In cosa consiste il metodo Montessori? Prima di rispondere a questa domanda dovremmo fare chiarezza su un punto: quando parliamo di Maria Montessori, più che di metodo educativo dovremmo parlare di filosofia. Vediamo assieme perché.
Donna dalle mille doti (filosofa, pedagogista, dottoressa, designer, curatrice, progettista, femminista), attraverso il suo lavoro e i suoi testi – densi, profondi, completi, che guardano al bambino nella sua complessità e unità – Maria Montessori ispirò, e continua ancora oggi a ispirare, educatori, genitori, puericultrici, architetti, dirigenti e, naturalmente, insegnanti del nido, della scuola dell’infanzia, di quella primaria e delle scuole superiori. Il suo contributo più importante fu quello di sensibilizzare gli adulti a cambiare il proprio sguardo verso l’infanzia. Il bambino di Maria Montessori è una “persona” dotata di competenze da sviluppare in modo autonomo, che scopre sé stesso e il mondo nel proprio ambiente educativo – un ambiente preparato – attraverso l’azione, accompagnato da un adulto attento, delicato, umile, paziente, responsabile, serio, attivo e curioso.
Virgolettiamo il termine “gioco” perché difficilmente lo ritroverete tra le pagine dei libri di Maria Montessori (dove si descrive cos’è il metodo Montessori e come funziona). Per quale motivo? Non certo perché nel metodo Montessori i giochi non siano contemplati o perché i bambini non debbano giocare nel senso in cui tutti immaginiamo (esistono moltissimi giochi Montessori “fai da te”: giochi Montessori per il neonato, per i bimbi di 2 anni, e a salire di età), ma piuttosto perché il significato della parola “gioco” può far fraintendere l’azione del piccolo. Il termine deriva dal latino iŏcus (scherzo, burla) ma l’attività libera del bambino tutto è fuorché uno scherzo. Il bambino svolge le sue azioni con serietà: infila un bottone nella scatola per affinare la sua manualità, così come impila i cubi della “torre rosa” per sperimentare il concetto di “grande” e di “piccolo”. Attraverso l’uso delle mani il piccolo crea la sua intelligenza, tant’è che Montessori definì la mano un “organo psichico”.
Ecco una serie di giochi e attività Montessori che il bambino può svolgere a casa. Gli stessi, all’interno delle scuole vengono suddivisi e raggruppati per aree di interesse: vita pratica, fine motorio, sensoriale, arte plastica, educazione cosmica, lettura, scrittura e matematica. Occorre pensare alla progettazione e all’allestimento individuando un contenitore (vassoio o scatola) che contenga tutto ciò che serve per svolgere l’attività, dopo di che va scelto un posto in cui riporre il tutto, in modo che sia visibile e raggiungibile autonomamente dal bambino.
In moltissime scuole è facile incontrare arredi Montessori a misura di bambino (arredi che possono essere riproposti anche nella camera montessoriana a casa). Tavolini, sedioline, piccoli lavelli e gabinetti, panchette per il cambio delle scarpe e così via. Vediamo nel dettaglio che caratteristiche devono avere.
Si tratta di tavoli di piccole dimensioni che servono a far avvicinare i bambini alla vita pratica e ad alcune abilità importanti da applicare ogni giorno a casa o a scuola.
Maria Montessori progettava gli arredi a partire dal loro uso: sedie, tavoli e sgabelli dovevano essere facilmente trasportabili dai bambini per poter allestire gli spazi a loro piacimento, oltre che per prendersene cura (ad esempio, portarli all’angolo dei “grandi lavaggi” nell’area della vita pratica).
All’interno delle scaffalature aperte, si possono inserire vassoi contenenti attività a vista e a disposizione dei bambini durante tutta la giornata. Il materiale esposto in ambiente richiama l’interesse del bambino, portandolo a svolgere un’attività individuale, o di gruppo se ne sente il desiderio.
Per “letti Montessori” si intendono letti bassi che permettano al bambino di sentirsi libero di scendere e salire già prima dell’anno di età. Ad oggi la progettazione di letti che si ispirano alla pedagogia Montessori sono svariati, ciò che va ricercato è: materiale di alta qualità, sicurezza (assenza di colle, verniciature, viti), la presenza di una discesa facilitata sul lato lungo.
