Come spieghiamo in modo approfondito anche all’interno del nostro corso preparto online, il latte materno viene prodotto già durante le ultime fasi della gravidanza, con delle caratteristiche peculiari che lo rendono adatto per il neonato che andrà a nascere di lì a poco. Ogni mammifero, infatti, produce un latte specifico per la propria specie, la cui composizione è funzionale alle necessità del piccolo che nascerà. È per questo che, ad esempio, nelle prime settimane in cui viene prodotto, il latte delle mucche sarà molto diverso dal latte umano: i vitellini devono essere in grado di camminare già da subito, mentre i nostri bambini cominceranno a mettersi in piedi e a camminare intorno all’anno di vita. Il latte di mucca, quindi, deve essere molto più ricco di sostanze come le proteine, che servono per far crescere più rapidamente e dare ancora più forza al vitellino sin dalla nascita.
Il latte materno è un liquido vivo, che matura e si modifica col bambino in base alle sue necessità nutrizionali. La composizione varia durante la singola poppata, durante la giornata e man mano che passano i giorni.
I cambiamenti nella composizione del latte materno si rendono visibili con le modifiche nel colore. Alla nascita, per esempio, prevale un colorito giallastro: è il colostro, un latte che contiene tantissime sostanze che lo rendono unico e che forniscono al neonato, in piccole dosi, una grande quantità di calorie sotto forma di proteine e zuccheri. Le proteine sono soprattutto quelle anti-infettive e quelle che fungono da fattori di crescita per lo sviluppo del sistema digerente.
Nella stessa giornata il colore del colostro può variare proprio perché varia la sua composizione in proteine, zuccheri e grassi che, sebbene in quantità ridotta rispetto al latte maturo, sono tuttavia presenti.
Col trascorrere dei giorni il latte materno diventa maturo e più chiaro, fino ad apparire bianco, ma con una netta differenza tra l’inizio e la fine della poppata; infatti, mentre all’inizio si presenta quasi trasparente, tanto da assomigliare più all’acqua che al latte, alla fine della poppata assume un colore decisamente più bianco. Questa differenza è spiegata, appunto, dalla diversa composizione del latte materno: mentre all’inizio della suzione il latte è molto più ricco di zuccheri e proteine, alla fine della poppata si carica di grassi che lo fanno diventare bianco.
La trasparenza cambia anche durante la giornata: al mattino il latte materno è più trasparente, mentre la sera sarà più bianco. Non a caso, infatti, la sera il latte è molto più ricco di grassi. Le modifiche di colore, e quindi di composizione, fanno sì che il sapore del latte materno appaia diverso durante la poppata, nel corso della giornata, e man mano che il bambino cresce.
Il latte materno contiene tutto quello che serve per una crescita ottimale del neonato e per i primi 6 mesi di vita del bambino. Dopo, di norma, i bambini cominciano a mangiare altri alimenti che lo porteranno ad assumere altre sostanze nutritive indispensabili per integrare il latte materno, che, tuttavia, rimane l’alimento principale per tutto il primo anno di vita.
Il latte contiene un’enorme quantità di nutrienti, e, di tanto in tanto, ancora oggi vengono identificate nuove sostanze che ne fanno parte. Accanto alle proteine, ai grassi, agli zuccheri, alle vitamine e ai minerali che sono perfettamente bilanciati tra di loro per ottimizzarne l’assorbimento a livello dell’intestino, esistono un gran numero di altre sostanze contenute nel latte materno con funzioni specifiche. Ad esempio, il latte contiene degli enzimi che permettono la pre-digestione dei grassi in modo che siano più facilmente assorbibili dall’intestino immaturo del neonato. E ancora: fattori di crescita che consentono la maturazione dell’apparato digerente; numerosi agenti anti-infettivi che proteggono il neonato da malattie causate da batteri, virus, parassiti e funghi; molecole che provengono dal sistema ormonale della madre e che rendono il latte materno un alimento specifico per il singolo bambino. Tutte queste sostanze vengono veicolate con l’acqua, che è il composto prevalente del latte: oltre l’85% del latte materno, infatti, è composto da acqua. Per non alterare le proprietà dei suoi numerosi nutrienti, quando il bambino non viene allattato al seno, è importante che vengano rispettate alcune piccole ma importanti regole per una corretta conservazione del latte materno.
I bambini nutriti con latte materno si ammalano meno di quelli che ricevono una formula artificiale. Questa protezione, inoltre, non si limita al solo periodo dell’allattamento, ma si prolunga nel tempo e i suoi effetti benefici arrivano a condizionare malattie che si manifestano persino nell’età adulta. Molti di questi effetti sono commisurati al periodo dell’allattamento, e sono più potenti quanto più a lungo le mamme allattano i propri bambini.
La protezione, però, non riguarda solo le malattie infettive. I bambini allattati al seno, infatti, sono più protetti anche dal diabete, da alcuni tipi di tumore, soffrono meno di obesità e sono dotati di un quoziente intellettivo maggiore a parità di altri fattori (ambientali e genetici).
Anche le mamme ricevono numerosi benefici dall’allattamento al seno: per esempio si ammalano di meno dei due tumori più frequenti nella razza bianca, ossia quello dell’ovaio e della mammella, e hanno meno complicanze derivate dall’osteoporosi dopo la menopausa. Anche per le mamme, come per il bambino che è stato nutrito con latte materno, questi effetti protettivi sono tanto maggiori quanto più a lungo hanno allattato al seno.
pediatra, è responsabile del gruppo nutrizione dell’Associazione Culturale Pediatri e fondatore dei “No Grazie”. È tutor e valutatore per l’iniziativa “Insieme per l’allattamento” dell’UNICEF. È stato direttore di Uppa magazine tra il 2016 e il 2021, è autore di oltre duecento pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali e internazionali e membro del comitato editoriale di «Quaderni ACP».