Esistono molti modi per insegnare le tabelline, dai più divertenti a quelli più impegnativi e complessi. Qualsiasi tecnica si scelga per i bambini, resta lo scoglio più difficile: quello di impararle a memoria.
La gran parte degli studiosi sull’argomento sono concordi nel riconoscere l’importanza delle tabelline, fondamentali sia per velocizzare procedure aritmetiche sia come base per gli apprendimenti matematici di ordine superiore. Ma le tabelline non servono solo a questo; possono infatti essere molto utili nella vita quotidiana: dalle attività in cucina, allo shopping, dalla spesa al supermercato, al calcolo del budget domestico. Nel mondo occidentale, inoltre, vengono richieste in numerosi test per il passaggio ai livelli scolastici successivi o per accedere a corsi universitari a numero chiuso.
Sicuramente, come ci ricorda il professore e matematico Giuseppe Rosolini: «Uno bravo con le tabelline non è necessariamente bravo in matematica, e viceversa […] ma le tabelline servono come serve l’alfabeto». Ecco perché la loro importanza andrebbe sempre riconosciuta. Vediamo allora quali sono i metodi migliori per far imparare le tabelline ai bambini.
Il metodo tradizionale per far imparare le tabelline prevede la ripetizione mnemonica delle stesse da parte del bambino per un numero non ben identificato di volte. Questo tipo di metodo richiede notevole impegno e fatica da parte del piccolo e spesso porta a risultati modesti.
Tra i metodi per insegnare le tabelline più utilizzati oggi troviamo quelli che, rispondendo alle scoperte neuroscientifiche sul legame tra movimento e mente, prevedono il coinvolgimento del corpo e delle mani nei processi di apprendimento.
Nelle scuole steineriane, per esempio, le tabelline vengono imparate a passo di marcia o battendo le mani a ritmo. Il metodo psicomotorio, usato anche in alcune scuole montessoriane, prevede invece, l’associazione di una tabellina con un gesto specifico. Secondo questi approcci i bambini trovano il proprio ritmo di movimento e, grazie alla ripetizione e al coinvolgimento del corpo, acquisiscono sicurezza nelle operazioni.
Tra le tecniche per imparare le tabelline troviamo quella utilizzata nei Paesi asiatici, dove viene studiata una tavola simile a quella pitagorica (o tavola delle tabelline), ma contenente la metà dei numeri. Nella tavola cinese vengono eliminati lo 0 e l’1 (venendo dato per assodato che ogni numero moltiplicato per 1 resta uguale a sé stesso e che ogni numero moltiplicato per 0 è uguale a 0) e tutti i calcoli ridondanti della tavola Pitagorica. Così, sfruttando la proprietà commutativa, si insegna fin da subito ai bambini che, per esempio, 3×5=5×3; in questo modo non lo studiano 2 volte e il carico mnemonico passa da 81 a 36 dati.
Altri trucchi per imparare le tabelline, abbastanza utilizzati nelle scuole italiane, sono:
Insegnare le tabelline con il metodo Montessori prevede un lungo percorso che comincia alla Casa dei Bambini, dove gli alunni imparano a conoscere l’operazione della moltiplicazione utilizzando materiali appositi che permettono di comprendere concretamente il processo dell’addizione ripetuta.
Nella scuola Primaria gli studenti continuano a lavorare sul processo della moltiplicazione utilizzando molteplici materiali, poiché l’obiettivo di Maria Montessori era quello di fornire al bambino visioni diverse di uno stesso fenomeno o concetto. In questo modo, imparare le tabelline diventa qualcosa di più complesso della sola ripetizione mnemonica.
