Gli interferenti endocrini sono sostanze chimiche con cui siamo quotidianamente in contatto, possono agire sul nostro corpo e interferire con le sue normali funzioni. Gli effetti negativi e tossici di questi distruttori endocrini possono riguardare, oltre l’uomo, anche gli altri esseri viventi e l’ambiente. Per limitare il loro accumulo nell’organismo basta seguire qualche buona norma di comportamento.
Negli organismi viventi il corretto funzionamento dei processi vitali è regolato dal sistema endocrino, cioè da quel sistema di ghiandole che ha la funzione di produrre gli ormoni. Tale sistema è costituito da specifiche ghiandole come ad esempio l’ipofisi (una piccola ghiandola situata nel centro del cervello), il pancreas, la tiroide, le gonadi e molte altre. Queste ghiandole producono vari ormoni che arrivano alle cellule bersaglio di specifici organi e svolgono la loro peculiare funzione. Tutto in un perfetto equilibrio.
L’equilibrio ormonale è fondamentale per molti processi fisiologici come lo sviluppo del feto e del bambino, lo sviluppo sessuale, la pubertà e altri ancora. I danni degli interferenti endocrini possono riguardare i processi fisiologici a ogni età o fase della vita dell’essere umano (crescita, gravidanza, invecchiamento ecc.). Se l’equilibrio del sistema endocrino viene “disturbato”, si hanno effetti negativi sul regolare funzionamento dell’organismo.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) definisce un interferente endocrino come «Una sostanza o una miscela esogena che altera la funzione del sistema endocrino e di conseguenza provoca effetti negativi sulla salute di un organismo intatto, o sulla sua progenie». Gli interferenti endocrini sono quindi sostanze chimiche che possono “accendere”, “spegnere” o “modificare” i normali segnali degli ormoni e possono provocare danni alla salute, non solo al singolo individuo ma anche ai suoi figli.
Nell’ambiente che ci circonda, le principali fonti di rischio sono legate a comportamenti non conformi ai processi di lavorazione, smaltimento industriale o smaltimento di plastiche, colle e vernici. Attraverso la catena alimentare questi interferenti endocrini possono trasferirsi da un organismo all’altro e concentrarsi. Essendo l’uomo l’ultimo anello della catena alimentare, può subirne gli effetti avversi. Da ciò si evince l’importanza delle politiche di salvaguardia dell’ambiente.
Tra gli interferenti endocrini ci sono alcuni pesticidi, alcune sostanze che persistono a lungo nell’ambiente e si concentrano negli organismi (diossine, PFOS/PFOA e PBDE), alcune sostanze non persistenti come gli ftalati (DEHP) e il bisfenolo A.
Conviviamo quotidianamente con materiali che contengono interferenti endocrini, pertanto tocca anche a noi assumere buone norme di comportamento per preservare il più possibile la nostra salute e quella dell’ambiente. Ecco qualche buona norma da seguire:
Bibliografia
CONOSCI RIDUCI E PREVIENI GLI INTERFERENTI EDOCRINI, UN DECALOGO PER IL CITTADINO, Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.
http://www.alimentiesicurezza.it/inchieste/interferenti-endocrini-i-nostri-nuovi-compagni-di-vita/
https://www.mite.gov.it/pagina/il-progetto-previeni
biologa nutrizionista, ha svolto svariate attività lavorative nell’ambito della nutrizione. Attualmente lavora in provincia di Bolzano come libero professionista.