Parlare di omeopatia non è mai facile. Non tanto per lo sforzo di riuscire a ripercorrere storia e sviluppi di questa pratica medica alternativa, ma per la difficoltà di comunicare in maniera efficace con persone che hanno già preso posizione per uno dei due schieramenti. Da una parte, infatti, troviamo i favorevoli, ossia quelli che usano l’omeopatia e dichiarano di trarne beneficio, e dall’altra i contrari, o indifferenti, che solitamente la ritengono un inutile e dispendioso rimedio oppure, più semplicemente, non hanno alcun interesse ad affiancarla alla medicina tradizionale.
In questo articolo cerchiamo di fare maggiore chiarezza facendovi conoscere la storia e le caratteristiche di uno dei suoi prodotti di punta, l’Oscillococcinum, e riportandovi la testimonianza di uno scambio tra Uppa e la Boiron, una delle aziende leader nello sviluppo e distribuzione di rimedi omeopatici.
«Anas Barbariae Hepatis et Cordis Extractum». È questo il principio attivo che viene indicato nelle confezioni di Oscillococcinum che si trovano in farmacia. Ma di cosa si tratta? La dicitura è in lingua latina e vuol dire «estratto di cuore e fegato di Anas barbariae». L’Anas barbariae, però, è un tipo di anatra che non esiste in natura e l’estratto indicato, in realtà, è ricavato dall’anatra muschiata (Cairina moschata, anche detta Canard de Barbarie in lingua francese) che non è neanche dello stesso genere (genere Cairina) di quello intuibile dalle confezioni di Oscillococcinum (genere Anas). I due generi di anatre, infatti, sono molto differenti l’uno dall’altro. Questa potrebbe essere considerata una delle prime incongruenze del prodotto a meno che il nome della specie non rientri nel cosiddetto “gergo omeopatico”.
Ma cosa c’entrano le anatre con l’Oscillococcinum? Per scoprirlo bisogna andare indietro di circa un secolo, quando il medico francese Joseph Roy cominciò a esaminare al microscopio le strisce di sangue delle vittime di influenza spagnola, epidemia che in quegli anni uccise decine di milioni di persone in tutto il mondo. In tutti i campioni esaminati, Roy notò dei corpuscoli di forma sferica che sembravano vibrare. Li chiamò “oscillococci” e li ritenne gli agenti responsabili dell’influenza. Non solo. Esaminando le strisce di sangue di pazienti con diagnosi di cancro, tubercolosi, sifilide e gonorrea individuò altri oscillococci e li associò anche all’insorgenza di queste malattie. In realtà quello di Roy era stato semplicemente un abbaglio e la sua inesperienza lo portò a considerare dei comuni artefatti (così si chiamano le impurezze che possono emergere durante la preparazione di un campione da analizzare al microscopio) come degli elementi di enorme valore per le sue ricerche.
Dall’uomo all’anatra il passo fu breve perché queste “bolle d’aria”, essendo dovute a un errore umano di preparazione del vetrino, furono notate anche nei preparati provenienti dal corpo dell’animale. In particolare, il cuore e il fegato furono scelti perché considerati il fulcro della vita e dei principali problemi di salute e, rifacendosi alle idee del fondatore dell’omeopatia Samuel Hahnemann, Roy ideò un estratto (un nosode, detto in termini omeopatici) che, secondo il suo parere, avrebbe potuto curare numerose malattie. Il prodotto omeopatico Oscillococcinum, venduto ancora oggi nelle farmacie di tutto il mondo, è il risultato finale dell’esperienza che vi abbiamo appena raccontato, e attualmente è commercializzato dall’azienda francese Boiron.
