La ricerca di un figlio in alcuni casi si configura come un percorso articolato. Il numero di coppie che tentano il concepimento in modo naturale senza successo è cresciuto nel corso degli anni, ma allo stesso tempo, grazie alla diffusione di tecniche come la fecondazione assistita, la possibilità di avere un figlio non è più un traguardo lontano.
La fecondazione assistita o artificiale è una tecnica medica che ha l’obiettivo di favorire la fecondazione dell’ovulo da parte dello spermatozoo. Fa parte degli interventi di procreazione medicalmente assistita, cioè quell’insieme di procedure di tipo medico e di laboratorio che hanno lo scopo di consentire alle coppie con problemi di fertilità di concepire un bambino.
Negli ultimi anni il numero di coppie che ricorrono alla fecondazione artificiale è aumentato notevolmente, e ciò è dovuto sia alla maggiore frequenza dei problemi di fertilità maschili e femminili, legati a cause di varia natura (alla base dell’infertilitá possono esserci una miriade di problematiche, dalle malformazioni dell’apparato genitale fino a disordini di natura ormonale), sia all’aumento dell’età media delle donne che vanno incontro alla prima gravidanza (sempre più vicina ai quarant’anni).
La fecondazione assistita non va confusa con la procreazione medicalmente assistita. È infatti importante sottolineare che c’è una grossa differenza fra questi due termini. Quando si parla di procreazione medicalmente assistita ci si riferisce a tutte le metodiche (chirurgiche, ormonali, farmacologiche eccetera) che favoriscono il concepimento di un bambino; fra queste troviamo anche (e non solo) la fecondazione assistita.
In particolare, come spiegato anche sul sito della SIAMS (Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità), le tecniche di procreazione assistita vengono classificate in tecniche di primo livello, rappresentate dall’inseminazione artificiale, e tecniche di secondo e terzo livello, nelle quali gli ovuli vengono prelevati dall’apparato riproduttivo della donna e fecondati in vitro.
Tra le tecniche di secondo livello troviamo tutte quelle di fecondazione in vitro, dalla FIVET (fecondazione in vitro con trasferimento dell’embrione) alla ICSI (iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi), che consiste nell’inserimento dello spermatozoo all’interno della cellula uovo.
Nelle tecniche di terzo livello, il prelievo di ovuli viene effettuato in anestesia totale e prevede un intervento chirurgico in laparoscopia.
L’obiettivo della fecondazione assistita o artificiale è quello di facilitare l’incontro dell’ovulo con lo spermatozoo e quindi la fecondazione.
L’inseminazione artificiale o inseminazione intrauterina rappresenta la tecnica principale di fecondazione assistita e consiste nell’inserimento dello sperma all’interno dell’apparato genitale femminile.
Nell’inseminazione artificiale, il seme maschile (spermatozoo), già trattato in laboratorio, viene inserito all’interno dell’utero della donna allo scopo di favorire l’incontro con l’ovulo.
Prima di avviare questa procedura è fondamentale aver effettuato un attento monitoraggio del ciclo femminile e quindi della maturazione del follicolo. Se ciò non è possibile, oppure se la donna presenta problemi di ovulazione, si può ricorrere alla stimolazione di questo processo (che permette alla cellula uovo di maturare) attraverso l’assunzione di farmaci come il clomifene o altre molecole ormonali, che vengono somministrati per un arco di tempo di 15 giorni (durata di una normale ovulazione).
L’inseminazione può essere di tipo “omologo”, quando le cellule (ovulo o spermatozoo) appartengono a entrambi gli individui della coppia, o “eterologo”, se una delle due cellule appartiene a una persona esterna alla coppia, che viene chiamata “donatore”. Si può ricorrere sia alla donazione dell’ovulo (ovodonazione), sia dello sperma.
Nel nostro paese l’inseminazione assistita di tipo omologo è una pratica sicura, autorizzata dalla Legge Italiana, e a cui tante coppie ricorrono da ormai diversi anni. Per quanto riguarda invece l’inseminazione, e più in generale le tecniche di fecondazione eterologa, queste erano assolutamente vietate in Italia fino a qualche anno fa. Oggi invece la donazione dei gameti (ovuli o spermatozoi) da parte di una persona esterna alla coppia è possibile, ma solo se sono presenti dei problemi di sterilità o infertilità irreversibili che riguardano uno dei due componenti della coppia.
