Oltre alle famiglie che possiedono un giardino o un grande terrazzo dove i bambini possono correre, saltare, fare le capriole e altri giochi, ci sono anche molte famiglie che, spesso in città, abitano in appartamenti dove al massimo hanno a disposizione un piccolo balcone, o magari neanche quello. E magari in queste famiglie coabitano più bambini, che durante la quarantena forzata hanno lo stesso bisogno di fare attività, muoversi e impegnare il corpo dei loro coetanei che hanno a disposizione uno spazio esterno.
Dall’inizio della vita sono quattro le strade parallele di sviluppo che forniscono ai bambini le competenze di base per la conquista dell’autonomia e diventare grandi: il movimento, la manualità fine, il linguaggio e la socialità. Soddisfare la “fame psichica” relativa al linguaggio e alla manualità può essere relativamente semplice anche in uno spazio chiuso come quello domestico, mentre per quanto concerne il movimento e la socialità occorre prestare attenzione, soprattutto in questo particolare periodo storico, per trovare il modo di soddisfare questi bisogni anche in condizioni non ottimali.
In questo articolo ci concentreremo sul bisogno di movimento, che per grandi e piccini è una necessità vitale e degna di tutela. Come possiamo offrire occasioni di movimento in spazi stretti che consentano ai bambini di rispondere al loro naturale e legittimo bisogno di fare esercizio fisico? Ecco alcuni suggerimenti.
In questo momento potrebbe essere utile, se non addirittura necessario, fare una deroga per quanto riguarda le regole di utilizzo degli spazi di casa. Ad esempio, il divieto (legittimo e condivisibile) di prendere in prestito i cuscini del divano e le coperte del letto per fare una “tana” o di utilizzare tavoli e sedie per costruire percorsi motori, potrebbe risultare troppo severo e impraticabile nel periodo di restrizione in cui stiamo vivendo. Allo stesso tempo, concedere ai bambini di svolgere giochi come quelli appena elencati, consentirebbe loro di impegnarsi in attività che richiedono tempo e grande investimento di energie, di cui spesso i genitori sono carenti.
Recuperando lenzuola, cuscini, bastoni, sedie e tavolini, mollette da bucato, catini e pupazzi è possibile offrire ai bambini l’occasione per costruirsi una tana, un luogo “su misura” dove giocare a “fare finta che” e inscenare e rielaborare vissuti e relazioni. Più il materiale offerto sarà destrutturato, ovvero grezzo, maggiore sarà la loro possibilità di interpretazione: la fantasia potrà fluire in modo più libero e spontaneo e dirigersi verso luoghi magari imprevedibili!
Quando ero maestra presso una scuola dell’infanzia, c’era un bambino che spesso si impegnava autonomamente nei “grandi lavaggi”. Quando percepiva, magari in una giornata di pioggia che rendeva impraticabile il giardino, il bisogno di fare esercizio fisico, si procurava una bacinella, una spugna e uno straccio e insaponava, sciacquava e asciugava tavoli, sedie e grandi superfici. Al termine di quel suo grande lavoro era soddisfatto e rilassato.
L’attività appena descritta può offrire ai bambini chiusi in casa l’occasione di muovere le braccia, le gambe e il corpo intero. Consentitegli di scegliere del mobilio (sedie, tavolini…), fategli allestire a terra un telo o un tappetino con sopra una bacinella, una brocca, una saponetta (o, se il mobile ha delle superfici in vetro, un prodotto apposito), una spugna e alcuni panni per asciugare. Mostrategli infine le azioni necessarie, nella giusta sequenza, per svolgere l’attività e lasciateli lavorare per tutto il tempo che desiderano.
Con un po’ di nastro carta tracciate sul pavimento un grande rettangolo, che stabilirà il percorso da seguire. Recuperate un tamburello (o delle maracas) e il divertimento può iniziare. Qualcuno si occuperà di dettare il ritmo della camminata percuotendo il tamburello: lenta, normale, veloce, velocissima… Al segnale convenuto (un campanello, un battito di mani) la camminata potrà procedere all’indietro, a un altro suono si dovrà invece saltare a pie’ pari e così via.
Questa attività consentirà a grandi e piccini di mettersi in gioco sul coordinamento motorio, sulla capacità di seguire un ritmo e rispettare delle istruzioni, faciliterà la concentrazione e l’attenzione.
Per questo gioco, adatto dai 4 anni in su, occorrono tre giocatori. Due si sfidano e uno farà il “banditore di sequenze”.
Ritagliate 10 rettangoli di carta (circa 20×10 cm) e scriveteci sopra i numeri da uno a cinque (ogni numero va scritto su due rettangoli). Con del nastro adesivo, fissate i rettangoli a terra su due file parallele, facendo in modo che i rettangoli che riportano lo stesso numero siano uno di fronte all’altro. Ognuno dei due sfidanti sceglie la propria fila e si posiziona, fronteggiando l’altro, davanti alla carta numero tre. A questo punto il banditore detta ad alta voce una sequenza da riprodurre, ad esempio «3-1-4-5!», e i giocatori devono saltellare a pie’ pari sulle cifre nominate rispettando l’ordine con cui sono state presentate. Il gioco si complicherà man a mano che il banditore dirà sequenze sempre più lunghe da memorizzare e riprodurre.
formatrice, pedagogista e autrice, progetta e coordina servizi per la prima infanzia e svolge corsi di formazione per insegnanti e genitori sulla pedagogia montessoriana. Autrice del libro Qui abita un bambino edito da Uppa Edizioni, cura la rubrica "Tra il dire e il fare" su Uppa.