In base alle indicazioni della casa produttrice Boiron, l’Oscillococcinum “può essere usato come trattamento preventivo dell’influenza o come trattamento curativo degli stati influenzali incipienti o conclamati”. Anche in questo caso, però, emerge un’incongruenza che trae le sue origini nella storia ripercorsa poco sopra. Il medico Joseph Roy, infatti, ritenne che gli oscillococci fossero i microrganismi responsabili dell’influenza spagnola perché affermò di aver potuto osservare il loro comportamento al microscopio. L’evidente contraddizione, oltre a quelle elencate nei paragrafi precedenti, sta nel fatto che l’influenza spagnola era causata dagli effetti sull’organismo di un ceppo del virus H1N1: i virus sono microrganismi talmente piccoli che non era in alcun modo possibile vederli con lo strumento utilizzato da Roy (un microscopio ottico). Anche le forme influenzali che caratterizzano alcuni dei nostri malanni stagionali sono causate da ceppi di virus molto simili a quello dell’influenza spagnola e l’Oscillococcinum è un prodotto che ancora oggi si basa sullo stesso principio di efficacia dedotto dalle intuizioni di Roy. Nel corso degli anni, nonostante queste intuizioni si siano rivelate incongruenti sotto diversi punti di vista, l’Oscillococcinum viene tutt’ora consigliato per il trattamento degli stati influenzali.
Nel 2011 giunse una lettera da parte di uno dei dirigenti della Boiron. Era indirizzata alla redazione di Uppa. Si trattava di una risposta all’articolo, pubblicato sul numero 5/2011, relativo ai farmaci da banco e alla storia dell’Oscillococcinum. Riportiamo la lettera qui sotto:
Spett.le redazione di Un Pediatra Per Amico,
i “prodotti omeopatici” sono medicinali a tutti gli effetti, come definito dal D.Lgs. 219/2006 e presentano numerosi vantaggi. Sono a dosi infinitesimali e, proprio per questo, hanno una rara incidenza di effetti collaterali, sempre di intensità modesta e assenza di tossicità; queste caratteristiche li rendono adatti a tutti, anche in età pediatrica, come confermato da un recente studio osservazionale che ha evidenziato un effetto terapeutico positivo dei medicinali omeopatici su un campione di 2141 bambini con malattie respiratorie. La terapia omeopatica, inoltre, può essere assunta in concomitanza con altri farmaci e di conseguenza è adatta anche a pazienti politrattati. I medicinali omeopatici sono efficaci, risolutivi in molte patologie – come allergie, rinofaringiti, traumi, disturbi d’ansia – e di supporto nella terapia di malattie gravi, come negli effetti indesiderati di chemioterapia e radioterapia.
Nonostante l’omeopatia ponga ancora tanti interrogativi, come d’altro canto fa la scienza tutta, la sua efficacia è testimoniata dai sempre più numerosi medici che la prescrivono quotidianamente (oggi se ne contano circa 400.000) e dal numero sempre più grande di pazienti che la utilizzano in quasi tutti i paesi del mondo.
In questo periodo dell’anno, per le infezioni respiratorie recidivanti nel bambino, i medicinali omeopatici possono rappresentare una valida scelta terapeutica; in particolare Oscillococcinum, medicinale del quale si è a lungo parlato nell’articolo “Naturale è bello” pubblicato sul n. 5/2011 di questo giornale, è utilizzato da circa 80 anni in 60 paesi nel mondo per la prevenzione e il trattamento dei sintomi influenzali, ed è particolarmente indicato per i soggetti più sensibili al contagio, tra cui i bambini. È inoltre un aiuto per coloro che non rientrano nelle raccomandazioni ministeriali per la vaccinazione anti-influenzale, o anche per chi si è già vaccinato, ma desidera estendere la protezione a tutte le malattie da raffreddamento, causate da virus diversi da quelli influenzali.
Sempre più mamme si affidano ai medicinali omeopatici per i propri piccoli; a questo proposito esiste un’indagine ISTAT, pubblicata nel 2007, che evidenzia come il 71.3% delle mamme che hanno utilizzato i medicinali omeopatici si dichiari soddisfatto dei risultati ottenuti, mentre il 21.9% riferisce di benefici solo parziali.
