La gengivite nei bambini è una condizione comune caratterizzata da infiammazione e fastidio delle gengive. Spesso si crede che sia dovuta solo all’eruzione dei denti o a una scarsa igiene orale, ma quasi sempre si tratta di forme infettive più complesse che richiedono cure particolari. Riconoscere queste condizioni e trattarle tempestivamente può aiutare ad alleviare i sintomi e velocizzare la guarigione.
In questo articolo chiariremo cos’è la gengivite e come si manifesta, le cause principali, le possibili cure e come prevenirla.
Riconoscere la gengivite nei bambini a volte può essere complicato, soprattutto perché i sintomi iniziali possono essere poco evidenti e confusi con altre manifestazioni orali. Tuttavia, con un occhio attento è possibile notare i primi sintomi della gengivite nel bambino.
Uno dei primi segnali è l’arrossamento: se le gengive del bambino, che normalmente sono rosa chiaro, diventano rosse o violacee, potrebbe esserci un’infiammazione in corso. Inoltre, le gengive infiammate tendono a gonfiarsi apparendo più grandi e sporgenti. Questo rigonfiamento può causare dolore o fastidio al bambino, specialmente durante i pasti o durante la pulizia dei denti.
In caso di gengivite, anche un leggero contatto può provocare sanguinamento, segno che il cavo orale è molto irritato. L’alitosi (alito cattivo) è un’altra delle caratteristiche della gengivite dei bambini, ed è dovuta alla proliferazione dei batteri nella bocca.
Forme più severe di gengivite, come la gengivite erpetica (anche detta gengivostomatite erpetica), presentano sintomi aggiuntivi, ovvero vesciche dolorose all’interno della bocca e sulla lingua, che si aprono formando piccole afte o ulcere. Queste lesioni possono rendere difficile il consumo di cibo e bevande, provocando disidratazione se il bambino evita di bere a causa del dolore. Anche la saliva stessa può irritare le afte, per cui spesso i bambini presentano scialorrea (una salivazione abbondante che scola dalla bocca).
La gengivostomatite erpetica è spesso accompagnata da febbre, malessere generale e gonfiore dei linfonodi del collo. La febbre può essere alta (con picchi >39°C) e può durare in media quattro-cinque giorni, sino a un massimo di 10 giorni circa. L’infiammazione delle gengive e le afte durano più giorni rispetto alla febbre e costituiscono l’aspetto più fastidioso della malattia. I bambini colpiti possono essere contagiosi per 10 giorni circa.
I sintomi che complicano la gengivite, soprattutto il rifiuto del cibo e dei liquidi, devono essere riconosciuti in modo tempestivo e spingere verso il consulto del pediatra di fiducia. La complicazione più frequente e temuta è infatti la disidratazione, che si manifesta con labbra secche, poca pipì, pianto senza lacrime. Nella gengivostomatite erpetica è molto importante evitare il contatto delle mani con gli occhi, in quanto il contagio oculare può essere potenzialmente molto pericoloso.
I cambiamenti normali che subiscono le gengive durante la dentizione non devono essere confusi con la gengivite. Prima che un dente spunti, infatti, la gengiva può gonfiarsi e apparire più chiara. Quando il dente emerge, il bordo della gengiva si solleva e può apparire leggermente gonfio e arrossato. Questi cambiamenti a volte, ma non sempre, possono essere fastidiosi e irritare il bambino, ma sono fenomeni naturali e non comportano problemi di salute.
Le cause della gengivite nei bambini variano a seconda dell’età e delle condizioni orali. Nei bambini esistono principalmente due forme:
Altre forme di gengivostomatite virale possono essere causate da vari tipi di virus, tra cui i coxsackie virus e gli enterovirus (come nella sindrome bocca, mani, piedi).
La dieta gioca un ruolo importante nel contribuire alla formazione della gengivite. Un’alimentazione ricca di zuccheri e carboidrati raffinati favorisce la crescita dei batteri nella bocca. Se il bambino consuma spesso dolci o bevande zuccherate, il rischio di gengivite aumenta notevolmente. Allo stesso modo, anche le carie sono un fattore di rischio molto importante.
