Un comunicato pubblicato questa mattina sul sito ufficiale della Società Italiana di Pediatria (SIP), riporta la presa di posizione del Presidente, Giovanni Corsello, sulle coppie omogenitoriali:
“Non si può infatti negare, sulla base di evidenze scientifiche e ragionamenti clinici, che una famiglia costituita da due genitori dello stesso genere può costituire un fattore di rischio di disagio durante l’infanzia e l’adolescenza, quando il confronto con i coetanei e le relative ricadute psicologiche, diventano elemento decisivo sul piano relazionale.”
L’affermazione non è accompagnata dalla citazione di fonti scientifiche che possano sostenerla e perciò deve essere considerata solo un’opinione personale del presidente della SIP.
Due autorevoli fonti, la rivista “Medico e Bambino” (in un articolo pubblicato sul n. 2/2015 p. 15) e l’Associazione Americana di Psicologia, dicono cose molto diverse da quelle che afferma Corsello: il benessere psicofisico dei bambini non è correlato con l’orientamento sessuale dei genitori, ma dipende dalla relazione che i genitori stessi hanno con i propri figli, i figli di padri gay o madri lesbiche hanno la stesse opportunità di sviluppo dei bambini con genitori eterosessuali.
Rimane comunque un aspetto da considerare: come si legge nell’articolo di Medico e Bambino citato sopra:
“esistono delle condizioni di “svantaggio” nel crescere all’interno di una famiglia omogenitoriale, e queste sono riconducibili sostanzialmente al pregiudizio e allo stigma sociale, ovvero all’omofobia, a cui queste famiglie possono andare incontro.”
Noi di Uppa, che pure siamo pediatri, non ci riconosciamo perciò nella posizione della Società Italiana di Pediatria. Ci sembra invece che l’attenzione dell’opinione pubblica e il cuore del dibattito non dovrebbero essere puntati sull’opportunità o meno dell’adozione formale di un bambino da parte di una coppia omogenitoriale, ma piuttosto sulla necessità di assicurare a ciascun bambino, qualunque sia la sua famiglia di appartenenza, le migliori condizioni affettive, sociali ed educative, nel rispetto delle differenze che esistono fra le persone.
Siamo convinti che la diversità sia una ricchezza, un’opportunità, e crediamo che il dibattito pubblico debba concentrarsi su come valorizzare tale ricchezza. Le istituzioni hanno la responsabilità di assolvere a questo compito, i bambini il diritto a essere tutelati, sempre.
Ha girato il mondo a piedi, in bici e sul pedalò, fino a quando ha scoperto l’editoria e il marketing: dopo aver ricoperto i ruoli di redattore prima e di responsabile marketing poi, è diventato CEO di Uppa nel 2017.