primo trimestre di gravidanza, come avviene per le gravidanze singole.
Come già accennato, la maggior parte delle donne viene a conoscenza della gravidanza attraverso il comune test acquistabile in farmacia che valuta la presenza di Beta hCG nelle urine. Seppure, in caso di positività risulti in genere affidabile e sensibile – in particolare con il progredire della gestazione –, questo test non fornisce una diagnosi di gravidanza in normale evoluzione poiché non identifica, ad esempio, i casi di gravidanze ectopiche (al di fuori della sede dell’utero), gravidanze molari o altre complicanze specifiche. Proprio per questo il significato del valore delle Beta hCG presenta dei limiti ed è importante che la donna si affidi a un operatore sanitario per tracciare un percorso assistenziale personalizzato per la sua gravidanza.
Le Linee Guida della Gravidanza Fisiologica emanate dal Ministero della Salute non menzionano l’esecuzione di un esame del sangue di prassi per la diagnosi della gravidanza attraverso i valori delle Beta hCG, ma raccomandano la pianificazione della prima ecografia per determinare l’epoca gestazionale e confermare la corretta sede d’impianto. Solo in casi specifici, come sintomi anomali da parte della donna, storia di poliabortività, pregresse complicanze, il medico può richiedere un test quantitativo del sangue.
Inoltre è bene ricordare che livelli di hCG anormalmente alti o bassi nel sangue, in relazione alle settimane gestazionali, possono sì indicare un problema con la gravidanza, ma che non è sempre così. Per questo motivo l’indicazione a procedere con il test e la sua interpretazione vanno sempre affidate a un medico.
Ostetrica e giornalista scientifica, lavora attualmente nella Sala Parto dell’Ospedale Santi Giovanni e Paolo di Venezia, dove si occupa dell’assistenza al travaglio e al parto fisiologici e dell’assistenza neonatale e nel puerperio.