Oltre agli arredi, il materiale esposto all’interno degli ambienti Montessori “richiama” l’interesse del bambino portandolo a svolgere attività individuali o in piccoli gruppi se e quando ne sente il desiderio. Il materiale Montessori ha uno scopo e una presentazione precisi: favorire la concentrazione e allontanare la dispersione di energie. Ecco di seguito alcuni esempi di materiali scientifici Montessori.
Si tratta di una scatola contenente tutte le lettere dell’alfabeto in più copie, suddivise in singoli scomparti. Le lettere sono in legno e di due colori: rosso per le vocali, blu per le consonanti. Con tali lettere i bambini sperimentano le prime costruzioni delle parole.
Dieci cubi, tutti dello stesso colore, in legno, che avvicinano sin dai 18 mesi il bambino al concetto di grande e piccolo. Il rapporto tra i cubi è scientifico: il più piccolo sta dieci volte esatte nel più grande, e senza esserne consapevole il bambino si allena a lavorare sulla scala decimale già in tenera età.
Una serie di forme geometriche piane dotate di pomello centrale (in questo modo sono facilmente afferrabili e trasportabili sul foglio), contenute all’interno di una cornice quadrata, avviano il bambino al disegno, al tratteggio, alla gestione del contorno, al controllo della matita e dello spazio sul foglio. È un materiale di prescrittura e propedeutico al disegno libero.
Per avvicinare i bambini alla matematica, Maria Montessori scelse la perla, un materiale prezioso, raro, da custodire; ciò ci fa ben comprendere l’amore che la Dottoressa riservava nella scelta del materiale per i suoi bambini e quanto la loro crescita intellettiva fosse per lei preziosa. Le perle si presentano sciolte per contare l’unità, legate “a bastoncino” per trattare le decine, “a cubo” per mostrare le centinaia, diventano “catena del 1000” e rimangono appese in classe a luccicare e attrarre i bimbi sin dai 3 anni d’età.
Questi e altri materiali necessitano di uno studio approfondito da parte delle maestre, affinché possano essere utilizzati per la didattica. Di certo non è consigliato farne un uso improprio, ad esempio in casa o in altro luogo non idoneo.
Vengono invece erroneamente attribuiti a Maria Montessori moltissimi materiali, giochi, rituali e arredi: a volte solo perchè in legno, altre volte perchè assomigliano o ricordano materiali scientifici da lei progettati. Proprio per questo è molto facile trovare strane diciture come “alberi di natale Montessori”, “pannello o tavola sensoriale Montessori”, “barattolo della calma Montessori”. A questo proposito è necessario chiarire che esistono materiali scientifici di cui Maria Montessori parla nei suoi testi (ne descrive nei minimi dettagli aspetto, caratteristiche, scopi e utilizzi) e altri che non lo sono ma che possono definirsi di ispirazione montessoriana qualora rispettino alcune caratteristiche, ovvero:
Così come l’ambiente Montessori (la casa come la scuola), anche i materiali Montessori favoriscono la concentrazione del bambino destando lui l’interesse e, di conseguenza, l’apprendimento. Per questo è importante che siano belli, adatti, in ordine, puliti, integri, “intelligenti”.
Abbiamo visto tanti pro del metodo Montessori, e i contro? La forza della pedagogia montessoriana sta proprio nella sua scientificità: Maria Montessori strutturò il suo pensiero, i materiali, l’arredo e il ruolo dell’educatore a partire dall’osservazione scientifica del bambino. Per questo è facile trovare riscontro della validità delle sue soluzioni. Ciò che va sottolineato – e che spesso viene dimenticato – è che adottare un’educazione montessoriana richiede molto impegno, costanza, umiltà e pazienza: il bambino va osservato per essere compreso, l’ambiente va messo in discussione ogni volta che non si dimostra funzionale, l’adulto deve farsi discreto, allentare il giudizio, il possesso e la direttività. A volte, impropriamente si pensa alla libertà del bambino come a un’assenza di regole, o all’autonomia come inutilità dell’obbedienza. Ma il discorso è molto più complesso e leggendo con cura e attenzione le parole di Maria Montessori è facile intuirlo.
Si può adottare il metodo Montessori a casa? Come accennato all’inizio dell’articolo, il metodo Montessori definisce una filosofia di vita, uno sguardo sull’infanzia, e pertanto la risposta non può che essere affermativa. La casa può farsi luogo di esercizio, di sviluppo dell’autonomia e dell’indipendenza se pensata e organizzata a favore dei più piccoli e di tutta la famiglia. L’attenzione va posta nella definizione delle routine, nella gestione degli spazi e nell’allestimento dei materiali: i bambini a casa non devono trovare l’ambiente scolastico montessoriano, ma un ambiente domestico caldo, oggetti quotidiani, materiale e giochi fai da te. A casa i bambini dovrebbero stendere, rifare il letto, piegare la biancheria, preparare la tavola, lavare la verdura, tagliarsi le unghie, spazzare, lavare i vetri, leggere, disegnare, stirare, annaffiare le piante, raccogliere le foglie in giardino: tutte attività domestiche nelle quali coinvolgere i più piccoli affinché si autoeduchino all’indipendenza, alla responsabilità, al controllo del corpo e della mano, al senso di comunità e di rispetto e cura dell’ambiente.
Il segreto dell’infanzia è il testo di Maria Montessori in cui possiamo ritrovare la sua idea dell’inizio della vita: la necessità di custodire, rispettare, proteggere una creatura che possiede tutto il potenziale per autoeducarsi se immerso in un ambiente accogliente, adatto, stimolante. All’inizio della vita i bambini pongono le basi per tutto lo sviluppo futuro in termini di relazione, autonomia, autostima, fiducia, competenza. Maria Montessori chiama il neonato “embrione spirituale” per farci comprendere quanto la sua mente, dal primo respiro in avanti, proprio come l’embrione nel ventre materno, necessiti di condizioni favorevoli e facilitanti per svilupparsi al meglio. Montessori ci insegna che il bambino, meglio di chiunque altro, può indicarci la via da seguire per stargli accanto nel modo migliore.
Il bambino 0-3 anni è un bimbo esploratore che necessita di un ambiente da scoprire con l’uso dei cinque sensi. I materiali proposti dovranno essere belli, curati, affascinanti, realizzati con materiale naturale e di “forte personalità”, come ad esempio il legno, la ceramica, il vetro, il metallo. Le esperienze che i bambini vivranno in questo periodo della vita porranno le basi per la loro crescita, il loro vocabolario sensoriale potrà farsi ampio e ricco tanto maggiori e migliori saranno state le esperienze sensoriali vissute. L’adulto dovrà percepirsi quale regista e curatore dell’ambiente più che animatore o intrattenitore, farsi gentile, amorevole e discreto.
Il bambino dai 3 ai 6 anni vive la scuola dell’infanzia, che Maria Montessori chiamava “casa dei bambini”, luogo privilegiato in cui dare ordine alle informazioni raccolte dall’ambiente negli anni precedenti. Questo arco temporale vede il bambino classificare la conoscenza e affinare le competenze acquisite nel primo triennio: manualità, coordinamento motorio, linguaggio, relazione.
I materiali scientifici accompagneranno il bambino nell’approfondimento della cultura: botanica, biologia, fisica, astronomia, così come la scrittura, la lettura e la matematica. I materiali saranno il tramite tra la maestra e il bambino, il quale non riceverà un insegnamento ma sarà piuttosto accompagnato da un “facilitatore” (il maestro) alla conquista di nuove conoscenze.
Dai 6 anni il bambino entra nel secondo periodo dello sviluppo: il piano dell’astrazione. Inoltre i 6 anni segnano anche l’ingresso nel periodo della cooperazione, dello scambio, del rapporto tra pari. Il metodo Montessori alla scuola primaria prevede che la libertà, l’autonomia e la responsabilità vengano garantite ai bambini in ogni fase della giornata. Il bambino verrà educato a partire dai suoi interrogativi e dagli stimoli provenienti dai compagni, dal mondo esterno, dalle esperienze e dall’adulto, che in questo periodo dello sviluppo si fa più che mai modello e guida.
Ecco per voi una selezione di frasi pronunciate da Maria Montessori nel corso della sua vita:
formatrice, pedagogista e autrice, progetta e coordina servizi per la prima infanzia e svolge corsi di formazione per insegnanti e genitori sulla pedagogia montessoriana. Autrice del libro Qui abita un bambino edito da Uppa Edizioni, cura la rubrica "Tra il dire e il fare" su Uppa.