Omeopatia e allopatia sono entrambe necessarie alla medicina, ognuna con punti di forza e di debolezza. Non ha senso contrapporle; l’unica strada percorribile è quella dell’integrazione, che si può ottenere solo favorendo un dialogo che ha come obiettivo quello di curare i pazienti.
Luigi Alberto Marrari, responsabile del Servizio Scientifico Boiron
Vitalia Murgia, autrice dell’articolo originale e pediatra esperta di fitoterapia, rispose con alcune considerazioni che trovate riassunte nei prossimi paragrafi.
Le considerazioni espresse da Luigi Alberto Marrari richiedono alcune riflessioni e risposte. Dal punto di vista delle “regole” il fatto che una legge dello Stato definisca il prodotto omeopatico come “medicinale omeopatico” non è di per sé una conferma della efficacia terapeutica dei prodotti omeopatici stessi. Al contrario il Decreto Legge 24 aprile 2006 n. 219, quando parla di medicinali omeopatici, li divide in due categorie, quelli soggetti a procedure semplificate di registrazione e quelli a cui non si applica la procedura semplificata di registrazione.
L’Oscillococcinum, così come appare dalla confezione del prodotto venduto in Italia, per tipo di etichettatura e per assenza di foglietto interno, sembra essere commercializzato come prodotto omeopatico soggetto a procedure semplificate e in quanto tale non dovrebbe vantare nessuna azione terapeutica. L’azienda per difendere la bontà del suo prodotto non può quindi avvalersi di affermazioni quali: «…i medicinali omeopatici sono efficaci, risolutivi in molte patologie – come allergie, rinofaringiti, traumi, disturbi d’ansia…».
Per poter affermare che il prodotto ha una “efficacia terapeutica” occorre procedere alla registrazione secondo le norme indicate dagli articoli 8, 10, 11, 12, 13 e 14 del DL 24 aprile 2006 n. 219 e a conferma della efficacia del prodotto vanno anche portati i risultati di prove farmaceutiche (chimico-fisiche, biologiche o microbiologiche); prove precliniche (tossicologiche e farmacologiche) e di sperimentazioni cliniche. Cosa che, a quanto pare, non è possibile fare per l’Oscillococinum e per moltissimi prodotti omeopatici.
E questo ci porta alle riflessioni scientifiche. Non basta che molti medici lo prescrivano e tanti pazienti lo comprino per dire che un prodotto è realmente efficace. Le prove che una sostanza di sintesi o naturale funzioni realmente vanno ricercate con diversi tipi di sperimentazioni: farmacologica in vitro, farmacologica in vivo e cliniche. Sono queste ricerche che permettono di dire se una sostanza è davvero efficace, se i risultati positivi dichiarati sono riproducibili, cioè se esiste costanza di risultato tra un paziente e l’altro, a parità di intensità del problema e caratteristiche della persona, e se i suoi effetti sono diversi dal placebo.
È doveroso rendere noto ai pazienti e ai genitori dei bambini che acquistano l’Oscillococcinum che non esistono sufficienti studi farmacologici, in vitro e in vivo, e trial clinici a sostegno dell’efficacia di questo prodotto. Senza un’adeguata informazione è impossibile fare una scelta autonoma, razionale e consapevole.
Se un cittadino adeguatamente informato sceglie di utilizzare l’omeopatia per sé e per il suo bambino la sua scelta va ovviamente rispettata. Quanto all’integrazione tra medicina allopatica e medicina non convenzionale, non c’è dubbio che un’integrazione ci possa essere, ma sempre nel rispetto della corretta informazione dei pazienti e dell’aderenza a regole scientifiche condivise.
neurobiologo e giornalista scientifico, ha svolto attività di ricerca presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e collaborato in veste di autore per riviste come Le Scienze, Mind e Wired.