A volte, alcuni genitori sottovalutano l’importanza dell’igiene orale dei propri figli, che dovrebbe iniziare precocemente, verso i 4-5 mesi di vita, ossia ancor prima di veder sbucare i dentini. Si comincia utilizzando degli appositi “spazzolini digitali” che il genitore può indossare per lavare la bocca e le gengive del bambino, ancora senza denti, e ricoperte solo da tessuto mucoso. In alternativa è possibile usare una garza di cotone imbevuta in acqua potabile, sempre avvolta intorno al dito (lavato) del genitore. In questo modo si eliminano eventuali residui di latte, e quindi di carica batterica più comunemente nota come “placca”, che si crea nel cavo orale e che è responsabile dello sviluppo delle principali malattie della bocca.
Nei primi mesi di vita lo spazzolamento orale può avvenire anche una sola volta al giorno, e quando spuntano i due dentini centrali della mandibola si può iniziare a usare lo spazzolino per due volte al dì (a tal proposito, leggi il nostro articolo sugli spazzolini indicati per l’igiene orale dei bambini). Questo perché gli zuccheri presenti negli alimenti stimolano la produzione di acidi in grado di aggredire i denti, determinando un’alta possibilità di sviluppo di carie dentali; ma lavandoli in un intervallo compreso tra i 10 e i 30 minuti dopo il pasto (facendolo prima si rischia di danneggiare lo smalto), si hanno buone probabilità di evitare il problema.
È compito del genitore occuparsi dell’igiene orale del proprio figlio, almeno fino agli 8 anni. A 6 anni i bimbi sono già collaborativi ma il compito di supervisione si dovrà mantenere per almeno altri quattro anni, soprattutto per quanto riguarda lo spazzolamento serale. Mentre si dorme, infatti, la saliva diminuisce, lasciando così il cavo orale più asciutto e quindi più suscettibile agli acidi dei residui alimentari e dei batteri. Spetta al genitore, con la collaborazione e le direttive del pediatra, preservare la salute del cavo orale del proprio bambino.
Nei bambini le carie dentali riescono a creare in breve tempo problemi, come malocclusioni, infiammazioni, difficoltà nell’alimentazione e problemi estetici. In particolare, gli studi dimostrano che circa il 60-80% dei bambini è colpito dalle cosiddette “carie precoci”. I piccoli che presentano delle carie hanno un rischio maggiore di svilupparne altre anche sui denti permanenti, ovvero i denti definitivi. Per questo è importante, oltre a trasmettere l’importanza di una corretta e continua igiene orale, cercare di evitare di consolidare abitudini nocive per il bambino, come ad esempio l’uso prolungato di ciuccio (in questo approfondimento spieghiamo come togliere il ciuccio senza stress) o biberon (peggio ancora se ricoperto da zucchero o miele), l’abuso di zuccheri sotto forma di bevande, caramelle o altri dolciumi, oppure, ancora, quella di ciucciarsi il dito, mangiarsi le unghie o mordere oggetti.
In ogni caso è bene fare attenzione ad alcuni fattori che spesso vengono sottovalutati e che invece sono molto importanti per il corretto sviluppo. Ad esempio, durante la fase di crescita, è bene valutare se e da quanto tempo il bambino ha preso l’abitudine di succhiare il ciuccio o il dito. Se prolungata nel tempo, infatti, questa abitudine potrebbe far sviluppare una crescita del palato a forma di “V” che sicuramente creerà malocclusioni dentali, le quali si possono risolvere solo attraverso l’intervento dell’ortodontista. Inoltre, è importante notare se il bimbo respira solo con il naso o si aiuta anche con la bocca, o se respira solo con la bocca: questi ultimi casi, infatti, possono indicare o un problema di adenoidi ingrossate, o uno sviluppo anomalo delle ossa mascellari che creeranno una malocclusione dentale durante lo sviluppo del bambino. Bisogna controllare anche se, quando dorme, il piccolo tende a russare, o addirittura smette di respirare per alcuni secondi, o anche minuti, andando in “apnea”. Se poi presenta anche stanchezza diurna sarebbe meglio contattare il pediatra per valutare se chiedere il parere di uno specialista. Le apnee notturne nei bambini normalmente derivano dall’ingrossamento delle adenoidi, ma possono coinvolgere anche le tonsille: quando tonsille e/o adenoidi sono così grandi che il bambino fa tanta fatica a respirare, può essere necessario l’intervento chirurgico che, però, non sempre è risolutivo.
Attenzione: se per caso si forma una patina bianca o gialla sui dentini vuol dire che il mantenimento dell’igiene orale è stato scarso o non sufficiente. In particolare, se si notano delle linee o dei puntini neri sui denti, oppure denti che sembrano scavati, vuol dire che si è di fronte a un indice di carie; e se si osservano gengive gonfie e arrossate è bene andare il prima possibile dal dentista. Inoltre è importante che i denti escano tutti e, più o meno, nel periodo indicato (vedi la tabella qui sotto), perché, se così non fosse, si potrebbe presentare un problema di malocclusione dentale. Per questo è fondamentale mantenere un continuo contatto con il proprio pediatra, ed è bene essere informati sui vari “campanelli d’allarme” che possono indicare un eventuale problema.
Ecco qualche consiglio utile affinché il bambino non avverta lo spazzolamento orale come qualcosa di sgradevole o negativo: