La realizzazione del sogno di maternità di una donna può essere un evento del tutto naturale e spontaneo, ma in alcuni casi si configura come un percorso articolato, sul quale, spesso, fioccano dicerie e fantomatiche “raccomandazioni” senza alcuna base scientifica. In questo articolo risponderemo alle domande più frequenti su questo tema e ci concentreremo su come favorire il concepimento.
Sebbene non esistano delle vere e proprie “istruzioni per l’uso” su come rimanere incinta velocemente e facilmente, bisogna considerare che ci sono dei fattori che possono aumentare la probabilità di avere un bambino:
Data di inizio dell'ultimo ciclo mestruale
Durata media del tuo ciclo
Come aumentare quindi le probabilità di rimanere incinta? Il primo e più importante suggerimento per aumentare le possibilità di andare incontro a una gravidanza è rappresentato da un’adeguata conoscenza del proprio ciclo mestruale. Ciò consente infatti di calcolare in maniera più o meno precisa i giorni dell’ovulazione e quindi di concentrare i rapporti in quei giorni che costituiscono la cosiddetta “finestra fertile”.
Altri importanti suggerimenti per rimanere incinta consistono nell’evitare o correggere tutti quei fattori che possono interferire con la fertilità, come lo stile di vita sedentario, l’abuso di alcol, l’eccesso di peso o l’eccessiva magrezza, il fumo di sigaretta, eccetera.
I giorni del periodo mestruale di solito rappresentano il momento meno fertile del mese, tuttavia esistono dei casi in cui è possibile rimanere incinta anche subito dopo il ciclo. Questa possibilità è maggiore nelle donne che hanno un ciclo piuttosto breve, nelle quali l’ovulazione può verificarsi anche a distanza di soli cinque giorni dall’inizio del ciclo e quindi il periodo fertile coincide con i giorni immediatamente successivi alla comparsa del flusso mestruale.
Come abbiamo già detto, il calcolo dei giorni fertili è un passo fondamentale nella pianificazione della gravidanza. Il periodo fertile rappresenta infatti quella finestra temporale della durata di circa cinque giorni durante la quale la possibilità di concepimento è massima.
Nelle donne con un ciclo mestruale della durata di 28 giorni il periodo fertile coincide con i giorni dell’ovulazione, che normalmente si verifica fra il 14° e il 15° giorno dopo l’inizio della precedente mestruazione.
Questo calcolo è abbastanza attendibile se il ciclo mestruale è regolare, molto meno nel caso in cui si debba fare il calcolo del periodo fertile in una donna che abbia un ciclo irregolare.
Un ciclo irregolare può sembrare un problema insormontabile se si sta pianificando una gravidanza.
L’irregolarità del ciclo mestruale può essere legata a diversi fattori: stress, dimagrimenti eccessivi, interruzione improvvisa dell’assunzione della pillola anticoncezionale, problemi ormonali.
Il primo, fondamentale passo da compiere è escludere, con l’aiuto di un ginecologo, che questa irregolarità sia dovuta a condizioni patologiche. Una volta fatto ciò, sarà necessario imparare a riconoscere i cambiamenti che l’organismo subisce in prossimità dell’ovulazione al fine di individuare i giorni fertili: ad esempio l’aumento della temperatura corporea, le modifiche del muco cervicale (che diventa più fluido), la comparsa di fitte al basso ventre.
Se nonostante questi accorgimenti dovesse risultare difficile individuare il momento dell’ovulazione, è possibile ricorrere ai kit commerciali che misurano, attraverso l’urina, il picco più alto dell’ormone LH (ormone luteinizzante), che viene secreto tra le 24 e le 36 ore precedenti l’ovulazione.
Ci scrive Anna Maria, che da diversi mesi avverte un forte desiderio di maternità e vorrebbe avere un bambino: «Ne ho parlato più volte con il mio compagno, ma lui non vuole. Come faccio?».
La sintonia con il proprio partner e la condivisione della scelta di avere un bambino sono elementi fondamentali nella pianificazione della gravidanza, così come il mantenimento di un completo stato di benessere psicofisico da parte della futura mamma. Lo stress psicologico e l’ansia da concepimento giocano infatti un ruolo sfavorevole.
Per questo motivo, se l’obiettivo è la ricerca di un bambino, diventa estremamente improbabile rimanere incinta se «lui non vuole» o se il partner non supporta adeguatamente questa scelta.
Da sempre circolano diversi miti e credenze popolari su posizioni che, durante il rapporto sessuale, faciliterebbero l’accesso degli spermatozoi al muco cervicale protettivo e dunque favorirebbero il concepimento. Nonostante siano stati chiamati in causa le leggi di gravità e altri principi fisici, è bene sottolineare che queste indicazioni non hanno alcun fondamento scientifico.
La raccomandazione utile è invece concentrare e intensificare i rapporti durante la fase fertile del ciclo.
Non esistono dei fattori che possano favorire il concepimento di una femminuccia piuttosto che di un maschietto.
Il sesso del bambino è stabilito dal cromosoma che si eredita dal padre: se l’ovulo materno, che contiene sempre un cromosoma X (femminile), viene fecondato da uno spermatozoo che contiene un cromosoma Y, viene concepito un maschio; se, invece, lo spermatozoo fecondante contiene un cromosoma X, verrà concepita una femminuccia.
Nonostante in passato fosse circolata la teoria del Dr. Shettles, che suggeriva di avere rapporti in una determinata fase del ciclo per aumentare la possibilità di avere un figlio di sesso femminile, ad oggi non esiste alcun metodo per “scegliere” il sesso del nascituro.
Allo stesso modo, non si conoscono dei metodi che indichino come rimanere incinta di gemelli, anche se esistono dei fattori che possono aumentare la possibilità di concepirli:
La fertilità di una donna diminuisce progressivamente dopo i 30 anni di età e di conseguenza anche la possibilità di avere un bambino si riduce. Ciò è legato sia alle alterazioni ormonali tipiche di questa fascia d’età, che influiscono sull’ovulazione, sia all’aumentata incidenza di aborti spontanei.
E dunque, come rimanere incinta a 40 anni o dopo? La prima cosa da fare nell’ottica di una pianificazione di una gravidanza è un “bilancio della propria fertilità”: se dopo 6 mesi di tentativi la cicogna tarda ad arrivare, è bene parlarne con il proprio ginecologo, che saprà consigliare eventuali esami finalizzati a misurare la capacità ovulatoria della donna e studiare da vicino la sua possibilità di procreare. In questa fascia d’età è altrettanto importante l’assunzione giornaliera di integratori a base di acido folico, raccomandata in tutte le donne in età fertile, ma ancor più importante nelle future mamme di età superiore a 40 anni, che hanno un maggior rischio di avere dei bambini affetti da malformazioni come la spina bifida o l’anencefalia, chiamate anche difetti del tubo neurale. La dose giornaliera raccomandata è di 400 mcg al giorno e va proseguita per tutto il primo trimestre di gravidanza.
calabrese, dopo la laurea in Medicina e chirurgia, conseguita presso l’Università di Messina, inizia il proprio percorso di formazione specialistica in Pediatria presso lo stesso Ateneo. Durante gli anni della scuola di specializzazione approfondisce le proprie conoscenze nel settore delle malattie endocrine dell’età infantile frequentando il Centro di Endocrinologia pediatrica del Policlinico Universitario di Messina. È autrice di diverse pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali e internazionali. Dal 2019 scrive per Uppa.