Sara, 6 anni, da qualche giorno ha la febbre. Come se non bastasse, al terzo giorno di malattia è comparsa una tosse incessante che non le permette di riposare. La nonna attribuisce il malanno al fatidico “colpo d’aria” preso per aver corso in cortile senza giacca. Ma non si tratta di questo…
Impariamo di seguito a conoscere la broncopolmonite nei bambini e scopriamo se si tratta di una malattia pericolosa per i più piccoli.
Riconoscere la broncopolmonite nei bambini può non essere così semplice e immediato, in quanto i sintomi della malattia variano a seconda dell’età. Inoltre – anche gli studi lo confermano – non c’è un singolo elemento che da solo possa far distinguere la broncopolmonite da altre infezioni delle vie respiratorie.
I sintomi più frequentemente associati alla broncopolmonite nei bambini di età scolare sono:
In una minoranza di casi i bambini possono anche lamentare dolore al petto e mal di pancia, dal momento che la parte più bassa del polmone è adiacente all’addome.
Nei neonati e nei lattanti invece le caratteristiche della broncopolmonite sono più subdole. I più piccoli, infatti, fanno spesso fatica a mangiare e presentano un malessere generalizzato con febbre, mentre la tosse può essere assente.
Sfatiamo un mito, già citato all’inizio di questo articolo: il colpo di freddo dopo una sudata non causa la broncopolmonite. È vero che nelle stagioni invernali c’è una maggiore prevalenza della malattia, ma questo fenomeno è dovuto al fatto che i microrganismi vivono meglio al freddo e in ambienti che vengono ventilati poco (spesso proprio per la paura di far prendere freddo ai bambini…).
Le cause di broncopolmonite che colpiscono i bambini variano a seconda dell’età.
I virus sono la prima causa della malattia nei piccoli di età inferiore ai 5 anni. Il principale responsabile è il Virus Respiratorio Sinciziale (RSV), che causa generalmente un quadro di bronchiolite, ovvero va a infiammare le strutture più piccole dell’albero bronchiale; in alcuni casi però l’infezione può estendersi ai bronchi e al polmone.
Altri virus coinvolti nelle broncopolmoniti dei bambini sono quelli della famiglia dell’influenza, dell’adenovirus e dei coronavirus, compreso il SARS CoV 2. In questa fascia d’età, alle nostre latitudini, è meno frequente che le broncopolmoniti siano di origine batterica, questo anche grazie alle vaccinazioni che hanno eradicato alcuni microorganismi – come l’Haemophilus influenzae – un tempo responsabili di quadri di broncopolmonite grave.
I batteri sono invece i principali responsabili della broncopolmonite al di sopra dei 5 anni, fascia d’età in cui la malattia è causata principalmente dallo Streptococco Pneumoniae (detto anche Pneumococco) e dal Mycoplasma Pneumoniae.
Un discorso a parte va riservato ai neonati (ovvero i bambini fino ai 30 giorni di vita), in quanto la broncopolmonite viene spesso causata da microrganismi presenti nel canale del parto (come lo streptococco di tipo B o Escherichia Coli) oppure in grado di attraversare la placenta (ad esempio il virus della rosolia, il citomegalovirus o l’herpes virus).
La durata della broncopolmonite varia a seconda della causa e della tempestività con cui viene diagnosticata la malattia. Come abbiamo visto, ci sono due grandi tipologie di broncopolmonite. Le forme virali insorgono più gradualmente, con un quadro iniziale di raffreddore che poi si complica con febbre e malessere generale, e i sintomi possono persistere a lungo. Le forme batteriche invece compaiono bruscamente con febbre elevata, tosse e brividi, ma rispondono altrettanto velocemente al trattamento.
Ci sono poi delle eccezioni alla regola, in quanto esistono dei batteri che si comportano come se fossero dei virus e danno quadri più “sfumati”, le cosiddette “polmoniti atipiche”.
La diagnosi della broncopolmonite nei bambini si basa sui sintomi e viene effettuata dal pediatra durante la visita.
La radiografia del polmone non è indispensabile e non viene generalmente richiesta nei casi trattabili a casa; viene invece prescritta se si sospetta che la polmonite abbia già portato a complicazioni. Anche gli esami del sangue non sono solitamente necessari.
La maggior parte dei bambini può essere curata a domicilio sotto lo stretto monitoraggio del pediatra. Se invece si presentano disturbi che possono costituire fattori di rischio (importante difficoltà respiratoria, difficoltà ad alimentarsi o a bere) potrebbe essere necessario ricorrere all’ospedale.
La prima cura per la broncopolmonite viene proposta in base all’età del bambino e al quadro clinico, da cui si può dedurre il tipo di causa che si ritiene responsabile: solo se si sospetta una forma batterica, ad esempio, verrà prescritto un antibiotico.
Le conseguenze della broncopolmonite nei bambini sono molto diverse a seconda della parte di mondo in cui ci si trova: la mortalità è praticamente nulla nei Paesi ad alto reddito, nei quali ogni abitante ha accesso a cure tempestive e vaccinazioni, mentre è più alta in quelli in via di sviluppo.
Fortunatamente, con la diffusione del vaccino contro pneumococco ed Haemophilus influenzae il numero di bambini con necessità di trattamento in ospedale è calato drasticamente.
In generale la maggior parte dei bambini guarisce rapidamente e in maniera completa: le complicazioni sono rare in chi non ha altre malattie pregresse, e possono comunque essere rapidamente intercettate con una visita pediatrica laddove la risposta al trattamento consigliato non porti ai benefici previsti.
In conclusione: la broncopolmonite è pericolosa per i bambini? Nonostante ad oggi si disponga di tutti gli strumenti per diagnosticarla e curarla in modo tempestivo, è sicuramente una malattia da non sottovalutare.
pediatra presso la Struttura Complessa di Pediatria dell'Ospedale di Chivasso (TO), ha approfondito la Medicina del Sonno in età pediatrica con particolare attenzione alla prevenzione della SIDS (Sudden Infant Death Syndrome). Membro del comitato scientifico dell'Associazione SUID & SIDS Italia Onlus e dell'ISPID (International Society for the Study and Prevention of Perinatal and Infant Death).