Sono tantissimi i genitori separati o divorziati – parliamo ovviamente anche delle coppie di fatto – che in questi giorni di emergenza si chiedono come comportarsi riguardo ai tempi di permanenza dei figli con ciascun genitore e al rispetto del contenuto di accordi o di provvedimenti del giudice. Quali indicazioni seguire, per cercare di tutelare sia il diritto alla salute di tutti sia l’interesse del minore?
Lo stress, le preoccupazioni e i problemi legati alla nuova quotidianità che tanti genitori stanno vivendo in questi giorni possono mettere a dura prova la capacità di gestire emozioni e sentimenti, e complicare così le comunicazioni e la relazione con l’altro genitore. Dobbiamo averne consapevolezza e provare a non agire d’istinto: una situazione di emergenza non è mai un buon momento per combattere battaglie personali. Ci può aiutare riflettere sul fatto che si tratta di una situazione difficile, ma momentanea.
I bambini, specialmente in questo periodo, hanno diritto di godere a pieno dell’amore e delle rassicurazioni da parte delle persone che amano (in questo articolo rispondiamo alle domande più frequenti sul tema Coronavirus e bambini). Possono provare intensa nostalgia se uno dei genitori è distante, essere spaesati dai cambiamenti delle loro routine, spaventati dall’idea che possa accadere qualcosa di brutto o di non rivedere uno dei genitori. È fondamentale ascoltare i loro bisogni e far sentire che entrambi sono presenti accanto a loro. La “casa” o le “case” che i nostri piccoli abitano devono garantire più che mai sicurezza e rifugio e non essere luoghi di disagio o scenario di ricatti, pretese e conflitti distruttivi. I genitori separati o divorziati hanno la responsabilità di condividere l’interesse del bambino e di non esporlo ad altre fonti di malessere, oltre quelle legate alla situazione di emergenza sanitaria in corso. In questo momento è preferibile non intasare i tribunali con ricorsi e querele, se non in caso di gravi problematiche e inadempienze.
Organizzarsi è la parola chiave: in linea generale anche in questo periodo rimangono ferme le disposizioni e i tempi di frequentazione stabiliti con i provvedimenti di separazione e divorzio. Potrebbe essere però opportuno che i genitori elaborino insieme un’organizzazione particolare per questi giorni, mostrando uno verso l’altro maggior disponibilità ed elasticità, sempre rispettando rigorosamente le direttive che ci sono state impartite a tutela della salute collettiva. Ad esempio, si possono riorganizzare le visite accorpandole in periodi più lunghi in modo da ridurre il viavai troppo frequente, o rimodulare il calendario in base alle nuove esigenze derivate dalla chiusura delle scuole e di alcune attività lavorative, o ancora favorire i contatti telefonici, magari attraverso videochiamate e in misura superiore a quelli che normalmente sono previsti dagli accordi o dai provvedimenti dell’autorità giudiziaria.
Il diritto di visita non si sospende: anche in questo periodo di crisi sanitaria, i bambini devono poter frequentare ciascuno dei genitori esercenti la responsabilità genitoriale.
Gli spostamenti per raggiungere i figli minorenni presso l’altro genitore o comunque presso l’affidatario, oppure per condurli presso di sé, sono consentiti, anche in questo caso secondo le modalità previste dal giudice con i provvedimenti di separazione o divorzio.
I tempi di frequentazione stabiliti dal Tribunale non vengono modificati o limitati, esclusi, ovviamente, eventuali casi di quarantena legati al contagio.
In mancanza di espressa previsione nel DPCM dell’11 marzo e nelle misure precedenti, si può ritenere che tra gli spostamenti possibili per “indifferibili motivi” rientri il diritto/dovere di stare con i figli, ma soprattutto il diritto dei minori di passare del tempo di qualità con il genitore che vive lontano, in un momento così duro anche per loro. Il tutto ovviamente nel rispetto delle precauzioni previste per la salvaguardia della salute dei minori stessi. Altrimenti ci sarebbe una ingiustificata discriminazione rispetto a chi abita nello stesso comune. Anche di fronte a tale difficile situazione i diritti fondamentali devono essere garantiti.
Può rivolgersi al legale di riferimento e/o alle associazioni nazionali specializzate sulla materia.
L’emergenza coronavirus non fa venire meno la paternità né la maternità: l’invito è a essere genitori responsabili e attenti, per tutelare sia il bene dei nostri bambini sia la salute collettiva. È una buona occasione per insegnare, con il nostro esempio, qualcosa di molto importante ai nostri figli, cittadini del domani.
pedagogista, svolge attività privata di consulenza pedagogica nel sostegno alla genitorialità e al percorso di crescita di bambini e adolescenti. Coordina progetti di educazione e accompagnamento alla morte e all’esperienza della perdita, si occupa di famiglie adottive e lavora come formatrice per gli operatori di nidi e scuole dell’infanzia nella provincia di Messina. È stata vicedirettrice di Uppa magazine dal 2018 e dal 2022 ne è diventata direttrice.