Accanto al materiale volto all’acquisizione del “senso del numero”, come direbbe la matematica Jo Boaler, ne troviamo altri volti alla memorizzazione dei prodotti. Tra questi il più noto è la tavola di memorizzazione: una tavoletta quadrata con cento incavi, in ciascuno dei quali si può collocare una perla. In alto, sopra ogni colonna di perle, sono stampati i numeri da 1 a 10. Nella metà della parte sinistra della tavoletta vi è un foro dove è possibile inserire un cartoncino con stampato sopra uno di questi numeri. Questo cartoncino rappresenta il moltiplicando e va cambiato mano a mano che si procede nel calcolo. In alto a sinistra della tavoletta si trova un foro che contiene un gettone da collocare sui numeri. Il gettone cambierà di volta in volta posto seguendo la tabellina in azione. È inoltre presente una scatolina di legno contenente 100 perle sciolte, necessarie per l’esercizio. Facciamo di seguito un esempio…
Se il bambino deve moltiplicare 3 per 1, collocherà il gettone rosso sopra il numero 1 e poi disporrà 3 perle nei primi tre incavi verticali della colonna dell’1. Per moltiplicare 3 per 2, il bambino sposterà il gettone al di sopra del 2 e collocherà altre 3 perle al di sotto del 2. Procederà in questo modo fino a concludere la tabellina del 3. Mentre esegue l’esercizio il bambino scrive i prodotti su moduli speciali, già contrassegnati con l’operazione. In questo modo non dovrà far altro che riportare solo il risultato della moltiplicazione.
Ogni bambino dispone di dieci moduli per ciascuna tabellina. La tavola della moltiplicazione è solo uno dei tanti materiali pensati per la moltiplicazione; i bambini, lavorando contemporaneamente con ognuno di essi, hanno modo di analizzare, riflettere, confrontare e memorizzare i concetti matematici proposti, creandosi nella mente, come ritiene Stanislas Dehaene, «una ricca biblioteca di modelli mentali dell’aritmetica».
Imparare le tabelline con il metodo Montessori non è qualcosa di noioso o terrificante, perché i bambini quasi non si accorgono che le stanno studiando, e si trovano invece a lavorare con materiali che favoriscono, in modi diversi, la ripetizione delle sequenze proprie delle tabelline: dal materiale del decanomio (rappresentazione grafica della tavola pitagorica), a quello delle catene corte e dei cubi, alle più specifiche tavole della moltiplicazione.
Si possono imparare le tabelline giocando? Tra i giochi per insegnare le tabelline ai bambini troviamo i classici giochi di carte, ma anche veri e propri giochi motori: dalle cacce al tesoro che utilizzano le tabelline anziché gli indovinelli, alle staffette, ai percorsi a ostacoli che prevedono di trovare e accoppiare l’operazione al risultato corretto.
Tra i giochi statici troviamo la tombola della moltiplicazione, dove a venir estratte sono moltiplicazioni e non numeri singoli, o la battaglia navale con le tabelline come coordinate.
È possibile anche proporre filastrocche, cantilene e storie. In questo caso sarebbe però bene verificare che il bambino abbia compreso il processo che porta alla tabellina e non memorizzi la semplice filastrocca senza la comprensione dei calcoli matematici sottesi.
Altro gioco è il mandala delle tabelline, un materiale ispirato al metodo Montessori e usato anche nelle scuole steineriane. Si tratta di un cerchio con dieci pioli che può essere realizzato anche in casa con cartoncino, legno o polistirolo. Ogni piolo è contrassegnato da un numero che va da 0 a 9. Muniti di spago e partendo dallo zero, si comincia a ripetere la tabellina, collocando lo spago nei numeri in successione.
Per esempio se state facendo la tabellina del 2 dallo 0 contate fino a 2 e passate lo spago, dal 2 contate di nuovo aggiungendo 2, arriverete al 4 e passate lo spago, poi aggiungete ancora 2 e arriverete al 6 e così via fino al 20. Otterrete una forma geometrica differente a seconda della tabellina studiata. Il mandala delle tabelline è un tentativo di materializzare concetti astratti, ancorando i numeri alle forme geometriche realizzate.