Il fluoro è un minerale presente nello smalto, la sostanza bianca e resistente che riveste la superficie dei denti difendendoli dall’azione dei batteri che provocano la carie. È contenuto soprattutto nell’acqua potabile. Sono molti anni che si discute dell’utilità di somministrare del fluoro ai bambini per rinforzare lo smalto dei denti che hanno (e di quelli che avranno) rendendo la carie meno probabile.
I sostenitori della “fluoroprofilassi” consigliano, almeno nelle zone in cui l’acqua potabile non contiene una quantità sufficiente di questo minerale, un supplemento di fluoro a partire dalla nascita e per un lungo periodo di tempo; alcuni ritengono che il fluoro andrebbe somministrato già in gravidanza, in maniera che entri nella composizione degli abbozzi dei denti che, seppure minuscoli, esistono già nel feto e nel neonato.
Negli anni la questione è stata oggetto di dibattito nella comunità scientifica, e le linee guida pubblicate a tale proposito sono state riviste diverse volte. Abbiamo raccontato questa storia nel dettaglio sul numero 3/2015 di Uppa.
La più recente Linea Guida, promossa dal Ministero della Salute, dice che:
«L’effetto preventivo post-eruttivo del fluoro, ottenuto attraverso la via di somministrazione topica, è considerato più efficace rispetto a quello pre-eruttivo ottenuto attraverso la via di somministrazione sistemica (…). Il dentifricio fluorato, quindi, rappresenta un mezzo di somministrazione di primaria importanza nella prevenzione della carie».
Quindi, in conclusione possiamo dire che l’uso locale del fluoro (dentifrici, vernici, soluzioni) è la modalità raccomandata per la prevenzione della carie e non la somministrazione orale.