La legge italiana non consente invece il ricorso all’inseminazione artificiale alle donne single, al contrario di altri stati europei come la Spagna o l’Inghilterra.
I costi di un’inseminazione artificiale variano a seconda della struttura e in base alla necessità o meno di eseguire un’induzione dell’ovulazione attraverso l’assunzione di farmaci. I dati aggiornati al 2018 mettono in evidenza tariffe di base pari a circa 700 euro per una procedura di inseminazione presso centri privati. A tale cifra vanno inoltre sommati i costi relativi alle ecografie e alle visite di controllo necessarie per il monitoraggio dell’eventuale fecondazione. Tale costo aumenta notevolmente se si ricorre alla donazione del seme.
Nel settore pubblico i costi della fecondazione assistita sono minori, ma le liste d’attesa sono molto più lunghe (si può attendere anche per più di 12 mesi).
I numeri dell’inseminazione artificiale in Italia parlano chiaro: si tratta della tecnica di procreazione medicalmente assistita più scelta dalle coppie.
La fecondazione in vitro include tutte quelle tecniche che consentono di unire in laboratorio l’ovulo con lo spermatozoo, allo scopo di ottenere embrioni già fecondati da trasferire nell’utero. In questa categoria rientrano la FIVET e la ICSI.
Cos’è la FIVET? Si tratta di una tecnica di fecondazione in vitro nella quale l’embrione “concepito” in provetta viene trasferito nell’utero per essere impiantato (embryo transfer). Viene scelta nei seguenti casi:
Nella FIVET il primo passo consiste nella somministrazione di farmaci attraverso iniezioni giornaliere che provocano la crescita di più ovuli (ovulazione multipla). Durante questo processo, che dura circa 14 giorni – come una normale ovulazione –, vengono realizzate varie ecografie (circa tre-quattro) e analisi del sangue, per verificare l’evoluzione della stimolazione.
Quando i follicoli raggiungono le dimensioni adeguate, si somministra un ormone (hCG) per indurre la maturazione degli ovuli, e 36 ore dopo si realizza il prelievo (detto pick-up), che si fa generalmente in day hospital. Questi ovuli vengono fecondati in provetta per formare degli embrioni: uno di questi viene trasferito nell’utero, mentre gli altri vengono conservati in ghiaccio (crioconservazione).
Nella FIVET le percentuali di successo in termini di annidamento dell’embrione impiantato e avvio di una gravidanza dipendono molto dall’età della donna e variano dal 40-60% nelle donne di età compresa fra 35 e 39 anni al 20% circa nelle donne di età superiore ai 41 anni.
I costi della FIVET sono molto più alti rispetto ad altre tecniche di procreazione medicalmente assistita: variano dai 4.000 ai 6.000 euro e oltre se si ricorre a FIVET eterologa.
L’ICSI o “microiniezione intracitoplasmatica” dello spermatozoo è un’altra tecnica di fecondazione in vitro che prevede l’iniezione del singolo spermatozoo direttamente nell’ovulo grazie a una micropipetta. Questa tecnica, detta anche inseminazione in vitro, viene preferita alla FIVET – sempre previa valutazione del medico specialista – nei casi di infertilità maschile, in particolare quando gli spermatozoi sono poco attivi e mobili, o in caso di impiego di ovuli crioconservati.
La scelta di ricorrere a una specifica tecnica di procreazione assistita viene in ogni caso fatta sotto la guida di un medico specialista del settore, che, in base ai problemi della coppia, si occuperà di esaminare tutta la documentazione, prescrivere accertamenti e indicare il tipo di procedura e l’eventuale necessità di un prelievo chirurgico degli spermatozoi.
calabrese, dopo la laurea in Medicina e chirurgia, conseguita presso l’Università di Messina, inizia il proprio percorso di formazione specialistica in Pediatria presso lo stesso Ateneo. Durante gli anni della scuola di specializzazione approfondisce le proprie conoscenze nel settore delle malattie endocrine dell’età infantile frequentando il Centro di Endocrinologia pediatrica del Policlinico Universitario di Messina. È autrice di diverse pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali e internazionali. Dal 2019 scrive per Uppa.