Anna ha 4 anni, stamattina si è svegliata e ha subito chiesto: «Cosa si fa?». Il papà le ha risposto: «Quello che vuoi, tesoro, si sta in casa. Gioca un po’, mentre io preparo la colazione». Dopo un paio d’ore, però, Anna ha chiesto ancora: «Ma dopo cosa facciamo?». A quel punto mamma e papà hanno deciso che era tempo di fare un programma: giornate normali, scandite da impegni privati e familiari, attività e movimento, come sempre. Questo perché fare ordine rassicura e orienta.
In uno spazio e un tempo conosciuti non occorre mantenere alta la guardia, ci si può dedicare in modo appassionato e approfondito a ciò che si sta facendo, dal momento che siamo sereni rispetto a ciò che accadrà. In queste settimane particolari, inaspettate, invece, occorre più che mai fare ordine per rasserenare i bambini e anche i genitori.
Insieme a vostro figlio, prendete un foglio grande ed elencate a sinistra, nell’ordine che reputate più opportuno, tutte le cose che sapete accadranno nell’arco della giornata: colazione, yoga, giochi da tavolo, igiene personale, compiti, merenda, pittura, film, pranzo, cena eccetera. A fianco di ogni appuntamento disegniamo un orologio stilizzato che indichi l’ora in cui dovrebbe avvenire ognuna di queste attività. Ciò permetterà anche ai più piccoli di confrontare l’orologio disegnato con l’orologio vero (quello di casa) per vedere se corrispondono, dunque anche una buona occasione per avvicinare i bambini all’orientamento temporale e alla lettura dell’ora; a questo scopo, se ne avete la possibilità, sarà bene svolgere questa attività vicino a un orologio a muro o a una sveglia.
Questa programmazione consentirà a vostro figlio di reperire in autonomia le informazioni riguardo a cosa succede in quel momento e cosa invece accadrà dopo.
Il tempo dilatato che siamo costretti a vivere in queste settimane è un’occasione d’oro per rallentare e assecondare il “lento avanzare” dei bambini. Coinvolgerli nelle attività domestiche non sarà difficile e, senza fretta, sarà facile anche favorire la loro autonomia in molte attività di cura personale e dell’ambiente. Facciamo qualche esempio: annaffiare le piante, preparare e sparecchiare la tavola, stendere i panni, caricare la lavatrice, spolverare, piegare la biancheria, caricare e scaricare la lavastoviglie, cucinare eccetera.
Anche in questo caso sarà necessario una programmazione dei turni di lavoro facilmente leggibile sia dai bimbi grandi sia da quelli più piccoli. A questo proposito prendete un foglio e incasellate i giorni della settimana. A sinistra elencate i membri della famiglia coinvolti nel “gioco” (saranno esenti solo i bimbi al di sotto dei 2 anni!). Affidate un simbolo – ad esempio forme geometriche – a ogni compito e illustrate la legenda. Ora è tempo di affidare a ogni membro della famiglia un paio di compiti al giorno, orchestrando il tutto con empatia e furbizia, ovvero tenendo presente bisogni, preferenze e difficoltà dei nostri bambini.
Per chi ha la necessità o l’opportunità di fare smart working da casa organizzarsi è molto importante, dal momento che il lavoro spesso richiede tranquillità e intimità. Chi ha una stanza in più potrà sfruttare questo spazio, facendo però capire ai bambini che «quando mamma o papà sono dentro non vanno disturbati perché hanno bisogno di concentrarsi». Se invece la stanza in più non c’è si può ragionare al contrario: per il tempo necessario al lavoro, l’altro genitore potrà tenere compagnia al bambino negli altri spazi della casa; questo “isolamento” è necessario, perché se il piccolo vede il genitore al lavoro, nel giro di poco tempo vorrà certamente interagire con lui.
In ogni caso è importante che l’ordine venga mantenuto, che non ci siano “sconti” sui turni o cambi di programma non concordati. Se tali variazioni sono necessarie, serve una comunicazione ufficiale in assetto da riunione familiare!
formatrice, pedagogista e autrice, progetta e coordina servizi per la prima infanzia e svolge corsi di formazione per insegnanti e genitori sulla pedagogia montessoriana. Autrice del libro Qui abita un bambino edito da Uppa Edizioni, cura la rubrica "Tra il dire e il fare" su Uppa.