Anche l’assunzione insufficiente di frutta e verdura può ridurre la salute complessiva delle gengive, poiché questi alimenti contribuiscono a mantenere i denti puliti e forniscono le vitamine necessarie per mantenere il tessuto gengivale sano. I bambini con disabilità (disordini psicomotori, paralisi e malattie sindromiche) possono sviluppare con più facilità la gengivite, dato che le pratiche di igiene orale sono molto difficoltose.
Gli apparecchi ortodontici modificano l’allineamento dei denti e rendono la pulizia più difficile. Anche le malocclusioni e i sovraffollamenti dei denti possono rendere più facile l’accumulo della placca dentale e le gengiviti.
Esistono infine condizioni mediche rare che possono causare l’infiammazione delle gengive: carenza di vitamina C (lo scorbuto), patologie autoimmuni, scarsa produzione di saliva (xerostomia). La saliva ha infatti un ruolo molto importante nella prevenzione delle infezioni, poiché aiuta a rimuovere i batteri dalla bocca. Quando la produzione di saliva è ridotta, aumenta il rischio di sviluppare gengiviti.
Conoscere perché viene la gengivite ai bambini può facilitare la prevenzione e permetterci di affrontarla nella maniera corretta.
Il trattamento della gengivite dipende dalla sua causa e dalla gravità della condizione. Per la gengivite causata dalla placca batterica, il miglioramento dell’igiene orale è il primo passo per la guarigione.
Nei casi più severi, potrebbe essere necessario l’intervento del dentista per una pulizia professionale, soprattutto se è presente tartaro (placca calcificata che non può essere rimossa con il semplice spazzolamento). Durante la visita, il dentista può rimuovere la placca e il tartaro accumulati e fornire consigli su come far passare la gengivite. Nei casi di gengivite severa, il dentista potrebbe prescrivere un collutorio antibatterico o un trattamento antibiotico per ridurre l’infiammazione e combattere l’infezione.
Nel caso della gengivostomatite erpetica, il trattamento è più complesso. In questi casi, infatti, le cure per la gengivite nei bambini includono le seguenti soluzioni:
Mantenere una buona idratazione è essenziale. Si può usare un cucchiaino, una tazza o una siringa (senza ago) per somministrare i liquidi.
Nei casi di rifiuto totale si corre il rischio di disidratazione e si rende necessaria l’ospedalizzazione per la somministrazione di liquidi endovena.
La prevenzione della gengivite richiede uno sforzo congiunto tra genitori e bambini. Insegnare ai figli l’importanza di una corretta igiene orale fin dai primi anni di vita è fondamentale. Per aiutare i più piccoli ad accettare la routine di lavarsi i denti, può essere utile mettersi davanti allo specchio e mostrare cosa fanno mamma e papà. L’imitazione è infatti una forte spinta per provare nuove esperienze: dopo qualche tentativo, saranno i bambini stessi a voler prendere lo spazzolino per giocare insieme.
Coinvolgerli in modo giocoso e naturale nella routine dell’igiene orale può fare una grande differenza. È anche un approccio positivo che evita la forzatura, rendendo il lavaggio dei denti un’attività condivisa e divertente.
Secondo le linee guida ministeriali, i genitori devono assicurarsi che il bambino spazzoli i denti almeno due volte al giorno e che usi il filo interdentale per rimuovere i residui di cibo tra i denti. Insegnare al bambino la corretta tecnica nell’uso dello spazzolino e del filo interdentale è essenziale per evitare che la placca si accumuli e provochi ulteriori infiammazioni.
Altri accorgimenti utili per la prevenzione sono:
Infine, valutazioni regolari dal dentista pediatrico sono indispensabili. Anche se il bambino non presenta sintomi evidenti di problemi dentali, le visite di controllo permettono di individuare precocemente eventuali segni di gengivite e di intervenire tempestivamente.